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Da: IIS L. Einaudi di Ferrara.

venerdì 21 Febbraio, ore 10,10-12,10,
Istituto L. Einaudi, Aula magna di via Savonarola n. 32, Ferrara

Prosegue, all’Istituto L. Einaudi di Ferrara, il ciclo degli incontri di “ApertaMente: l’officina del sapere”. Il settimo appuntamento degli eventi 2019-20 si terrà, infatti, venerdì 21 febbraio alle ore 10,10-12,10 nell’Aula magna sita in via Savonarola n. 32. Durante questo incontro la Scuola ospiterà Vittorio Marletto dell’Arpae Emilia-Romagna, che terrà una conferenza intitolata La crisi climatica: cause, conseguenze e possibili rimedi. Si tratta di un incontro finalizzato a comprendere il fenomeno del riscaldamento globale che stiamo attualmente sperimentando; un fenomeno che non è dovuto a cambiamenti planetari, così come è avvenuto per le passate mutazione del clima terrestre, ma che è invece imputabile all’attività antropica, cioè al modo con cui oggi gli esseri umani provvedono alla propria autoconservazione, in particolare per quanto riguarda la combustione di carbone, gas e petrolio, che ne sono la causa principale. Come farà vedere Marletto nella sua conferenza, alluvioni, siccità, ondate di calore, ovvero quelli che gli esperti chiamano eventi estremi, sono la conseguenza diretta del surriscaldamento globale. Si tratta di eventi che, così come dimostrato dalla ricerca scientifica, andranno incontro nei prossimi anni ad una intensificazione ed accelerazione se non si interverrà in tempi rapidi a contenere ed eliminare le loro cause. Coerentemente con questa esigenza “di fare presto”, nel suo intervento Marletto entrerà ampiamente nel merito delle azioni attraverso cui ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra; azioni tutte riconducibili alla rimodulazione di un nuovo sistema energetico, fatto di fonti rinnovabili, riduzione dei consumi, blocco della deforestazione e, più in generale, di comportamenti che riguardano tutti noi e la nostra vita quotidiana, come ad esempio il privilegiare la mobilità metropolitana pedonale, ciclabile e pubblica e, in occasione dei lunghi percorsi, preferire il treno all’areo.
Nel suo ruolo di dirigente responsabile del centro clima ARPAE dell’Emilia Romagna, sono anni che Vittorio Marletto opera a favore di una divulgazione di massa di questi temi, attraverso articoli, contributi scientifici e, soprattutto, attraverso le molteplici conferenze da lui tenute, che hanno coinvolto anche gli allievi delle scuole del territorio regionale. Un compito questo molto importante, poiché fare divulgazione nelle scuole significa sensibilizzare le giovani generazioni a tenere conto del problema ambientale e ad agire di conseguenza. Compito della Scuola non è infatti soltanto di istruire ma, coerentemente con i percorsi didattici di “Cittadinanza e costituzione” attivati recentemente dal MIUR, anche di educare i giovani ad essere cittadine e cittadini attivi e partecipi, consapevoli dei loro diritti e soprattutto dei loro doveri. La responsabilità verso l’ambiente è al primo posto tra questi doveri, perché da essa dipende non soltanto la conservazione delle innumerevoli specie che popolano la natura vegetale e animale, ma anche la vita della stessa specie a cui noi come umani apparteniamo.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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