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da: organizzatori

È davvero una situazione paradossale quella che si è venuta a creare all’ospedale del Delta dopo la riduzione dei posti letto estiva: personale ottimo ed efficiente costretto a tamponare le carenze di spazio e di letti in accorpamenti di reparti chiamati Piastre.
Per tale motivo il Comitato Salvaguardia dell’Ospedale del Delta, da sempre attento alle problematiche relative al nosocomio di Lagosanto, raccoglie e divulga la segnalazione di un utente della “Piastra Chirurgica” (che raggruppa: Ginecologia – 4 posti letto, Chirurgia – 10 posti letto, Urologia – 10 posti letto e Ortopedia – 12 posti letto – Dati Ausl Ferrara).
“Ho visto persone anziane – prosegue l’utente – ricoverate per interventi ortopedici, dover dividere la stanza con ragazze giovanissime affette da problematiche ginecologiche. Già questa cosa mi è sembrata strana, però quando è entrata nella stanza una ragazza che aveva in programma un day-surgery (operazioni che si concludono entro la giornata – infatti i posti letto dedicati a questo servizio sono stati tutti soppressi dal 1 giugno al 27 settembre ndr) doversi cambiare in mezzo alla stanza senza la possibilità di avere un letto e un posto in cui conservare i propri oggetti personali come il cellulare e il portafoglio, ho pensato davvero che eravamo arrivati al limite”.
Lo sfogo continua e dalla segnalazione emerge come “la piastra chirurgica venga qualificata come intensità di cura, ma direi che l’intensità è un po’ troppo intensa, per dirla con un gioco di parole”.
Infine, ci tiene a evidenziare che “diversi altri pazienti si sono lamentati del fatto che venivano messi in poltrone e non in letti, pur dovendo subire un intervento”; d’altro canto la professionalità e la qualità dell’assistenza fornita dal personale risulta impeccabile, tuttavia senza un ambiente di lavoro ben organizzato dalla Direzione i miracoli non li può fare nessuno.
Auspichiamo un’immediata operazione di ripristino, da parte dei vertici Ausl, di un ambiente di lavoro consono, che permetta agli operatori dell’ospedale di Lagosanto di gestire l’utenza con quegli standard che hanno portato questa struttura ad essere qualificata come una delle migliori della Regione Emilia-Romagna.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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