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Da: Camera di Commercio

Da oggi l’informazione economica e statistica della Provincia di Ferrara viaggia in pochi caratteri

Govoni: “Un modo in più per interagire in maniera quotidiana con operatori e imprese, che spesso prima di investire si trovano a dover valutare elementi tra loro anche molto eterogenei”

Dalla demografia delle imprese agli aspetti più specifici legati all’imprenditoria straniera, dai dati sull’interscambio commerciale con l’estero a quelli sulla struttura commerciale e distributiva, dalla movimentazione e struttura della popolazione all’andamento del mercato del lavoro, fino alla puntuale panoramica sui singoli settori di attività economica

Da oggi c’è un modo in più per essere informati sull’informazione economica e statistica della provincia di Ferrara: seguire l’account ufficiale della Camera di commercio su Twitter @cciaa_ferrara. Già presente sul web con il consultatissimo sito www.fe.camcom.it (oltre 400.000 visitatori diversi nel 2016, più 3,6% rispetto al 2015),

l’Ente di Largo Castello approda, dunque, anche sul social media Twitter, consentendo a tutti i cittadini ed alle imprese interessate di seguire in tempo reale, dal proprio smartphone o computer, aggiornamenti e approfondimenti sui dati socio-economici del nostro territorio attraverso infogrammi dinamici, immagini, testi e grafici in schermate che contengono informazioni immediatamente disponibili e facili da leggere.

“L’account della Camera di commercio – ha spiegato il suo presidente, Paolo Govoni – è uno strumento ulteriore per interagire in maniera quotidiana con operatori e imprese, che spesso, prima di investire, si trovano a dover valutare elementi tra loro anche molto eterogenei. Nella società contemporanea – ha proseguito Govoni – l’informazione statistica ha assunto un ruolo centrale: è però necessario che essa risponda a precisi requisiti di qualità, tempestività, correttezza, confrontabilità e che, soprattutto, sia riferibile ed utilizzabile ai vari livelli di disaggregazione territoriale locale”.

Frutto di una intensa attività di ricerca svolta dal Centro Studi della Camera di commercio, che estrapola una ingente mole di dati inerenti caratteristiche e performance delle imprese locali, Twitter diviene, dunque, strumento determinante per rendere conoscibili le dinamiche e le modificazioni strutturali in atto nel sistema imprenditoriale provinciale, fungendo da utile riferimento per eventuali politiche di intervento. Una preziosa ‘miniera’ informativa (con un dettaglio che, per gran parte dei dati, è esteso anche al livello comunale), alla quale attingere per conoscere ed aggiornare una serie di fenomeni estremamente ampi e diversificati, spesso ricchi di curiosità: dalla demografia delle imprese agli aspetti più specifici legati all’imprenditoria straniera; dai dati sull’interscambio commerciale con l’estero delle nostre imprese (import-export) a quelli sulla struttura commerciale-distributiva per le varie tipologie di esercizi; dalla movimentazione e struttura della popolazione all’andamento del mercato del lavoro, fino alla panoramica sui singoli settori di attività economica (agricoltura e pesca, turismo, credito, edilizia, ecc.).

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CAMERA DI COMMERCIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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