Skip to main content

Da: Bologna Jazz Festival

Appuntamenti di sabato 19 novembre
Bologna, Teatro Auditorium Manzoni, ore 21:15
Kronos Quartet
David Harrington, violino; John Sherba, violino; Hank Dutt, viola; Sunny Yang, violoncello
in collaborazione con Teatro Auditorium Manzoni
esclusiva nazionale

Jazz Insight
Lezioni musicali con Emiliano Pintori
Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica – Palazzo Sanguinetti, ore 17
Tempus Fugue-it. Dedicato a Bud Powell

Ultimo appuntamento in teatro per il Bologna Jazz Festival 2016, ancora una volta nel segno dell’esclusiva: sabato 19 novembre il Teatro Auditorium Manzoni ospiterà l’unica data italiana del Kronos Quartet (inizio alle ore 21:15). Il programma preparato da David Harrington, John Sherba (violini),
Hank Dutt (viola) e Sunny Yang (violoncello) conferma in pieno la fama di un gruppo che ha proiettato l’organico per eccellenza della musica cameristica classica verso territori futuristici e immaginifici: in scaletta pillole di jazz (Mingus, Jelly Roll Morton), rock (The Who), autori contemporanei non necessariamente classici e spesso etnicamente caratterizzati, incursioni verso un avvolgente misticismo sonoro (The Beatitudes, ascoltata anche nella soundtrack di La Grande Bellezza). Tutto quanto appositamente scritto o arrangiato su misura per il Kronos.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main partner Gruppo Hera.

Il Kronos Quartet ha insegnato a generazioni di ascoltatori a non farsi intimorire delle barriere divisorie tra gli stili musicali. E, pur essendo un quartetto d’archi dedito, almeno ufficialmente, alla musica contemporanea, la formazione creata da David Harrington ha saputo crearsi una vasta fama, degna quasi di una rock band, per le sue incandescenti esecuzioni e le scelte di repertorio lungimiranti, visionarie, spesso spiazzanti. Il Kronos Quartet si è dedicato alla musica da film, al tango, alla musica antica, ha fatto scalpore suonando Purple Haze di Jimi Hendrix: servono altre prove dell’estrema apertura artistica di questa formazione? Eccole qui: ha collaborato con Pat Metheny, la rock band messicana Café Tacuba; i gitani Taraf de Haïdouks, i metallari Faith No More, il guru dell’elettronica Bob Ostertag. Dal vivo hanno condiviso il palco con Astor Piazzolla, il Modern Jazz Quartet, Tom Waits, David Bowie, Paul McCartney, Björk…
Fondato a Seattle nel 1973, nel 1978 il Kronos Quartet ha trasferito la sua base a San Francisco, ‘inaugurando’ quello che è stato il suo organico storico e più duraturo, con David Harrington, John Sherba (violini), Hank Dutt (viola) e Joan Jeanrenaud (violoncello). Nel 1999 la Jeanrenaud ha lasciato il gruppo e, dopo alcune sostituzioni, oggi la violoncellista titolare è Sunny Yang.
I primi due dischi del Kronos misero subito bene in chiaro il loro approccio informale e anticonvenzionale alla musica contemporanea: in programma c’erano musiche di Thelonious Monk e Bill Evans, eseguite in compagnia di Ron Carter, Jim Hall, Eddie Gomez. Ma fu con il passaggio all’etichetta Nonesuch che si definì il loro stile unico e personale, che portò presto il gruppo alla fama internazionale. Da quel momento il Kronos ha eseguito e inciso prevalentemente composizioni e arrangiamenti scritti ‘su misura’ per il quartetto, legando il proprio nome a quello dei più importanti compositori statunitensi, particolarmente quelli minimalisti (John Adams, Steve Reich, Philip Glass, Terry Riley, Kevin Volans, George Crumb). Non meno significativa è la loro dedizione agli autori dell’Europa orientale (Arvo Pärt, Henryk Górecki, Pēteris Vasks), delle cui pagine talvolta traboccanti di misticismo il Kronos è un infervorato interprete. Il Kronos ha dimostrato uno spiccato interesse anche per sonorità esotiche e world introdotte all’interno dei canoni classici.
Il Kronos Quartet si è più volte cimentato anche con le colonne sonore cinematografiche, eseguendo, tra le altre, le soundtracks scritte da Philip Glass per Mishima (di Paul Schrader) e per la riedizione sonorizzata di Dracula (di Tod Browning) e quelle di due pellicole di Darren Aronofsky: Requiem for a Dream e The Fountain – L’albero della vita.

Teatro Auditorium Manzoni: Via de’ Monari 1/2, Bologna

Informazioni:
Associazione Bologna in Musica
tel.: 334 7560434
e-mail: info@bolognajazzfestival.com
www.bolognajazzfestival.com

Presidente: Federico Mutti
Direttore artistico: Francesco Bettini

Ufficio Stampa: Daniele Cecchini
cell. 348 2350217
e-mail: dancecchini@hotmail.com

Biglietti:
Kronos Quartet:
platea: intero 45 euro, ridotto 40,50 euro
galleria e balconata 1: intero 35 euro, ridotto 31,50 euro
balconata 2: intero 15 euro, ridotto 13,50 euro

I biglietti sono soggetti a diritto di prevendita

Riduzioni:
Riduzioni valide per soci Bologna Jazz Card 2016, giovani fino a 26 anni, soci Touring Club, possessori abbonamento annuale TPER Bologna 2016 e Card Musei Metropolitani Bologna.*

Tutti i biglietti soggetti a riduzione sono acquistabili esclusivamente presso le biglietterie dei teatri presentando il titolo che dà diritto alla riduzione*.

*Le scontistiche non sono cumulabili

Studenti del Conservatorio ‘G. B. Martini’ di Bologna e del Liceo Musicale ‘L. Dalla’ di Bologna: prezzo speciale 10 euro

Informazioni: ticket@bolognajazzfestival.com

Bologna Jazz Card:
Socio Young (fino a 26 anni): 10 euro
Socio Standard: 25 euro
Socio Gold: 50 euro
acquistabile o rinnovabile online nell’area soci del sito www.bolognajazzfestival.com

Vantaggi esclusivi per i Soci possessori della Bologna Jazz Card:
– applicazione del prezzo ridotto sull’acquisto di singoli biglietti presso le biglietteria dei teatri – accesso all’area riservata delle platee e delle gallerie
– speciali convenzioni con i jazz club affiliati al Festival

Prevendite:
– sul sito www.vivaticket.it e su tutto il circuito VivaTicket
– sul sito www.tiketone.it e su tutto il circuito TiketOne;
– nelle biglietterie dei teatri Manzoni e Duse.

Jazz Insights, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica – Palazzo Sanguinetti:
Biglietto: euro 5
Informazioni: museomusica@comune.bologna.it – www.museibologna.it/musica

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it