Skip to main content

da: ufficio stampa Legambiente Emilia-Romagna

La tutela della biodiversità e lo sviluppo turistico ed economico deve necessariamente far parte di un disegno comune: Legambiente chiede che venga istituito il Parco Nazionale del Delta del Po

Positiva l’iniziativa tenutasi oggi 14 marzo a Mesola (FE), organizzata dagli operatori turistici del Delta del Po, per lanciare un accordo che vada in direzione del turismo integrato in quell’area. In questa occasione è stata presentata una proposta di marketing territoriale del Delta del Po, per Expo 2015, che prova a superare, almeno sul versante turistico, la differenza amministrativa dei due parchi e delle due regioni Emilia-Romagna e Veneto.

Una assurda divisione amministrativa che permane da 23 anni, da quando sono stati istituiti i due Parchi regionali, separati dal corso d’acqua più importante d’Italia, ma uniti da biodiversità e ecosistemi identici, e comuni obiettivi per la tutela di un inestimabile ambiente naturale che rappresenta la zona umida più importante d’Italia. Un patrimonio storico ambientale unico nel Paese, come giustamente hanno compreso da tempo gli operatori del turismo.

Fino ad oggi le rigidità della politica e le divisioni amministrative esistenti tra le due regioni non hanno saputo rispondere alle esigenze degli operatori del settore turistico, che invece, con questa iniziativa, hanno dimostrato di avere una lucida visione di come il patrimonio ambientale sia un valore che può creare economia.

Legambiente crede infatti che la carta vincente per il futuro del Delta del Po sia proprio nel concepire lo sviluppo turistico dell’area di pari passo con un approccio che valorizzi e dia maggiore respiro alle potenzialità naturalistiche e paesaggistiche, scommettendo sul patrimonio ambientale, piuttosto che sul cemento e consumo di suolo.

Secondo Legambiente occorre perciò fare seguire a questa esperienza un reale sistema di coordinamento della gestione delle due aree protette, che faccia dialogare i sistemi di vincoli, i regolamenti, la destinazione dei fondi come ad esempio quelli del Piano per lo sviluppo rurale, e proponga un progetto di sviluppo verde complessivo dell’area. Legambiente ritiene quindi preoccupante che all’evento gli assessori al Turismo non abbiano pensato di coinvolgere in modo più strutturato i Parchi. Senza un ruolo attivo e il coinvolgimento di queste strutture ben difficilmente la visione di promozione turistica unitaria, può essere veramente efficace.

Legambiente richiama quindi l’esigenza di istituire il Parco Nazionale del Delta del Po, superando finalmente le rigidità politiche e per un coordinamento comune nella gestione delle due aree protette divise solo su carta, attraverso un unico disegno sia in termini di tutela della biodiversità che di sviluppo turistico ed economico.

La scelta di istituire un unico ente parco nazionale per Il Delta del Po sarebbe, inoltre, un motivo di ulteriore apprezzamento da parte dell’Unesco che dovrà valutare la candidatura dell’intero delta a riserva mondiale della Biosfera (MAB) e che pone a base delle sue valutazione anche il modello gestionale. Arrivare a questo appuntamento avendo superato, dopo 23 anni di attesa, una artificiosa separatezza di un grande patrimonio di natura e di biodiversità di grande pregio servirebbe ad assicurare al Delta del Po il giusto riconoscimento internazionale.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it