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Da: Ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Free, punk, funk, sperimentale, psichedelico, post-elettronico. Tutto questo è Ceramic Dog, ovvero il potente ed esplosivo trio di Marc Ribot protagonista, sabato 23 febbraio (inizio ore 21.30), al Jazz Club Ferrara grazie alla preziosa collaborazione di Ferrara Musica.
L’osannato chitarrista si presenta insieme a due dei migliori musicisti rappresentativi della nuova generazione della scena rock underground improvvisativa e sperimentale newyorchese e californiana: Shahzad Ismaily (Will Oldham, Secret Chiefs 3, Jolie Holland, Yoko Ono) al basso e all’elettronica e Ches Smith (Xiu Xiu, Good for Cows, Secret Chiefs) alla batteria.
Ceramic Dog riprende l’espressione francese ‘chien de faïence’ (cane di ceramica), che sta a rappresentare quel momento di sospensione del movimento, dettato dallo stupore o da una forte emozione, che precede l’esplodere di una reazione. Oppure fa pensare anche a quei soprammobili kitsch presenti talvolta in certe case d’epoca. Qualunque sia il significato che vogliate dargli, Ceramic Dog “non è un progetto, ma una vera band!” 
Improvvisatore geniale, totalmente trasversale ai generi e alle etichette, Marc Ribot (Newark, 1954) è noto ai più per l’esperienza nei gruppi downtown newyorchesi Lounge Lizard e Jazz Passengers e per le illustri collaborazioni con Tom Waits, John Zorn e Elvis Costello. Le sue performance sono eventi unici in cui composizione e forme libere si fondono in un continuum di sonorità elettro-acustiche che esplorano la complessità e la ricchezza della musica delle Americhe – dal free jazz di Albert Ayler al son cubano di Arsenio Rodríguez con i suoi Cubanos Postizos – lasciando gli spettatori letteralmente incollati alla sedia.
Aldilà della partecipazione a Rain Dogs di Tom Waits (1985), che lo ha reso in breve uno dei chitarristi più richiesti dal gotha della musica internazionale (Diana Krall, Caetano Veloso, Marianne Faithfull, Laurie Anderson, McCoy Tyner, Elton John…), Ribot – in oltre trentacinque anni di carriera – ha all’attivo più di una ventina di album come leader di formazioni quali gli Shrek e i Rootless Cosmopolitans. Ma gli interessi dell’onnivoro artista sfociano anche al grande schermo e alla danza contemporanea, con la composizione di brani per celebri pellicole come “Ogni cosa è illuminata” di Liev Schreiber o “The Departed” di Martin Scorsese, e per spettacoli dell’acclamato coreografo belga Wim Vandekeybus.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Per informazioni e prenotazione cena 331 4323840 tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 22:00.

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Intero € 25
Ridotto € 20

Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Primo set 21.30
Secondo set 23.00

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JAZZ CLUB FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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Francesco Monini
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