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Da Maurizio Molinari

La sindaca di Torino Chiara Appendino vuole 61 milioni di euro dal governo, frutto di una battaglia avviata nel 2013 dal suo predecessore Piero Fassino. Dopo settimane di silenzi, il governo risponde picche: “La sindaca sa bene che non sono dovuti”, dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi. La contesa riguarda i mancati versamenti dello Stato ai Comuni nel passaggio dall’Ici all’Imu e poi ancora alla Tasi. La battaglia non è finita e Appendino annuncia un nuovo ricorso.

Renzi vince nei circoli Pd
Matteo Renzi incassa la vittoria nei circoli: “Stavolta hanno capito, sono con me”, dice l’ex premier parlando con i suoi fedelissimi. Renzi è vicino al 69%, Andrea Orlando si avvicina al 25%, Michele Emiliano è tra il 6 e il 7%. Il partito è nelle mani di Renzi, commenta Federico Geremicca. “L’interrogativo è ora se sia ancora lui l’uomo con le maggiori possibilità di portare il Pd alla vittoria contro Grillo e Salvini”.

Il cuore nero della Slovacchia
La nostra inviata Francesca Paci racconta i neonazisti della Slovacchia. Abbiamo scelto questo Paese perché è nel Nord-Est dell’Europa che il populismo spesso coincide con gli estremisti di destra.

I suoni del territorio
I suoni possono raccontare un territorio: a Biella nasce così una biblioteca sonora, che raccoglie documenti audio dai fiumi di montagna ai treni in corsa. Sessanta ore di registrazioni che danno vita a una mappa e si possono ascoltare via web.

Il possibile ritorno di Boris
La sgangherata troupe che gira la fiction “Gli occhi del cuore 2” è la grande protagonista di Boris, una serie tv italiana che ha fatto scuola: domani a Torino gli attori e gli autori si ritrovano a dieci anni dal primo episodio. Non è escluso che l’incontro possa far nascere una nuova stagione.

I vent’anni di Balthazar
New York festeggia i primi vent’anni di “Balthazar”, la brasserie in perfetto stile francese che accoglie a Soho clienti da tutto il mondo, incluse star del cinema e Donald Trump. Il proprietario è un inglese, Keith McNally, ma un’idea che funziona a Manhattan non ha nazionalità.

La sfida di Napoli e la leggenda Federer
Il Napoli riesce a frenare la corsa della Juventus, ma i bianconeri sono comunque in testa con un vantaggio di sei punti sulla seconda, la Roma. Il personaggio della domenica sportiva però è Roger Federer, vincitore anche agli Open di Miami.

Buona lettura e buona settimana,

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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