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da: Ufficio Stampa CSO

Questa volta ad Expo Milano, nell’ambito delle iniziative di CSO per promuovere frutta e sport c’è un super eroe in versione femminile, Mara Fullin, a cui è stato consegnato il premio Superfruitness.

A premiare la campionessa di Basket e istruttrice di Nordic Walking, Silvia Salvi dell’azienda Salvi che si è presentata ad Expo con una proposta assolutamente innovativa e in linea con i principi dell’Esposizione Universale.
“Al giorno d’oggi si è sempre più attenti alle nuove tecnologie e applicazioni innovative, e Salvi ha deciso di importare nel mondo ortofrutticolo nuove soluzioni che possano essere al servizio della nostra filiera ortofrutticola. Dalla collaborazione con Relazioni Cosmiche e Officine Digitali – FAB LAB di Padova è nata l’idea di presentarci ad Expo con la realtà virtuale, la realtà aumentata e la stampante 3D”.
“La cassetta che non c’è” e “Viaggio al centro del frutteto” hanno stupito, divertito, ma soprattutto hanno creato un forte interesse in tutti coloro che hanno avuto occasione di sperimentare in prima persona queste novità.
A disposizione del pubblico, infatti, la possibilità di indossare i caschi con visore che hanno letteralmente catapultato le persone dall’altra parte dell’Italia in un autentico frutteto Salvi, visibile a 360 gradi, nel quale la Fullin ha virtualmente passeggiato facendo Nordic Walking.
Grande interesse anche per gli occhiali che permettono di aumentare la realtà: utilizzando una tecnologia innovativa e con l’utilizzo di un software all’avanguardia studiato appositamente per Salvi, gli occhiali sono stati capaci di far apparire quasi magicamente delle cassette di frutta Salvi in 3D.
E per essere davvero sostenibili e innovativi fino in fondo, Salvi ha regalato agli intervenuti anche dei piccoli portachiavi creati in diretta con le stampanti 3D (in plastica vegetale in fibra di mais biodegradabile), riproduzioni rigorosamente del logo dell’Azienda.
“Innovazione, sostenibilità, e benessere sono valori in cui crediamo profondamente, per questo motivo mi ha fatto particolarmente piacere incontrare e premiare una grande sportiva come Mara Fullin e da donna a donna so quanta energia, determinazione e forza serve per poter emergere.”
“Il Nordic Walking – dichiara Mara Fullin- non è solo uno sport ma una grande opportunità per unire il benessere del movimento, dello stare insieme e, perché no, anche del piacere di una sana alimentazione”.
Mara promuove i percorsi di Nordic Walking in tutta Italia e non solo, coinvolgendo, ogni volta, decine di persone che hanno voglia di muoversi ma anche di vedere posti nuovi, stringere amicizie, socializzare.

CHI È MARA FULLIN
A partire dal gennaio 2012 Mara Fullin è istruttrice della Scuola Italiana Nordic Walking (SINW) e FIDAL (Federazione Italiana Atletica Leggera) e si dedica con grande entusiasmo alla pratica, all’insegnamento ed alla diffusione di questo sport.
Ma il Nordic Walking è solo l’ultimo approdo di una grande carriera sportiva, che l’ha vista per 18 stagioni protagonista del basket femminile con 575 partite in serie A, 5973 punti realizzati, in Italia ed all’estero. I successi con due squadre fortissime Vicenza (1980-1989) e Como(1989-1998) 15 scudetti, 7 Coppe dei Campioni, 1 Mondiale per Club, 4 Coppe Italia, 2 Super Coppe italiane: ha vestito per 199 volte la maglia azzurra realizzando 2296 punti partecipando a: 5 Campionati Europei, 1 Mondiale, 2 Olimpiadi Barcellona 1992 ed alle Olimpiadi di Atlanta 1996.
Queste le cifre che sintetizzano il suo cammino sportivo, nel corso del quale ha ricevuto molti riconoscimenti. L’ultimo in ordine di tempo è l’inserimento nella Hall of Fame del basket italiano.

I NUMERI DI SALVI
Salvi è un’azienda che ha la sua sede in provincia di Ferrara ma che commercializza con e verso tutto il mondo ed interviene con professionalità e competenza in ogni fase della filiera dell’ortofrutta: ricerca, vivai, produzione, stoccaggio, lavorazione, logistica, commercializzazione.

8 centri in Italia
3 centri in Europa (Francia, Spagna e Polonia)
1.700 ettari in Italia
1.300 persone tra dipendenti e stagionali
1.000 produttori
5 continenti acquisto e vendita
1.000.000 piante da frutto
100.000.000 di piantine di fragola
1.500.000 portinnesti melo e pero
1.000 tonnellate lavorazione giornaliera
112.000 tonnellate di ortofrutta
40.000 tonnellate stoccaggio
130 milioni fatturato/anno.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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