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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Era il 30 settembre dell’anno scorso quando fu eletto presidente della Provincia Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara, e il Consiglio provinciale, con la nuova formula elettiva e cioè dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio.
Non più dunque elezione diretta dei cittadini, perché la Provincia è diventata ente di secondo livello dopo l’entrata in vigore della legge firmata Delrio dell’aprile 2014.
“Avevamo di fronte un quadro non ben definito sotto l’aspetto organizzativo e finanziario”, ha ricordato il presidente Tagliani, e la chiamata ad ulteriori compiti e impegni, oltre a quelli dei rispettivi Comuni rappresentati, ha rappresentato “una prova di responsabilità – ha aggiunto il vicepresidente Nicola Rossi – non scontata in partenza”.
Il bilancio di un anno di mandato amministrativo parte dal quadro sul personale dell’ente che ha sede in Castello Estense.
Dai 420 dipendenti del 2014, a seguito di pensionamenti e mobilità si passerà ai 367 di fine 2015, per poi scendere a conclusione dell’anno prossimo a quota 187.
Una diminuzione imposta sia dalla legge Delrio sia dalla Finanziaria, la quale prevede un taglio del 50 per cento degli organici in forza agli enti intermedi.
Il definitivo assestamento avverrà a seguito del trasferimento di 116 unità nei ranghi della Regione che, con l’entrata in vigore della legge approvata lo scorso 28 luglio dall’assemblea di via Aldo Moro, richiamerà a sé le funzioni delegate nel corso degli anni alle Province e rilanciando il nuovo riordino istituzionale sulla base della formula “Area vasta”.
A completare il quadro, il trasferimento dei 47 dipendenti dei Centri per l’impiego che transiteranno dell’Agenzia regionale.
“Ora che il percorso è tracciato – commenta Tagliani – c’è più tranquillità per quanto riguarda il personale, sia per la Provincia, e penso alla sostenibilità della spesa e alle garanzie di conservare le professionalità necessarie per continuare ad erogare servizi a famiglie e imprese, sia per il personale che vede tutelato il posto di lavoro.
A creare maggiormente batticuore è, invece, il quadro finanziario.
Si è dovuto attendere, infatti, il recente decreto legge Enti locali del governo per avere il via libera dell’approvazione del solo bilancio 201, che finora la legge ancorava all’approvazione contestuale del triennale.
Il problema è che con i tagli della Finanziaria alle Province di un miliardo il 2015, di due nel 2016 e di tre miliardi nel 2017, è impossibile per chiunque avere, contabilmente, la vista lunga un triennio.
Il problema si ripresenterà a inizio 2016, ma intanto si può archiviare la partita contabile dell’anno in corso, sia pure ormai agli sgoccioli, che per la Provincia di Ferrara si chiude in equilibrio.
Nonostante il percorso tortuoso del nuovo ente di secondo livello, la Provincia ha continuato a investire. E l’ha fatto principalmente nei due settori che continueranno a essere il cuore della propria missione amministrativa: scuole e strade.
Nel primo settore si è fatto sostenendo una spesa annua per il funzionamento delle scuole secondarie superiori del territorio di circa 2,8 milioni, fra bollette di riscaldamento, utenze (luce, acqua e telefono), ordinaria manutenzione, arredi, trasporto scolastico e per uso delle palestre esterne. Un investimento annuo sulle 34 sedi scolastiche del territorio più 16 palestre, cui quest’anno vanno aggiunti 268mila euro di manutenzione straordinaria.
A questi si aggiungono poi circa 2,6 milioni di investimenti 2015 – fra già realizzati e in cantiere – per garantire il più possibile le condizioni di sicurezza ad un reticolo stradale di competenza lungo quasi 900 chilometri.
Soldi spesi, in dettaglio, per nuove pavimentazioni, taglio alberature pericolose ai bordi strada, sfalci erba, segnaletica orizzontale e verticale, nuovi guard rail.
Altro capitolo di attività svolte è quello della Polizia provinciale. Un’azione di presidio del territorio che, fra Codice della strada e contrasto al bracconaggio e all’illegalità per quanto riguarda fauna ittica e selvatica, ha procurato un introito accertato all’ente attorno ai 2,8 milioni di sanzioni, delle quali incassate 1,1 milioni.
Sugli agenti provinciali il presidente si è soffermato in modo particolare, ricordando come la soluzione sia ancora sospesa tra il trasferimento del personale in Regione e il permanere in capo ala Provincia di funzioni di controllo del territorio.
A questo proposito, solo alcuni mesi fa le associazioni volontarie ambientaliste, sportive e del mondo venatorio e ittico, hanno lanciato un allarme per quanto riguarda la necessità di presidio del fragile equilibrio ambientale, le cui attenzioni aumentano laddove, specie nel Delta, il territorio si fregia del riconoscimento Unesco.
Ultimo fronte d’impegno istituzionale ricordato è stato quello dell’Idrovia, con la realizzazione nel 2015 del ponte e dell’attraversamento pedonale a Migliarino, dell’adeguamento del Portocanale di Portogaribaldi e la conclusione dei lavori a Valle Lepri.
Altre opere sono sul programma di realizzazione di un’infrastruttura, finanziata per 145 milioni, destinata a rendere navigabile anche per le rotte commerciali i 70 chilometri del Po di Volano dalla conca di Pontelagoscuro fino al mare, con lo sguardo rivolto decisamente all’infrastruttura portuale di Ravenna. Attività che deve tenere conto, a breve, del passaggio di mano come stazione appaltante dalla Provincia, com’è stato finora, all’Autorità di Bacino di emenazione regionale. Il motivo è in fondo contabile: il volume degli investimenti è talmente vistoso che lasciato alle Province, nel frattempo dimagrite di funzioni e compiti, rischia di far saltare gli equilibri del patto di stabilità.
“Il tutto – ha concluso Tagliani – in attesa che arrivi a destinazione la riforma costituzionale destinata ad abolire del tutto le Province e di capire in che modo e forma occorrerà ragionare in termini di Area vasta”.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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