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Da: Arcigay Ferrara

Comunicato stampa: Arcigay Ferrara accoglie con grande soddisfazione l’approvazione della legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità’ di genere
La notizia è arrivata nella notte anche alle attiviste e agli attivisti di Arcigay Ferrara che attendevano il risultato del voto del Consiglio Regionale, in seduta permanente per quasi 48 ore per approvare la Legge Regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.

Una lunga maratona causata dai quasi 1800 emendamenti, presentati dall’opposizione e in particolare da Fratelli d’Italia, mirati a fare ostruzionismo ideologico verso una legge che è segno di civiltà, che rappresenta un ulteriore e irrinunciabile tassello nel mosaico dei diritti civili di cui la nostra società dovrebbe andare fiera.

“La legge regionale arriva -afferma Arcigay Ferrara-in un momento nel quale le persone lgbti+ sono oggetto di strumentalizzazioni politiche da parte della destra anche nella nostra città. In questi giorni, abbiamo assistito al tentativo di far passare l’idea che le persone lgbti+ possano essere mosse da un’ideologia e, cosa ancora più grave, che possano essere tutte complici o comunque coinvolte in vicende giudiziarie che nulla hanno a che vedere con l’orientamento sessuale o l’identità di genere delle persone. Strumentalizzazioni come queste non fanno altro che alimentare forme di odio e violenza, contribuiscono a creare un clima di paura, rischiando di far ricadere molti nell’invisibilità e in vite fatte di menzogne e segreti che minano il benessere fisico e psicologico delle persone.

Ecco perché questa Legge costituisce un passaggio di grande importanza. Per le associazioni come la nostra rappresenta un ulteriore strumento di tutela per tutte quelle persone che ricevono aggressioni fisiche e verbali, che subiscono il peso del pregiudizio e che vivono sulla propria pelle lo stigma di essere gay, lesbiche o trans. Questa Legge ci consente di fare ancor meglio formazione, informazione e azioni culturali di contrasto a ogni forma di discriminazione legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere.

La Regione Emilia Romagna ha dimostrato di continuare ad essere terra di Diritti e baluardo di Civiltà. Il nostro ringraziamento va a quei 33 consiglieri su 43 che hanno votato a favore di un testo di legge che è stato frutto di una lunga mediazione politica, ma che è riuscita comunque a far convergere posizioni diverse su un testo di legge unitario. Di questa legge ne avevamo bisogno tutti, e non solo noi persone lgbti+, perché le battaglie per i diritti sono battaglie di civiltà di tutti e per tutti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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