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Da organizzatori

1. LUNEDÌ 10 APRILE ORE 17 BIBLIOTECA ARIOSTEA

Achille Occhetto, “Pensieri di un ottuagenario. Alla ricerca della libertà nell’uomo” Sellerio Editore

Dialoga con l’autore Fiorenzo Baratelli.

Coordina Roberto Cassoli

Il libro di Achille Occhetto è testo importante. La questione centrale attorno a cui ruota è la necessità per la politica di ricostruire legami forti con gli esiti più innovativi dell’indagine intellettuale. Sullo sfondo, infatti, campeggia la coscienza che una qualche connessione fra politica e cultura si sia perduta e dissipata. Il libro è concepito come un giornale di bordo che registra una complicata navigazione attraverso i differenti territori dei saperi a partire da quelli scientifici e filosofici. Il tema dominante è il rapporto fra necessità e libertà. Con spirito di verità e passione vengono proposti problemi e dilemmi che sono all’ordine del giorno nella faticosa ricerca di una idea della politica al servizio del bene pubblico. Forzando il dogma asfissiante di questo tempo, quello della ‘dittatura del presente’, si compie un viaggio largo e rig oroso alla riscoperta dei classici. Si tratta di un vero e proprio esercizio tenace di pensiero critico. E la vocazione e la passione per la politica è il motore di questo affascinante viaggio. Insomma c’è materia per un fecondo dialogo con l’autore.
Per il ciclo “Libertà” a cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

2. MERCOLEDÌ 19 APRILE ORE 17 RIDOTTO DEL TEATRO COMUNALE

MUSICA E CULTURA NELLA FERRARA ANNI ‘50

Un ricordo a cura di Gianni Venturi

introduce Roberto Cassoli

a cura di Istituto Gramsci Ferrara

ingresso libero

3. GIOVEDI 27 APRILE ORE 17 BIBLIOTECA ARIOSTEA

BASSANI E IL MONDO POLITICO

Gianni Venturi

Introduce Sandra Carli Ballola

La partecipazione di Bassani alla vita politica è stata poco studiata. Dopo il suo incarceramento nel’43 a Ferrara Bassani si trasferisce a Firenze in cui sviluppa la sua azione resistenziale assieme all’amico Carlo Ludovico Ragghianti. Nel dopoguerra fa parte del Partito d’azione e più tardi della sfera socialista dove ricopre anche incarichi pubblici. Ovviamente le sue scelte politiche s’intrecciano con quelle dell’ebraismo e delle sue scelte editoriali. Un nodo difficile da sciogliere ma che comunque va tenuto presente proprio in funzione delle tecniche narrative da lui messe in atto.

Per il ciclo “I colori della conoscenza”, a cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

4. VENERDÌ 28 APRILE ORE 17 BIBLIOTECA ARIOSTEA

G. SIMMEL E LA LIBERTÀ COME RELAZIONE

Conferenza di Monica Martinelli

Introduce Manuela Paltrinieri
G. Simmel (1858-1918) ci insegna che, per comprendere un’epoca e per cimentarsi nell’arte di costruire qualcosa che non eluda la domanda di senso per sé e per gli altri, occorre partire da un’analisi critica dell’immaginario della libertà, perché è attorno a tale immaginario che si sviluppano le relazioni sociali, i modelli e le forme di vita organizzata. Acuto interprete della modernità, egli riconosce l’accelerazione grandiosa impressa al cammino della libertà umana ma, al contempo, le sue drammatiche involuzioni. E individua alcuni percorsi alternativi per superare le strettoie che hanno chiuso la libertà dentro un paradigma concettuale a-storico che ha insistito sulla frattura tra idea e esperienza della libertà. Potremmo sintetizzare questi percorsi lungo una triplice traiettoria: antropologica, etica e conoscitiva. Infatti, egli ripensa il concetto di individuo, prendendo le distan ze dall’idea di un soggetto inteso quale metro univoco della realtà sociale. Così facendo aggancia la libertà alla responsabilità, ossia a quella che ritiene essere la dimensione morale originaria per eccellenza. E traghetta la libertà oltre una visione tecnicistica della vita.
Per il ciclo “Libertà” a cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
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