Lo “Sport Libera” emozioni e progetti
da: ufficio stampa Coni Ferrara
Prende avvio collaborazione tra Coni Point Ferrara e Casa Circondariale di Ferrara
Lo Sport …Libera emozioni e propone modelli di riferimento, ha regole da rispettare nonché valori quali rigore e disciplina, alla base anche di un progetto rieducativo. Ne sono fortemente convinti anche i promotori dell’evento realizzato di recente presso la casa circondariale di Ferrara e pienamente inserito nel progetto e ne costituisce punto di partenza in un progetto organico. Da una parte l’amministrazione della casa circondariale rappresentata dal direttore Paolo Malato coadiuvato sia dal comandante del reparto di Polizia penitenziaria, il commissario Paolo Teducci, sia dalla vice comandante Annalisa Gadaleta; dall’altra, il Coni Point Ferrara, con in testa il delegato provinciale Luciana Boschetti Pareschi, accompagnata da un nutrito staff tecnico sportivo, che aveva fra gli altri in Andrea Ansaloni, giocatore di pallamano, conduttore di giornata; Massimiliano Duran, ex pugile, testimonial per l’occasione; Marco Schiavina e Federico Meriggi, rispettivamente, atleta e istruttore di scherma; Mattia Musacchi e Alessandro Caccia, boxeur in via d’affermazione. Presente anche Simone Merli, assessore allo sport del Comune di Ferrara. In platea un centinaio di persone, un terzo quasi della popolazione detenuta ferrarese. Ai quali il movimento sportivo locale vuole offrire segnali di futuro, concreto supporto, ben oltre l’evento naturalmente: “Sensazioni positive – è il parere del commissario Paolo Teducci –. La presenza del Coni testimonia la vicinanza a noi del tessuto sociale ferrarese che è molto ricettivo su questo piano. Il rispetto delle regole, d’altronde, è alla base della vita penitenziaria ma anche un domani, al di fuori di esso. Non sarà la prima né l’ultima iniziativa ma verranno ripetute: un modo per dare esecuzione al principio costituzionale sulla rieducazione del condannato”. “Impatto positivissimo – ha commentato al termine il vice commissario Annalisa Gadaleta –: un momento straordinario di liberazione dalle emozioni e di trasmissione di valori fondamentali per i detenuti quali rigore, difesa e disciplina. Lo sport libera veramente. Perciò ci sarà una lunga serie d’iniziative”. La commovente testimonianza sul mondo pugilistico dell’ex campione mondiale dei massimi leggeri Massimiliano Duran unitamente a quella di Gualtiero Becchetti, autore di un libro dedicato alla famiglia Duran, e l’istrionico accompagnamento del maestro Federico Meriggi nei segreti più reconditi della scherma hanno coinvolto i presenti ai quali vanno aggiunti anche gli operatori educativi e non, che a vario titolo completano il quadro del personale oltre a quella della Polizia penitenziaria. Dare continuità alla singola proposta attraverso la presentazione di un progetto ad hoc è in questa fase obiettivo di tutti: “Abbiamo già la disponibilità di tre persone tra tecnici, insegnanti e istruttori qualificati finalizzata a svolgere all’interno delle carceri sedute di ginnastica a cadenza e orari concordati con l’amministrazione della casa circondariale per ora quasi certamente fino a maggio 2015. Una di queste, poi, in quanto anche insegnante di arti marziali, potrebbe fornire corsi di formazione a titolo gratuito al personale di Polizia penitenziaria. Oltre ad attivarci per ‘calendarizzare eventi’ il reperimento di vestiario e abbigliamento tecnico e attrezzature varie per il riadattamento delle palestre. Al momento disponibile già un virtual trainer”, ha dichiarato Luciana Boschetti Pareschi. Garante delle proposte è naturalmente anche Paolo Malato, il direttore della casa circondariale estense, che in questo modo vedrebbe ulteriormente attuato il regime “a celle aperte” che consente ai “detenuti di poter star fuori dalla camera di pernottamento per almeno otto ore giornaliere potendo utilizzare gli spazi comuni fra cui la palestra attrezzata”. Un modo concreto per affermare davvero che anche lo sport libera.

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)