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Da: Organizzatori

A cura di Marilù Oliva
Con prefazione di Camilla Ghedini
pp. 256 – euro 16,00

GLI AUTORI

Dacia Maraini, Maurizio de Giovanni, Marilù Oliva, Romano De Marco, Camilla Ghedini, Alessandro Berselli, Sara Bilotti, Ilaria Palomba

I proventi del libro verranno interamente devoluti a Telefono Rosa

C’è anche la giornalista ferrarese Camilla Ghedini, tra gli autori de Il mestiere più antico del mondo? (Elliot), antologia sulla prostituzione a cura della scrittrice Marilù Oliva che verrà presentata giovedì 1 dicembre, alle 17, alla Sala Arengo del Comune di Ferrara da Anna Quarzi, direttrice dell’Istituto Storia Contemporanea, nell’ambito degli eventi istituzionali realizzati contro la violenza sulle donne. Otto autori – Dacia Maraini, Maurizio De Giovanni, Marilù Oliva, Romano De Marco, Camilla Ghedini, Alessandro Berselli, Sara Bilotti, Ilaria Palomba – e 14 racconti e una intervista-inchiesta per narrare la mercificazione del corpo, di ogni età e di ogni nazionalità, unendo voci femminili e maschili, per dare un’idea di complessità e coralità. E per riflettere sullo stato dell’arte di questo ‘mestiere’ oltre gli stereotipi, la facile retorica e la pragmatica semplificazione. «Perché a parole siamo tutti contrari», rimarca la curatrice Oliva, salvo poi dover prendere atto che siamo di fronte a un mercato che non conosce stasi, confini. Che è sotto gli occhi di tutti e che si alimenta della stessa crisi economica, manifestandosi in varie forme. «La prostituzione – scrive Ghedini, che firma anche la prefazione – non è solo quella praticata di notte sui marciapiedi, che sa di sporco, di cattivo odore, di contaminato. E che oggi ‘sfrutta’ anche l’esodo migranti, grazie al fatto che la richiesta di protezione internazionale dà diritto all’accoglienza, nuovo pertugio per il crimine». Quello proposto dall’antologia è un viaggio disincantato tra marciapiedi, festini in albergo, web cam installate in stanze di giovani studentesse. Tra abuso e consapevolezza, rabbia e silenzio, perbenismo e ipocrisia.
«Abbiamo voluto dare uno spaccato della realtà, senza edulcorare», conferma Oliva. Cercando tuttavia di portare l’attenzione, anche, sull’eterno conflitto tra legalizzazione e proibizionismo, riapertura delle case chiuse e realizzazione di quartieri a luce rossa nelle zone decentrate. «C’è un conflitto di moralità – taglia corto Ghedini – . C’è la paura di non risultare integerrimi come vorremmo. C’è la colpa da allontanare. C’è la tentazione da nascondere. Essere d’accordo con la legalizzazione potrebbe essere interpretato come un avallo. Ostacolare la legalizzazione significa mantenere lo stato attuale». Credendo nel potere dell’arte, delle parole, l’antologia vuole suscitare una reazione. I proventi andranno a Telefono Rosa, che ha patrocinato il progetto editoriale e che da un quarto di secolo cerca di arginare ogni tipo di sopruso.

L’evento, è organizzato da Comune, Isco, Centro Donna Giustizia, Udi

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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