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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


da: ufficio stampa Pazzi di Jazz

Aperto a studenti e docenti universitari, 2 marzo, ore 10-13, Ravenna, Palazzo dei Congressi Largo Firenze 1

La seconda edizione di “Pazzi di Jazz” è iniziata lo scorso 5 febbraio e già tutti i suoi protagonisti sono saliti in cattedra, letteralmente. Mentre l’etnomusicologo e polistrumentista Ambrogio Sparagna ha incontrato gli studenti dei licei artistico, scientifico e classico di Ravenna oltre che i giovanissimi della scuola primaria di Lido Adriano, Alien Dee col suo funambolico e travolgente beatboxing è diventato il beniamino degli studenti delle medie ravennati (Ricci Muratori, Don Minzoni, Montanari).
L’accoppiata del critico musicale Francesco Martinelli col celeberrimo trombettista Paolo Fresu ha costituito il momento saliente di queste prime settimane dell’iniziativa didattica organizzata da Jazz Network con il patrocinio del Comune di Ravenna e dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna/MIUR. I due hanno incontrato e intrattenuto con affabulazioni e interventi musicali improvvisati gli studenti di scuole medie ed elementari all’interno di un Teatro Alighieri completamente gremito.
E lunedì 2 marzo alle ore 10 toccherà nuovamente alla coppia Martinelli & Fresu. I due incroceranno storie del jazz delle origini e assolo di tromba al Palazzo dei Congressi (Largo Firenze 1): un incontro rivolto agli studenti e i docenti di tutti i corsi universitari di Ravenna, per avvicinarli alle vicende ormai mitiche delle origini della musica improvvisata afro-americana.

Nato nel 1961 a Berchidda, in Sardegna, Paolo Fresu intraprende lo studio dello strumento all’età di 11 anni nella Banda Musicale del proprio paese natale. Dopo varie esperienze di musica leggera, scopre il jazz nel 1980 e inizia l’attività professionale nel 1982.
Nel corso dei tre decenni seguenti è protagonista di una scalata verso la vetta del jazz italiano e internazionale, del quale è oggi uno dei grandi protagonisti. Ha collezionato un numero difficilmente riassumibile di premi e riconoscimenti, esibendosi in ogni continente e con i nomi più importanti della musica afro-americana degli ultimi 30 anni: Enrico Rava, Aldo Romano, Kenny Wheeler, Gerry Mulligan, Dave Holland, John Zorn, Richard Galliano, Trilok Gurtu, Jim Hall, Uri Caine, Gil Evans Orchestra, Toots Thielemans, Carla Bley, Dave Douglas…
Anche la sua capacità di ideare formazioni e progetti musicali pare essere inesauribile: dal suo Quintetto al duo con Gianmaria Testa, il Trio P.A.F., il Devil Quartet, il trio con Nguyên Lê e Dhafer Youssef, il duo con Uri Caine e altri pianisti (Danilo Rea, Dado Moroni, Bojan Zulfikarpacic, Ludovico Einaudi, Omar Sosa), le rivisitazioni filologiche di Porgy and Bess e Birth of the Cool con l’Orchestra Jazz della Sardegna, l’Italian Trumpet Summit… L’elenco potrebbe continuare con lunghezza enciclopedica.
Ha registrato oltre trecentocinquanta dischi, di cui oltre ottanta a proprio nome o in co-leadership, spesso lavorando in progetti che intrecciano il jazz ad altre musiche (etnica, world music, contemporanea, leggera, antica). Si è confrontato anche con la musica per il teatro, la danza, la poesia, il cinema e la televisione, a fianco di importanti esponenti di queste discipline. È docente e responsabile di diverse importanti realtà didattiche nazionali e internazionali.

Nato a Pisa nel 1954, Francesco Martinelli è impegnato fin dagli anni Settanta nella diffusione della cultura jazzistica in Italia come organizzatore di concerti, giornalista, saggista e traduttore, insegnante e conferenziere. Ha collaborato negli anni Settanta all’organizzazione delle memorabili Rassegne Internazionali del Jazz di Pisa, e in seguito ha promosso nella sua città concerti e rassegne tra cui La Nuova Onda, l’Instabile’s Festival, An Insolent Noise. Come giornalista ha collaborato a Musiche, Musica Jazz e
Il Giornale della Musica; attualmente scrive di musiche tradizionali per la rivista inglese Songlines. Ha pubblicato le discografie di Anthony Braxton, Evan Parker, Joelle Léandre e Mario Schiano. Ha tradotto una decina di libri dall’inglese all’italiano, collaborando con Arcana, Il Saggiatore, EDT e con la pisana ETS per la collana Sonografie la cui più recente uscita è un volume su Albert Ayler. Insegna Storia del Jazz presso l’Istituto Musicale Mascagni di Livorno e la Siena Jazz University; a Siena Jazz dirige anche il Centro Studi sul Jazz “Arrigo Polillo”, la più ampia raccolta di libri, riviste e registrazioni di jazz in Italia. La collana di testi jazzistici creata in collaborazione da EDT e Siena Jazz è da lui diretta. Ha insegnato per diversi anni a Istanbul alla Bilgi University e collabora tuttora con la Fondazione per la Cultura di Smirne per l’organizzazione del Festival del Jazz Europeo e la gestione del museo degli strumenti musicali tradizionali dell’Anatolia.
È oggi impegnato a coordinare un vasto progetto internazionale promosso da Europe Jazz Network per la redazione di una storia collettiva del Jazz in Europa.

Ferrara film corto festival

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dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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