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da: ufficio stampa Coldiretti

Sapori e prodotti del nostro territorio, interpretati “a regola d’arte” da pittori ferraresi che hanno partecipato al concorso di Coldiretti e Campagna Amica Ferrara sui “prodotti a regola d’arte. Dalla nostra terra i capolavori del gusto”. Apertura della mostra alle 11 e chiusura con la premiazione a partire dalle 18,30 nel loggiato del castello, con musica dalvivo e degustazione di vini e prodotti delle nostre aziende.

Prodotti non solo da gustare e territorio non solo da vivere, ma anche da rappresentare con gli occhi e le tecniche di artisti ferraresi in esposizione venerdì 13 giugno apartire dalle 11 presso l’imbarcadero del Castello Estense di Ferrara.
Sono più di trenta gli artisti che hanno colto l’invito di Coldiretti Ferrara a partecipare al concorso sul tema dei prodotti “a regola d’arte” e sui capolavori del gusto che nascono nelle nostre terre, in particolare di quelli a denominazione d’origine comunitaria, ma non solo.
E gli occhi e la sensibilità dei pittori ferraresi hanno saputo cogliere i colori e le suggestioni della nostra campagna, dei nostri prodotti e del territorio, rappresentando sulla tela e con le diverse tecniche quella che ci piace definire “la campagna amica degli artisti”.
Numerosissimi sono gli esempi di opere ispirate dai frutti della terra e dalla campagna stessa, nei diversi movimenti pittorici che hanno caratterizzato la storia dell’arte.
“Ci è piaciuto stimolare un mondo per noi abbastanza nuovo – sottolinea il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – per riaffermare comunque il valore del nostro progetto e del rapporto con la società ed i cittadini, non solo consumatori, nell’ambito del nostro modello di sviluppo. Emerge da questi quadri una visione che rende sempre attuale la tavolozza naturale dei nostri campi, la coloritura variegata dei nostri prodotti, dei quali quasi già si pregusta il sapore e l’eccellenza. È la prima edizione di questa iniziativa e speriamo che possa consolidarsi e si possa trovare lo spazio e l’opportunità per coinvolgere nel prossimo futuro altri artisti ed altri momenti espositivi e di conoscenza reciproca”.
Nel pomeriggio dalle 18,30 la visita guidata alle opere a cura di Francesca Mariotti, curatrice tra l’altro dello Spazio d’arte “L’altrove” di Ferrara, che commenterà anche dal punto di vista tecnico i quadri e le opere vincitrici, a seguire l’intervento del presidente di Coldiretti Ferrara Sergio Gulinelli e delle autorità presenti, con la premiazione dei primi tre classificati. Dalle 19,30 musica dal vivo e degustazione di vini e prodotti delle aziende agricole di Campagna Amica Ferrara.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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