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Da: Organizzatori

Venerdì 29 novembre ore 17, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino – Libreria Libraccio di Ferrara. Introduce Paola Bastianoni, dialogano con l’autore Luigi Fadiga e Teresa Sirimarco.

Nel presente volume vengono analizzate la teoria e le prassi applicative dell’istituto della sospensione del processo per messa alla prova minorile (art. 28 del DPR 448/1988), forma di “probation processuale”, a trent’anni dalla sua entrata in vigore, dedicando un focus ai minori che hanno commesso reati di gruppo o reati associativi anche in contesti di criminalità organizzata, secondo le esperienze e le testimonianze di vari Tribunali per i Minorenni (Catania, Milano, Napoli e Reggio Calabria). Con le sue peculiarità di grande flessibilità e programmaticità e con i suoi obiettivi di cambiamento, questo istituto ha notevolmente contribuito ad abbattere il tasso di recidiva dei minorenni autori di reati. In merito alla casistica dei minori coinvolti in reati di gruppo o in reati associativi, il volume offre un aggiornamento sulle nuove prassi operative in materia di interventi di recupero psico-sociale, nonché una griglia realizzata da un gruppo di lavoro dell’Ufficio GUP del Tribunale per i Minorenni di Milano, fruibile dagli operatori psico-socio-educativi come guida agli aspetti diagnostici e trattamentali che la magistratura minorile ritiene imprescindibili nell’applicazione dell’istituto. I contributi pubblicati in questo volume contengono concetti fondamentali e innovativi applicati in questo ambito, come bellezza, empatia, contenimento psichico e mentale, rito di passaggio, stimolo al cambiamento e relazioni transferali istituzionali a vari livelli. Alcuni ragazzi hanno accettato di esprimere liberamente e in forma scritta la loro esperienza in sede di udienza finale di messa alla prova; le loro riflessioni riportate nel testo lasciano trasparire il travaglio sotteso e l’impegno profuso nel faticoso percorso maturativo e di cambiamento svolto durante il periodo di prova. Il presente volume è rivolto principalmente agli operatori della giustizia minorile, in particolare magistrati togati e onorari, avvocati, operatori dei servizi psico-socio-educativi del Ministero della Giustizia, del territorio e delle strutture residenziali penali, ma anche a tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questo importante settore della Giustizia tesa all’applicazione del principio riabilitativo, che sottende la ripresa dei processi maturativi nella mente del minore che delinque, ritenendo l’intervento a ciò mirato necessario e proficuo per far evolvere la personalità in formazione verso migliori destini e per recuperare risorse preziose alla società.

Laureato in giurisprudenza all’Università Statale di Milano, si è specializzato in diritti umani e diritto minorile. Ha svolto la funzione di vice Procuratore onorario (Pubblico Ministero d’udienza) presso il Tribunale di Milano, e successivamente, quella di giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano dal 2002 al 2016. Attualmente collabora come esperto esterno con la Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, nonché con organizzazione internazionali governative (Unicef) e non governative (Fondazione Terre des hommes Italia) per il monitoraggio e la valutazione di progetti di cooperazione allo sviluppo in materia di giustizia minorile in vari Paesi del sud del mondo.

È docente in diversi Master di I e II livello e corsi di specializzazione su varie tematiche tra cui giustizia minorile, tratta e sfruttamento sessuale di minori, minori stranieri in particolare non accompagnati, bande giovanili. Ha pubblicato decine di articoli sulle tematiche sopra menzionate.

È stato Segretario generale dell’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia (AIMMF, www.minoriefamiglia.it) e Presidente dell’International Association of Youth and Family Judges and Magistrates (IAYFJM, www.aimjf.org). Dal 2006 recensisce per la rivista “Minori giustizia” e per la rivista “Duellanti”, nonché per siti internet specializzati tra cui quello del Tribunale per i minorenni di Milano (www.tribmin.milano.giustizia.it) e quello del Centro Audiovisivo e Mediatico sulla Rappresentazione dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CAMeRa, www.minori.it/rassegne-filmografiche) lungometraggi che trattano tematiche legate al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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