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da: organizzatori

Come lo scorso anno alla Mostra di Matisse, anche per “La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudì” sono decine le famiglie che si sono rivolte a Le Muse – Servizi al Turismo e alla Didattica dell’Arte per usufruire di servizi qualificati, specialmente nel campo della didattica dell’arte.

La giovane società ferrarese da qualche anno è concessionaria sul territorio del marchio “Mamma Cult”, che predispone visite guidate per famiglie con bambini di tutte le età nelle principali città italiane (recente la convenzione con i Musei in Comune di Roma).
Alla formula Mamma Cult, Le Muse aggiungono una specifica preparazione nel campo della didattica dell’arte, che le fa essere contattate di anno in anno da famiglie sempre più lontane, che superano le distanze di centinaia di chilometri per visitare le esposizioni di Palazzo dei Diamanti accompagnate dai divertenti ed istruttivi activity book preparati specificamente per i bambini della scuola primaria.

Anche alle scuole, infatti, sono rivolti i servizi della società, specializzata in laboratori di prima alfabetizzazione artistica e di storia dell’arte, e il catalogo sempre più corposo si aggiorna con proposte sempre nuove ed accattivanti!

Ma la novità introdotta a Ferrara da Le Muse grazie a Mamma Cult sono le visite in passeggino, che permettono alle neomamme di non rinchiudersi in un mondo fatto solo di pappe e pannolini, ma di condividere con altre mamme e con i propri cuccioli anche un bel momento di svago culturale come la visita ad una Mostra d’arte.

Lo scorso 15 maggio (di cui si allega qualche foto), un lungo serpentone fatto di passeggini, fasce e marsupi ha attraversato le silenziose sale del Palazzo dei Diamanti suscitando la meraviglia e i sorrisi degli altri visitatori e degli operatori, mentre le mamme hanno cominciato ad avvicinare i piccoli al mondo dell’Arte e della Cultura!

Al momento non sono previste altre date in passeggino, ma le richieste sono sempre numerose per cui per rimanere aggiornati su eventuali altri appuntamenti basta monitorare il sito www.lemuseservizi.it oppure la relativa pagina FB; mentre le visite per famiglie con bambini dai 5 ai 10 anni hanno riportato il tutto esaurito per il 9/5 (di cui si riporta una foto) e per il 24/5, lasciando ancora qualche posto per il prossimo 7 giugno alle 16.00.
La prenotazione va fatta al massimo entro i 10 gg precedenti al 3209412763 oppure info@lemuseservizi.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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