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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

“Il sistema di intervento e assistenza ha funzionato grazie al raccordo tra tutti gli Enti interessati. Nei prossimi giorni sarà ultimata la stima dei danni, fondamentale per valutare le possibili misure straordinarie da adottare”.

Bologna – Il sistema di intervento e assistenza alla popolazione attivato in conseguenza al maltempo dei giorni scorsi ha funzionato. Fondamentale è stato il raccordo tra tutti gli Enti interessati, che si sono immediatamente attivati per far fronte all’evento, già a partire dal primo preallarme della Protezione Civile emesso su tutte le province emiliane venerdì 26 febbraio.
Lo ha sottolineato oggi in Assemblea legislativa il sottosegretario alla Presidenza della Regione Andrea Rossi, durante la relazione svolta sull’evento alluvionale che nei giorni scorsi ha colpito il territorio regionale.
“La ricognizione degli effetti del maltempo è in corso – ha sottolineato Rossi -. Nei prossimi giorni sarà definito il quadro aggiornato con la stima dei danni, fondamentale per valutare le possibili misure straordinarie da adottare”.
Importante è stato il lavoro svolto dal sistema di volontariato di Protezione civile regionale, che ha operato ininterrottamente nei tre giorni dell’emergenza (dal 27 al 29 febbraio) con oltre 800 persone a supporto delle strutture tecniche e delle Forze dell’ordine. 116 sono stati gli interventi di soccorso urgente prestati dai Vigili del Fuoco.
Per quanto riguarda la gestione dell’evento, il Centro operativo regionale dell’Agenzia di Protezione civile ha raccolto le segnalazioni del territorio, mantenendo il raccordo con la Prefettura di Piacenza, le Amministrazioni comunali e provinciali, i Servizi tecnici regionali, i Consorzi di bonifica, i Vigili del fuoco, il Corpo Forestale e le aziende di pubblica utilità e fornendo persone e mezzi per fronteggiare le situazioni critiche.
Le piogge abbondanti e ininterrotte per tre giorni consecutivi hanno provocato il superamento dei massimi storici dei livelli dei principali fiumi dell’area occidentale della regione, Secchia ed Enza, e di alcuni torrenti e rii collinari e di pianura delle province di Parma e Piacenza. I quantitativi di pioggia maggiori si sono registrati nella parte emiliana, in particolare nelle zone montane di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza e nelle aree di pianura-collina di Parma e Piacenza, dove le piogge cumulate hanno raggiunto nelle tre giornate valori medi areali complessivi compresi tra i 90 e i 100 millimetri.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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