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da: organizzatori

Alla fine non è piovuto! La domenica dei buskers ha avuto la meglio sulle previsioni meteo catastrofiche e le prime gocce di pioggia come per magia sono scese quando i musicisti avevano terminato le loro esibizioni e stavano smontando le loro strumentazioni. Tante esibizioni per le vie del centro invaso letteralmente da fiumi in piena di persone attente, educate, contente. Questa è l’atmosfera che si respira al Buskers Festival quest’anno. Bravissimi i musicisti ufficiali e alto livello anche per gli accreditati tra i quali domenica 21 agosto si è esibito anche il cantautore Leonardo Veronesi, alla sua prima esperienza come musicista di strada che ha cantato e suonato per tutto il tempo a disposizione conquistando un pubblico numerosissimo sempre presente ed entusiasta proponendo brani tratti dal suo nuovo album NON HAI TENUTO CONTO DEGLI ZOMBIE e dai precedenti unitamente a qualche cover rappresentativa della grande e buona musica italiana. Un vero e proprio spettacolo nello spettacolo, perché oltre ad essere stato accompagnato da musicisti di grande talento provenienti dalla Scuola di Musica Moderna di Ferrara: Silvia Zaniboni (chitarra e cori), Eugenio Cabitta (chitarra e cori ) Filippo Dallamagnana (batteria) Michele Dallamagnana (basso) che suonano con lui stabilmente ha proposto alcuni brani con veri e propri set teatrali apprezzatissimi. Due Zombie turisti talmente ben truccati da sembrare usciti da un film, interagivano con Veronesi e si aggiravano tra la folla conquistandosi il favore dei presenti che richiedevano fotografie a ripetizione. Ragazze immagine proponevano attraverso cartelli le tematiche dei suoi brani, e il noto Paolo Bertelli è intervenuto con la sua armonica dando un valore aggiunto ad una musica di qualità che ha fatto emergere in maniera ancora più incisiva le grandi doti vocali e autorali di Veronesi, cantautore originale e mai banale che riesce a creare una grande alchimia tra la sua musica e chi la segue. Grande divertimento per chi suonava e per chi ascoltava, obiettivo centrato in pieno anche in questa dimensione che ha coronato un periodo denso di successi e soddisfazioni partito lo scorso novembre con la presentazione del suo ultimo album insieme a Gene Gnocchi. Sabato prossimo Veronesi si esibirà in un live acustico alla Galleria Itinerarte di Venezia ma prima di passare in laguna godiamoci ancora le simpatiche note di “Non hai tenuto conto degli zombie” che ancora riecheggiano per Corso Martiri!!!

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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