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Da organizzatori

Esposizione dei dipinti murali e mostra temporanea di quadri di Galileo Cattabriga Riflessioni e dibattito sull’attuazione della legge 717/49 (norme per l’arte negli edifici pubblici) e Linee Guida del 2017 (4 crediti deontologia)
11 maggio 2018, ore 14.30-18.30
Sala Carlo Bassi, MOF, corso Isonzo 137, Ferrara relatori: Prof. Gianni Cerioli, storico arte moderna e contemporanea, Ferrara Galileo Cattabriga pittore del Novecento Dott.ssa Claudia Collina, Istituto per i Beni artistici Culturali e naturali Emilia Romagna curatrice del libro Il percento per l’arte in Emilia-Romagna. La legge del 29 luglio 1949. Applicazioni ed evoluzioni sul territorio Dott. Fabio De Chirico, MIBACT, Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee curatore delle Linee Guida per l’applicazione della legge n. 717 del 29 luglio 1949, recante norme per l’arte negli edifici pubblici moderatrice: Arch. Francesca Pozzi, Commissione Cultura Ordine Architetti Ferrara

Proseguendo le iniziative in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Ordine degli Architetti PPC di Ferrara, la Commissione Cultura dell’Ordine propone l’approfondimento della figura del pittore bondenese Galileo Cattabriga, autore dei grandi dipinti murali presenti nella stessa sala in cui si terrà la presentazione, congiuntamente ad una riflessione sulla Legge 717/49 che prevede che sia destinata ad opere d’arte una percentuale dell’importo per la realizzazione di opere pubbliche.
Il prof. Gianni Cerioli, storico dell’arte moderna e contemporanea di Ferrara, ci parlerà di Galileo Cattabriga attraverso i dipinti murali presenti e alcuni quadri esposti con mostra temporanea, grazie alla disponibilità del nipote Tonino Pisa e degli eredi Cattabriga.
Lo spunto dei grandi dipinti murali ci porta ad una riflessione sulla “Legge del percento” n. 717 del 1949, ancora attuale, con le recenti Linee Guida del 2017. Le opere d’arte previste con questa Legge dovrebbero essere parte integrante del progetto architettonico eriaffermare lo stretto legame che unisce artisti e progettisti per elevare, come in passato, la qualità dell’opera di architettura.
La dott.ssa Claudia Collina dell’IBC Emilia Romagna si è occupata della pubblicazione che ha raccolto il censimento delle opere realizzate grazie a questa legge in Emilia Romagna e ci illustrerà i risultati della ricerca con ampia trattazione delle applicazioni ed evoluzioni sul territorio.
Il dott. Fabio De Chirico della Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee del MIBACT ci parlerà di come deve essere applicata questa Legge secondo le nuove Linee Guidadi cui è stato curatore.

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di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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