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Da: Prefettura di Ferrara.

Nell’ambito delle celebrazioni del “Giorno del Ricordo”, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale, il Prefetto Michele Campanaro, con il Sindaco Alan Fabbri, il Presidente provinciale dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia Flavio Rabar e le Autorità cittadine, ha incontrato oggi pomeriggio gli esuli istriani, fiumani e dalmati ed i loro familiari nel corso di una cerimonia che si è svolta presso la sala degli Arazzi del Palazzo Municipale di Ferrara. Nell’occasione allievi del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara hanno eseguito, oltre all’Inno di Mameli, brani musicali di autori del XVII secolo.
La cerimonia è stata l’occasione per un momento di riflessione e approfondimento sui tragici eventi, dall’autunno del 1943 alla primavera del 1945, provocati dal regime titino, che scatenò su molti italiani inermi ed incolpevoli, residenti nei territori ad est di Trieste, una durissima e atroce rappresaglia, con i contorni di una vera e propria “pulizia etnica”.
“Oltre l’indifferenza – ha sottolineato il Prefetto – abbiamo il dovere di guardare al passato con interezza di sentimenti, di riconoscerci quotidianamente nella nostra identità repubblicana e democratica, di radicarci nei suoi valori fondanti. Se saremo capaci di farlo, anche questo Giorno del Ricordo non rischierà di ridursi a mera commemorazione”.
Il Prefetto Campanaro, che ha voluto, in particolare, ricordare la figura di Norma Cossetto, giovane studentessa universitaria istriana che nell’ottobre del ’43 fu catturata, seviziata e violentata dai partigiani slavi e per questo insignita nel 2005 dal Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi della medaglia d’oro al valor civile alla memoria, ha concluso il suo intervento ricordando le parole di una dichiarazione congiunta tra l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l’allora Presidente della Repubblica di Croazia Ivo Josipović, del settembre 2011: “Gli atroci crimini commessi non hanno giustificazione alcuna. Essi non potranno ripetersi nell’Europa unita, mai più. Condanniamo ancora una volta le ideologie totalitarie che hanno soppresso crudelmente la libertà e conculcato il diritto dell’individuo di essere diverso, per nascita o per scelta”.
L’evento ha chiuso una giornata commemorativa iniziata con la deposizione in città di una corona di alloro al Cippo in omaggio “ai Martiri delle Foibe”.
Il programma di manifestazioni, iniziative e momenti di riflessione, cui la Prefettura ha dato il proprio sostegno e patrocinio, prevede, tra gli altri, il tradizionale concerto del locale Conservatorio, in programma sabato 22 febbraio prossimo.
Altre manifestazioni sono state pianificate in ambito locale dai Comuni della provincia.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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