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da: ufficio stampa Coldiretti

All’inizio della stagione estiva gli agricoltori di Coldiretti Emilia Romagna mobilitano i trattori e lasciano le campagne per denunciare l’abbandono del territorio e l’immobilismo che rendono necessarie risposte immediate per la vita stessa delle aziende agricole. Giovedì 23 giugno, migliaia di agricoltori invaderanno la piazza davanti alla Regione, in viale Aldo Moro 52, per dire che la misura è colma. La manifestazione partirà alle ore 9.00 dalla terza Torre della Regione, in viale della Fiera 8, davanti agli uffici dell’assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Simona Caselli, per snodarsi lungo viale della Fiera, fino al piazzale davanti al palazzo della Giunta regionale (arrivo previsto alle ore 10.00)
Impegnati a prendersi cura e coltivare il 75 per cento del territorio regionale per 365 giorni l’anno, gli imprenditori agricoli si ritrovano quotidianamente a contendere agli animali selvatici il frutto del loro lavoro, dal mais alle pesche, dalle pere al grano, dalle pecore ai vitellini.
Come se questo non bastasse, a immobilizzare l’attività agricola si aggiunge anche la burocrazia inutile che frena le capacità imprenditoriali degli agricoltori, rallentando le erogazioni di investimenti europei e imponendo adempimenti che costano agli imprenditori 100 giornate di lavoro l’anno. A farne le spese è tutto il territorio, con ritardi inaccettabili sulla revisione delle aree vulnerabili ai nitrati e sulle erogazioni di fondi del Piano regionale di Sviluppo rurale che interessano ambiente e giovani.
L’obiettivo di Coldiretti Emilia Romagna è tutelare il territorio e garantire lo sviluppo agricolo, arrestando lo spopolamento delle campagne degli ultimi anni, per continuare a produrre i cibi di eccellenza che hanno reso famosa la nostra regione nel mondo e hanno fatto dell’agricoltura un volano dell’economia regionale. In piazza scenderanno allevatori, produttori di ortofrutta, di vino, di cereali e di tutte le altre produzioni del territorio emiliano romagnolo. Con loro ci saranno il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello e i dirigenti provinciali di Coldiretti di tutta l’Emilia Romagna.
In piazza sarà allestita una mostra fotografica dei danni da animali selvatici e una esposizione di tutti i prodotti messi a rischio dal dilagare incontrollato di animali selvatici, dai lupi ai cani rinselvatichiti, dai cinghiali alle nutrie.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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