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da: City University London

Secondo uno studio condotto dalla City University London, l’applicazione di un nuovo modello economico di vendita dei visti potrebbe aiutare i governi a debellare la piaga del traffico di esseri umani

La politica, pensata dalle economiste della City University London e della Toulouse School of Economics, mira a escludere i criminali dal mercato e a raccogliere fondi per migliorare il controllo tradizionale delle frontiere.

Secondo le ricercatrici, la Dottoressa Alice Mesnard e la Dottoressa Emmanuelle Auriol, gli schemi esistenti non funzionano e sono necessarie nuove politiche per controllare l’immigrazione clandestina e fare in modo che i migranti smettano di pagare i criminali per essere trasferiti illegalmente all’estero.

La dottoressa Alice Mesnard, Docente di Economia alla City University London, spiega: “La tratta di esseri umani è un fenomeno in crescita ed è diventata una delle più urgenti aree di preoccupazione per i governi e le società civili di tutto il mondo. Il numero delle vittime di questo traffico è in rapido aumento e si stima che con questa pratica i criminali guadagnino miliardi di dollari all’anno. È evidente che i metodi tradizionali di repressione non siano in grado di arrestare il flusso di migranti che entrano illegalmente in altri paesi, tra cui il Regno Unito e l’Europa. La nostra ricerca osserva il problema alla radice e, tenendo conto delle altre opzioni disponibili, riteniamo che la nuova e insolita politica che proponiamo sia l’unica soluzione sostenibile. Il traffico di esseri umani costituisce un rischio enorme per i migranti, permette alle organizzazioni criminali di guadagnare denaro e ostacola i governi nelle attività di regolamentazione dei flussi di persone che attraversano le loro frontiere. Se lo scopo è controllare i flussi migratori ed eliminare i trafficanti, un’idea migliore è quella di abbinare le politiche di repressione alla vendita di visti a prezzi che taglino fuori dal mercato i trafficanti”.

Le dottoresse Mesnard e Auriol affermano che, se i visti fossero messi in vendita allo stesso prezzo richiesto dai trafficanti, il numero totale di migranti aumenterebbe, ma sostengono che il loro metodo basato su un duplice approccio potrebbe contenere questo aumento.

“Di fatto, i trafficanti risponderebbero diminuendo i loro prezzi e facendo concorrenza alle autorità, attraendo i potenziali migranti più poveri, che preferirebbero pagare un prezzo più basso per oltrepassare le frontiere, sebbene con rischi più elevati”, spiega la dottoressa Mesnard.

“Questo avverrebbe solo finché il prezzo dei visti non raggiungesse livelli così bassi da tagliare fuori la concorrenza dei trafficanti, non più in grado di proporre tariffe minori senza andare in perdita. In questo caso, la tratta di esseri umani verrebbe eliminata ma, nello stesso tempo, aumenterebbero i flussi di migranti entrati legalmente nel paese.”

Tuttavia, le ricercatrici sostengono che un aumento nel numero di migranti potrebbe essere limitato utilizzando i fondi provenienti dalla vendita dei visti per migliorare i controlli interni e alle frontiere, il che aumenterebbe i costi per i trafficanti e ridurrebbe i guadagni previsti derivanti dall’immigrazione clandestina.

La dottoressa Mesnard spiega che questo sarebbe l’unico modo per consentire alle autorità di tagliare fuori dal mercato i trafficanti, senza far scendere il prezzo dei visti a livelli troppi bassi.

“Poiché i costi operativi dei trafficanti aumentano con l’applicazione dei controlli alle frontiere, un modo per limitare l’aumento dei flussi migratori che risulterebbe dalla nuova politica sarebbe quello di far aumentare questi costi contemporaneamente all’applicazione di un prezzo per i visti”, continua.

“Un altro modo è applicare una repressione interna, sotto forma di espulsioni e sanzioni a carico di chi assume gli immigranti clandestini. I nostri risultati dimostrano che la vendita dei visti, affiancata a un rafforzamento delle politiche repressive, non deve avvenire a basso prezzo per eliminare dal mercato i trafficanti.

“Naturalmente, non tutti sarebbero in grado di sostenere il costo di un visto e riteniamo che questo ridurrebbe i flussi migratori”.

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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