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Da: Gruppo Partito Democratico

La falsa propaganda leghista del “prima i ferraresi” si sgretola: basta applicare le leggi ed è chiaro che quel che ha promesso Fabbri per strappare consenso, non è solo ingiusto, ma pure impossibile.

Nessuna “intimidazione” quindi, ma solo giustizia ed equità.

Il Tribunale di Ferrara accoglie tutte le istanze dei ricorrenti contro il regolamento del Comune per l’erogazione dei buoni spesa, accertando “il carattere discriminatorio della condotta tenuta dal Comune di Ferrara e per esso dalla sua Giunta Comunale” per aver emanato una ordinanza che dà un ordine di priorità in base alla cittadinanza anziché chiedere i soli requisiti relativi alla condizione di disagio economico e alla domiciliazione nel territorio comunale.
Al Comune di Ferrara è stato ordinato di riformulare i criteri e le modalità consentendo la presentazione di nuove domande, prefissando termine idoneo e attribuendo ai nuovi richiedenti il medesimo importo attribuito ai primi richiedenti che si trovassero nella medesima condizione applicando per gli uni e per gli altri i medesimi criteri.

In queste settimane abbiamo insistito in consiglio comunale per avere risposte sulla palese ingiustizia del regolamento. Abbiamo fatto interrogazioni e interpellanze cui non è stata data risposta e ci è stato negato l’accesso agli atti nonostante una recente nota del Prefetto ne ribadisse il nostro pieno diritto.
La giunta non ha avuto il coraggio di rispondere politicamente, anzi, ha fatto ricorso alla solita retorica che ben conosciamo, nascondendosi dietro all’assoluta discrezionalità della giunta per l’accoglimento delle richieste, consentita dalla totale mancanza di trasparenza sulle procedure di verifica, passibile anch’essa di vaglio legale.

Accogliamo pertanto questa sentenza come un atto che ripristina con giustizia quanto è dovuto a tutte le persone davanti al bisogno e ringraziamo Asgi, Altro Diritto, l’associazione culturale Umanità, CGIL, CISL,UIL e gli altri ricorrenti che si sono fatti portavoce in sede legale di una battaglia doverosa.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it