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Da: Gruppo Partito Democratico

Interpellanza su potenziamento sistema servizi sociali.

Premesso
Che con la legge 30 dicembre 2020 n. 178 ( legge di Bilancio 2021 ), all’art. 1 c. 797 e seguenti, il
Governo dispone di incentivare l’assunzione a tempo indeterminato di Assistenti Sociali, in
funzione del raggiungimento di un livello essenziale delle prestazioni di assistenza sociale, definito
da un operatore ogni 5 mila abitanti in ciascun Ambito territoriale sociale del territorio nazionale;
Che la legge prevede l’attribuzione a ciascun Ambito territoriale di un contributo così determinato:
• €.40.000 annui per ogni operatore equivalente a tempo pieno con qualifica di assistente
sociale, assunto a tempo indeterminato dall’ATS, ovvero dai comuni che ne fanno parte ed
effettivamente impiegato nei servizi sociali territoriali, eccedente il rapporto di 1 ogni 6.500
abitanti e fino al raggiungimento del rapporto di 1 a 5.000;
• €.20.000 annui per ogni operatore equivalente a tempo pieno con qualifica di assistente
sociale, assunto a tempo indeterminato dall’ATS, ovvero dai comuni che ne fanno parte ed
effettivamente impiegato nei servizi sociali territoriali, eccedente il rapporto di 1 a 5.000 e
fino al raggiungimento del rapporto di 1 a 4.000.

Considerato
Che il termine previsto per la comunicazione dei dati al ministero è fissato per il 28 febbraio p.v.;
Che il contributo non è una tantum, ma consta di un finanziamento stabile a copertura dei costi di
ogni assistente sociale ( equivalente a tempo pieno), assunto a tempo indeterminato eccedente e non
eccedente le soglie minima e massima di cui in premessa;

Valutato
Che nella relazione al bilancio consuntivo 2019 e in quello di previsione 2020 dell’ASP, emerge in
modo chiaro come la carenza di risorse umane, riduca la capacità dei servizi sociali di affrontare in
modo compiuto i bisogni della parte più fragile della comunità ferrarese;
Che tale carenza emerge in modo importante nel campo della tutela dei minori, dove la possibilità
di rigenerazione delle famiglie in difficoltà e la redazione di progetti individuali, soprattutto nei
confronti di minori allontanati dalle famiglie di origine, richiede un lavoro professionale che
assorbe un numero importante di operatori;

Interpella il Sindaco e l’Assessore competente per conoscere:
Se è loro intenzione tramite l’Asp, cogliere questa opportunità di poter coprire la pianta organica di
operatori nel sociale, in modo da poter meglio rispondere ai bisogni della popolazione più fragile in
particolare dei minori;
se si sta procedendo alla raccolta dei dati, in modo da produrli in tempo utile al ministero e non
perdere questa importante opportunità offerta dal Governo agli Enti Locali.

 

 

Il Presidente del Gruppo
Francesco Colaiacovo

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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