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Vola l’export emiliano-romagnolo verso il Paese asiatico: +35% fra il primo trimestre 2017 e lo stesso periodo del 2016. Faccia a faccia con realtà quali Ducati, Maserati, Tecnogym, Smeg, System Group. E due start up bolognesi si mettono in mostra: Wenda e Griffa, spinoff dell’Alma Mater. Iniziativa alla Tongji University sulle smart cities. L’assessore Palma Costi: “Con il programma Go global vogliamo allargare la platea delle aziende che esportano”

Bologna – “Anche da voi arriva una grande dimostrazione della qualità e della capacità di innovazione dell’Emilia-Romagna, regione prima per crescita e che continuerà a spingere sulla strada della internazionalizzazione e attrazione di investimenti”. Il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini, nel corso della quarta giornata della missione istituzionale della Regione in Cina, incontra a Shanghai alcune delle imprese emiliano-romagnole presenti sul mercato cinese, realtà quali Ducati, Maserati, Tecnogym, System Group, Comer Industries, Fabbri, Rovatti Pompe, Corghi, Smeg. Un contesto, quello del gigante asiatico, consolidato per alcuni grandi brand ma anche un mercato ricco di potenzialità per molte altre imprese che si distinguono per la qualità e il contenuto di innovazione dei loro prodotti, comprese tante piccole e medie imprese. Potenzialità che vanno colte “continuando a fare gioco di squadra fra istituzioni e realtà socio-economiche”.

“Siete la punta avanzata di un sistema che oggi è in grado di competere con i territori più avanzati del mondo, ai vertici nazionali per ritmo di crescita ed europei per export pro capite- ha sottolineato Bonaccini rivolto agli imprenditori-. Questa missione nasce proprio dall’esigenza di rafforzare il posizionamento internazionale del nostro territorio, ampliando il numero delle imprese capaci di andare sui mercati globali. E’ quello che come Regione stiamo facendo investendo in internazionalizzazione, ricerca, innovazione; lavorando come sistema, secondo le indicazioni del Patto per il Lavoro sottoscritto con imprese, sindacati, territori, Università e Terzo settore, con l’obiettivo primario di creare nuova occupazione. Un gioco di squadra che si sta dimostrando efficace”.

Tra gennaio e marzo 2017, l’esportazione di beni e servizi dall’Emilia-Romagna ha raggiunto un totale di circa 14,6 miliardi di euro (il 13,4% del totale nazionale), con un incremento di quasi 9 punti sullo stesso periodo del 2016, confronto fra trimestri che ha visto la Cina rappresentare un mercato di sbocco sempre più importante, con un + 34,9%.

L’incontro odierno con le imprese, organizzato in collaborazione con la Camera di commercio italiana in Cina e il Consolato generale d’Italia, è stato affiancato da una iniziativa alla Tongji University, dove, in partnership con il Future food institute, si è svolto il seminario ‘Safe and smart food for smart cities’. Un confronto a 360 gradi tra startup cinesi ed emiliano-romagnole sui temi dell’innovazione e della sostenibilità in campo agroalimentare, di fronte a uno scenario che entro il 2050 vedrà concentrarsi nelle città il 66% della popolazione mondiale.

Tra le imprese emiliano-romagnole, due start up bolognesi: Wenda, che ha sviluppato un sistema per monitorare umidità e shock termici durante i lunghi viaggi che i prodotti alimentari compiono oggi tra i continenti, salvaguardandone qualità e salubrità a garanzia dei produttori e consumatori; e Griffa, spin-off dell’Università di Bologna che ha messo a punto una tecnica per mappare le materie prime di alimenti lavorati come gli insaccati e contrastare le falsificazioni alimentari.

La Regione sostiene le startup e l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese

Con quasi 900 startup, l’Emilia-Romagna è prima in Italia per numero di start up in proporzione alla popolazione residente. Inoltre, in regione hanno sede 116 spin-off universitari (circa il 10% del totale in Italia) e 4 Incubatori certificati dal ministero.

“Questi dati- commenta l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi, che durante la missione in Cina ha avuto incontri con il sistema imprenditoriale a Hong Kong e Shanghai- sono anche il frutto di scelte e di investimenti fatti dalla Regione per sostenere, anche economicamente, le start up attraverso specifici bandi. Nel 2016 sono state individuate 54 imprese beneficiarie di contributi pari a circa 5,4 milioni di euro mentre per il 2017 sono disponibili altri 4,5 milioni di euro. Puntiamo con i nostri bandi a premiare il livello di innovazione e la sostenibilità del piano industriale dell’impresa richiedente. Cerchiamo di investire sulle persone, sulle loro idee e su di una ricerca e innovazione in grado di migliorare la vita delle persone e creare occupazione anche femminile”.

Ma non solo. Per promuovere l’internazionalizzazione del proprio sistema produttivo – “driver fondamentale delle politiche regionali”, ha ribadito Costi – la Regione ha messo in campo il programma Go Global, costruito su 10 Paesi focus (oltre alla Cina: Sud Africa, Angola e Mozambico, Usa e Canada, Iran, Kazakistan, Perù e Colombia), che nel 2016 ha messo a disposizione oltre 17,5 milioni e per i successivi 4, anni fino al 2020, circa 10 milioni all’anno.

Parte del programma Go Global è il bando (con risorse Por-Fesr) espressamente rivolto alle piccole e medie imprese, anche del comparto agroalimentare, non esportatrici o esportatrici non abituali, per progetti strutturati, e alle piccole e medie imprese che vogliano promuoversi all’estero tramite la partecipazione a fiere internazionali. Per il bando, alla sua seconda edizione, sono state stanziati quasi 14 milioni di euro in due anni (circa 7 milioni di euro per ogni annualità). Nel 2017, attraverso un apposito bando, sono già state finanziate 252 aziende mentre dello stesso bando è terminata anche la seconda scadenza per richiedere i contributi di cui è in corso l’istruttoria, e che ha visto la partecipazione di 213 imprese.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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