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Da: L’addetto stampa

Una nuova e puntuale procedura di esecuzione dei provvedimenti di rilascio di immobili abusivamente occupati, che valorizza, nel contempo, l’attività finalizzata alla prevenzione di nuove occupazioni, attraverso l’attribuzione ai Prefetti del potere di emanare specifiche direttive in materia.
Questo, in sintesi, l’argomento di cui si occupa la recente direttiva del Ministro dell’Interno su cui stamane il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto di Ferrara Michele Campanaro, ha effettuato uno specifico focus alla luce delle ultime disposizioni introdotte dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132 di conversione del decreto-legge 4 ottobre n. 113.
Alla riunione erano presenti il Presidente f.f. del Tribunale di Ferrara Piera Tassoni, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ferrara Andrea Garau, gli Amministratori della Provincia e dei Comuni di Ferrara, Cento e Comacchio, accompagnati dai rispettivi Comandanti della Polizia Locale, oltre i vertici territoriali delle Forze dell’Ordine.
Nella considerazione che l’occupazione degli immobili è una pratica favorita dallo stato di degrado in cui possono versare zone dei centri urbani, nel corso dell’incontro è stata anzitutto condivisa la necessità di mettere in campo specifiche iniziative finalizzate alla messa in sicurezza degli edifici ubicati nelle aree a maggiore marginalità sociale e che possono necessitare di interventi di riqualificazione urbana, per prevenire un aggravamento delle condizioni di degrado e di pericolo per la sicurezza dei cittadini, soprattutto di quelli che risiedono nelle aree più periferiche.
In linea con le valutazioni già espresse in seno al Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, è stata effettuata una prima mappatura sul capoluogo e sui comuni di Cento e Comacchio, quali realtà territoriali della provincia di maggiori dimensioni, di tutte le situazioni di abbandono degli immobili che possono costituire situazione di preoccupazione, sia sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, sia sotto il profilo igienico sanitario. Per le aree individuate come maggiormente sensibili, il Comitato provinciale ha, quindi, deciso di sottoporle ad un regime di particolare attenzione all’interno del Piano di controllo coordinato del territorio, all’uopo definendo specifiche intese collaborative con le Amministrazioni Comunali di Ferrara, Cento e Comacchio per favorire la più ampia sinergia operativa tra le Forze dell’Ordine e le Polizie Locali. Una specifica intensificazione delle misure di controllo è stata, in particolare, disposta dal Prefetto sulla realtà del litorale comacchiese, per la presenza di un numero consistente di “seconde case”, potenzialmente esposte maggiormente a fenomeni di occupazione durante il periodo invernale.
Infine, il Prefetto ha invitato gli Amministratori locali a richiedere ai proprietari privati degli immobili in stato di abbandono l’assunzione di iniziative per la messa in sicurezza degli stessi, con l’installazione di sistemi di difesa passiva o qualsiasi altro mezzo idoneo a scongiurare l’occupazione, rammentando che, ove gli interessati non provvedano nei termini fissati, i Sindaci daranno corso all’adozione di ordinanze contingibili e urgenti a norma degli artt. 50 e 54 del Testo Unico degli Enti Locali.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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