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Da: Organizzatori
IS Einaudi sperimenta nuove aree espressive. Fashion e RAP le due tematiche.
Due quinte presenteranno progetti cine-tv molto elaborati.

Si sperimentano nuove forme di produzione e comunicazione cine-televisive ed i giovani maturandi dello storico Istituto Tecnico Einaudi di Ferrara dell’indirizzo Grafica e Comunicazione, non temono di misurarsi con la crescente competizione nazionale ed internazionale che li aspetterà al varco dopo questa nuova maturità tecnica.
Presto saranno presentati due filmati che scaturiscono da un lavoro di progettazione molto lungo ed accurato, iniziato in ottobre 2018, con Organizzazione dei Processi Produttivi nel settore cine-tv, in collaborazione e condivisione con le altre materie professionalizzanti del corso di Grafica e Comunicazione. 

Le due classi, 5H e 5G sono già impegnate anche nel celebre StudenTG del prof. Benedetti che da anni realizza eccellenti produzioni per le news interne al plesso scolastico ed anche per gli eventi della città con relazioni esterne anche verso aree professionalizzanti più ampie in ambito.

La novità dei due nuovi filmati sta nella progettazione: “…si tratta di un percorso molto impegnativo per i ragazzi che si sono dovuti abituare anche a realizzare rendicontazioni economiche simulate per l’impresa, tabelle di comparazione tecnica, relazioni anche molto ampie…per poi approdare al progetto dei filmati comprensivo di tutto l’iter tecnico (dall’idea allo storyboard…) fino alla produzione vera e propria su set predefiniti o creati ad hoc…in tal caso la scuola stessa ed anche per gentile concessione il Bar Gallery di Ferrara…”, ci racconta il prof. Quaiotti, docente della materia in questione.
Determinante anche la gentile concessione di un fashion brand svizzero che ha prestato abiti e borse per la realizzazione del filmato che è una simulazione in piena regola di uno spot pubblicitario nell’ambito luxury: “…due allieve sono state scelte per simulare un pomeriggio di relax in una città elegante e moderna; abbigliamento esclusivo realizzato con opere d’arte originali e con due borsette davvero particolari in grado di sviluppare oltre 479 milioni di combinazioni artistico-cromatiche…da vedere…”, continua il docente. 

Una produzione di respiro anche internazionale, di certo molto efficace.
Il secondo progetto, invece, è un videoclip musicale del cantante e rapper Juan Tavano dal titolo “Vision”: “…in questo caso il lavoro interpretativo è stato importante anche per impersonare il cantante e simulare un suo live in alcuni momenti salienti della sua carriera artistica…”, conclude il docente.
Un lavoro davvero impegnativo per questi giovani che si accingono ad affrontare anche una nuova maturità, ma che hanno dimostrato di poter anelare a livelli davvero molto alti, per un futuro tutto da scrivere e da vivere.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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