Skip to main content

Da: Ferrara Cambia

A meno di 90 giorni dalle elezioni, molta parte delle cronache politiche è ancora occupata da notizie e discussioni riguardanti probabili candidati sindaci nonché dalle immancabili promesse elettorali (“non abbiamo fatto, ma faremo”) da parte di esponenti della attuale Giunta.
I ferraresi meritano molto di più perché i veri problemi della città sono altri e ringrazio il Carlino per avermi dato la possibilità di (ri)portare l’attenzione su cose concrete. In primo luogo il senso di insicurezza e di disagio che ha raggiunto livelli intollerabili ormai in ampie zone della città e il degrado urbano determinato in gran parte dal fallimento del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti.
Insicurezza e degrado vanno poi a braccetto con lavoro e sviluppo economico: anni di immobilismo e la perdurante crisi economica hanno fatto sì che Ferrara vanti tristi primati, due dati tra tutti: disoccupazione giovanile superiore al 37% e 5% in meno di imprese rispetto a dieci anni fa.
E’ tempo ora di iniettare nuova fiducia al sistema, agli operatori, semplificando il rapporto con la Pubblica Amministrazione, riducendo dove possibile la tassazione locale e favorendo la nascita di nuove imprese. Come? Incentivando la creazione di attività imprenditoriali, anche utilizzando il potente carburante della nostra Università: una macchina formidabile con 20.000 studenti e una ricchezza fino ad oggi non del tutto capita in termini di indotto economico e “creativo” e di competenze utili per costruire legami sociali, individuare nuovi settori imprenditoriali e produrre sviluppo.
Un secondo aspetto riguarda il nostro tessuto sociale: nel 2017 i nati a Ferrara sono stati 756, i morti 1910. Incrociamo questo dato con i seguenti: su 65.000 famiglie e 132.000 abitanti, quasi il 30% ha più di 65 anni: abbiamo 236 anziani ogni 100 giovani.
Ciò significa che abbiamo una fortissima prevalenza di famiglie mononucleari composte da una sola persona anziana, che vive sola e spesso non ha nessuno con cui parlare per l’intera giornata. Persone sole che faticano a fare la spesa perché mancano le botteghe di vicinato (settore da promuovere limitando lo strapotere della Grande Distribuzione Organizzata), che non hanno compagnia perché ormai molti luoghi all’aperto non sono più sicuri, che devono combattere contro una burocrazia incomprensibile per ottenere assistenza sanitaria e sociale. Il nostro impegno è quello di sostenere la famiglia come cardine della società  e come fulcro  di un diverso sistema di erogazione servizi sociali (asili, ma non solo) che valorizzi il volontariato e che privilegi i nostri anziani. Naturalmente sono anche molti altri i problemi di Ferrara, da qui al 26 maggio ci sarà tempo per discuterli e, dopo, per risolverli.
Ecco, su questo e i molti altri aspetti critici del nostro territorio, mi impegno a lavorare insieme alla squadra che sto costituendo: una squadra di persone per bene, competenti, di diversa estrazione sociale economica culturale che come me, insieme a me, hanno deciso di metterci la faccia e impegnarsi per contribuire dal 27 maggio a cambiare (in meglio) Ferrara.
Andrea Maggi
Promotore Lista “Ferrara Cambia”

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it