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Da: Organizzatori

Arcigay Ferrara ha un nuovo Presidente. Dopo le dimissioni estive di Eva Croce, l’Associazione ha intrapreso un percorso congressuale che è culminato ieri, Sabato 23 novembre, con l’elezione di Giacomo Catucci nel ruolo di Presidente del Comitato provinciale.
Catucci, 32 anni, insegnante di sostegno, ricopriva già dal 2017 la carica di responsabile eventi di Arcigay Ferrara. Nel suo mandato, della durata di tre anni, sarà affiancato da Nicola Gasparini, 22 anni, studente universitario di origini trevigiane, già responsabile del Gruppo Giovani Arcigay Ferrara. Riconfermati i Consiglieri Mattia Croci, responsabile del Gruppo TransFer, Simone Buriani, già consigliere Nazionale Arcigay e Massimo Passarella nella sua funzione di Tesoriere. Nominato Marco Forlani revisore dei conti.
Giacomo Catucci è stato eletto all’unanimità, da una platea che ha visto tra gli altri, la partecipazione della Consigliera comunale Deanna Marescotti, socia di Arcigay Ferrara dal 2017, di Marcella Zappaterra che ha portato i suoi saluti in veste di Consigliera Regionale e di Michele Darsiè, Segretario dell’Associazione studentesca Udu Ferrara, con la quale Arcigay Ferrara ha da tempo rapporti di reciproca collaborazione.
Nella sua relazione introduttiva Giacomo Catucci ha infatti sottolineato la necessità di fare rete su diritti. “ Per fare rete-afferma Catucci-ci rivolgiamo a tutti coloro che credono nelle nostra causa: abbiamo bisogno della altre associazioni, lgbti+ e non, abbiamo bisogno delle istituzioni, dei cittadini, abbiamo bisogno di calamitare alle nostre istanze anche coloro che appaiono lontani dal nostro orizzonte umano, ma tuttavia disponibili al confronto e al dialogo” Un appello al dialogo, ma con la consapevolezza che esista un nemico comune che si chiama OMOFOBIA che continua a essere dilagante. “Crediamo che lottare da soli-conclude Catucci-sia uno scontro impari e perso in partenza. Occorre quindi un corpo collettivo cosciente e consapevole, che dia prova di maturità affilando le armi della dialettica e gli strumenti del sapere per scalzare quella cultura rozza e omofoba che minaccia di privarci della nostra identità e della nostra libertà di autodeterminarci”
L’assemblea congressuale ha anche approvato all’unanimità la nuova denominazione di Arcigay Ferrara, intitolando l’associazione Gli occhiali d’oro. Un omaggio a Giorgio Bassani e al dottor Fadigati che pagò con la vita i mormorii e le maldicenze di una borghesia cittadina che lo escluse e lo emarginò perché omosessuale.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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