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Da: Ufficio Stampa M5S Emilia-Romagna

E’ in corso di svolgimento in questi giorni a Ravenna il simposio internazionale dell’unica associazione esistente che riunisce le principali città con mura europee (EWT, European Walled Towns).
La città di Ravenna rivendica orgogliosamente l’organizzazione dell’evento, pur nella consapevolezza che la cinta muraria ravennate non è né fra quelle più conosciute, né fra quelle meglio conservate (di fatto è quasi inesistente). Ravenna è la dimostrazione del fatto che quando si vuol fare buona cultura a livello europeo il primo requisito è la volontà politica di mettersi in gioco, anche se magari non si hanno le carte migliori da spendere. Necessitano spirito di iniziativa e di condivisione, accompagnati da volontà di visibilità per creare sinergie europee e indotto turistico.
E Ferrara, la città con mura par excellence, che vanta il primato delle mura antiche più lunghe e fra le più prestigiose d’Italia, perché non ne fa parte? Perché non si è mossa adeguatamente per inserirsi in un circuito virtuoso che è anche un centro di ricerca accademico d’eccellenza che riunisce le principali città europee caratterizzate da cinte murarie? A dir la verità, probabilmente non è stata neanche invitata, paradossalmente.
La ragione è molto semplice. L’influente piramide decisionale della politica culturale ferrarese , diretta in buona sostanza dall’Assessorato alla Cultura, ma con infinite diramazioni associazionistiche (dove non si muove foglia, da tempo immemore, che Arci non voglia) non ha sentito l’esigenza di colmare questa grossa incongruenza ,nonché lacuna culturale, che vede la città estense esclusa da una rete internazionale di città con mura nella quale sarebbe a pieno titolo una delle realtà più autorevoli. Al contrario, la stessa piramide decisionale, che si è lanciata in un passato non remoto nella fallimentare avventura di Hermitage e nella non entusiasmante esperienza dello spazio Grisù, ha avuto alcuni mesi fa il miope coraggio di respingere, in Consiglio Comunale ,una mozione del Movimento 5 Stelle che chiedeva l’adesione della città di Ferrara alla rete di European Walled Towns . E con quale pretesto? Perché la somma richiesta per adesione (660 euro) era troppo alta e rischiava di far collassare le finanze pubbliche?
L’amministrazione comunale ,dunque, si permette di sperperare centinaia di migliaia di euro in maldestre speculazioni finanziarie (vedi i derivati Dexia) e devolvere decine di migliaia di euro ad associazioni varie (sempre le stesse….”amiche“) , ma non trova 600 euro per far parte delle città murate europee!
Da qualsiasi punto di vista si consideri il fatto che sia Ravenna ad ospitare il simposio annuale di EWT è un bello schiaffo per la città estense e per la politica culturale della nostra città. Non ci resta che rammaricarci in attesa di un mea culpa pubblico da parte di Sindaco e giunta. Il pentimento sarebbe già qualcosa.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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