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da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

“Caro Direttore,

la fotografia dell’imprenditoria femminile che l’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio ci restituisce è quella di una realtà dinamica, fatta di imprese che nascono, crescono, si consolidano nel tempo, entrano a pieno titolo nel sistema economico del territorio. Un quadro che indica comportamenti economici maturi, profili professionali specifici, tutti al femminile. E, in un momento di crisi internazionale del sistema economico, dati come questi ci confortano e ci spingono a fare di più, a fare meglio. Mi rincuora, ad esempio, sapere che il 22,8% delle imprese ferraresi (quota più alta della regione Emilia-Romagna, ma superiore anche al dato medio italiano) sono ‘rosa’. Al 31 dicembre dello scorso anno, 8.297 donne hanno scelto di aprire un’attività propria (15.644, invece, le donne con incarichi di responsabilità in imprese femminili), mettendo in gioco se stesse scommettendo sul proprio talento. Le donne, insomma, non appaiono più come i soggetti deboli ‘da proteggere’, ma sono pronte a guidare la sfida della ripresa, salde al timone dell’impresa come, spesso, a quello della famiglia, con responsabilità e fiducia.
Il quadro di crescita e di sviluppo del tessuto imprenditoriale femminile della nostra provincia non deve distrarci, però, dall’obiettivo principale: quello di creare una cultura del lavoro e un ambiente professionale amico delle donne, attento alle loro esigenze, capace di accogliere e valorizzare le loro capacità. Sono convinta, infatti, che un mercato del lavoro più giusto ed equo – che premi il merito, le idee innovative e sostenibili – sia un mercato aperto ai talenti femminili, alla loro capacità di trasformare quelle idee in imprese vincenti.
Con la Camera di commercio e le associazioni di categoria, però, puntiamo ancora più in alto. Vogliamo ricominciare dalle donne, dare loro la fiducia che meritano, affinché si misurino senza paura con le sfide dell’economia globale, con il rischio dell’impresa, e mettano a frutto le loro abilità di ‘fare rete’. E’ giunto il momento di nuove e più decise accelerazioni per il conseguimento della parità di genere, per il generale progresso di un’educazione al rispetto delle donne come persone nella pienezza della loro autonomia e del loro ruolo.
Ebbene, sono convinta che tante donne ferraresi riusciranno ad affermarsi sempre di più, ad abbattere le barriere, grazie alle loro qualità e alla loro determinazione, alla loro capacità di impegnarsi per raggiungere traguardi importanti. E a queste donne dico: abbiate a cuore Ferrara, siate amiche del vostro territorio, che ha bisogno di voi, oggi come non mai”.

Gisella Ferri
presidente Comitato Imprenditoria Femminile Ferrara

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CAMERA DI COMMERCIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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