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Con l’avvicinarsi della primavera inizia una nuova stagione di attività per il Centro Studi Internazionale “Il Guercino”, che apre la sua “Primavera Guerciniana” proponendo al pubblico una conferenza particolarmente significativa in questo momento, perché mette in relazione la figura di Antonio Canova (del quale nel 2022 si celebra il bicentenario dalla morte) con la storia della Civica Pinacoteca di Cento, che sta finalmente rinascendo grazie a un importante cantiere di restauro. Sarà, dunque, una conversazione dedicata all’impegno profuso nei secoli per difendere il valore dell’arte come bene comune, e al riconoscimento dell’importanza dell’opera del Guercino nel contesto del patrimonio
culturale emiliano e internazionale.
Già curatore della bella mostra dedicata al ruolo di Canova per le arti appena conclusasi presso la Pinacoteca di Bologna, il relatore Alessio Costarelli, ricercatore presso il Dipartimento delle Arti Visive, Performative e Mediali dell’Università di Bologna, ricostruirà una vicenda di grande rilevanza storica. Come è noto, infatti, a partire dal 1796 l’invasione francese nella Penisola italiana diede avvio ad una sistematica operazione di sottrazione di opere d’arte e beni librari d’ogni epoca condotti in Francia
ad arricchimento di musei e biblioteche transalpine. Un esodo enorme di beni preziosissimi che per circa un ventennio parvero non poter fare mai più ritorno. La seconda e definitiva caduta di Napoleone nel 1815 consentì infine la restaurazione di uno status quo che tuttavia apparve fin da subito molto meno scontato della reintegrazione dei confini geopolitici e delle sovranità nazionali. Protagonista cruciale di questo processo di riappropriazione di identità storica e culturale fu lo scultore Antonio Canova (1757-1822), inviato a Parigi da Papa Pio VII a trattare la restituzione dei beni sottratti, tra i quali alcuni capolavori del Guercino, che erano stati rimossi dagli altari delle chiese di Cento.
La conferenza affronterà dunque l’entusiasmante storia di questa vicenda, i suoi presupposti, le conseguenze culturali, le dinamiche diplomatiche e le concrete problematiche di trasporto tenendo al centro la figura di Canova e concentrandosi infine sui casi specifici di Bologna e Cento nel riaccogliere l’enorme patrimonio riacquistato. Come sottolinea Valeria Tassinari, nuova presidente del Centro Studi, “parlare dell’impegno etico di un artista come Canova per la difesa del patrimonio, e in particolare per il ritorno a casa del nostro Guercino, costituisce non solo l’inizio di un percorso ideale di ricostruzione della storia della nostra Pinacoteca, ma anche il segno della rinnovata volontà di sottolinearne il valore come luogo identitario per l’intera comunità. Sarà un percorso ricco di contenuti e di sorprese, attraverso il quale nei prossimi mesi affiancheremo e accompagneremo i lavori di recupero dell’edificio e il progetto di riallestimento, lavorando in sintonia con l’Assessorato alla Cultura e il Direttore dei Musei.”

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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