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Da Lega Nord Emilia Romagna

Alan Fabbri (Lega Nord): “Inaccettabile lasciare al freddo due famiglie e un’azienda in un clima rigido. La regione si attivi per verificare l’accaduto e fare in modo che Hera riattivi il servizio al più presto”

BONDENO (FERRARA), 12-12-’17.
«Lasciare in pieno inverno due famiglie e un’azienda al freddo è una cosa inconcepibile. La Regione verifichi le cause dei ritardi di Hera, nella riattivazione dei contatori dell’immobile interessato dai lavori di ricostruzione post-sisma». La vicenda dell’azienda Sordi, un’impresa che produce serramenti in alluminio a Bondeno, arriva in Assemblea legislativa. Per effetto di un’interrogazione appena depositata dal consigliere regionale della Lega Nord, Alan Fabbri. Il quale si è occupato di capire le ragioni per le quali Hera non ha ancora provveduto alla riattivazione dei contatori, lasciando di fatto senza riscaldamento i dipendenti dell’impresa e anche due famiglie. «L’impresa bondenese – sottolinea Fabbri – ha dovuto effettuare l’adeguamento sismico dello stabile, così come altre aziende della zona, a seguito dei danni provocati dal terremoto del 2012. Di conseguenza, ha dovuto spostare i contatori di Enel ed Hera». Con un problema di fondo, però. «Mentre Enel ha immediatamente eseguito i lavori necessari, ci risulta che Hera non abbia ancora riattivato i contatori, nonostante i numerosi solleciti e questo è un fatto incredibile, perché non parliamo di un semplice ritardo burocratico, ma di un disagio che si sta creando ad un’azienda (costretta ad operare al freddo) e a due famiglie del territorio». Della questione si è già interessato anche il sindaco Fabio Bergamini, che ha contattato le parti per farsi spiegare la situazione, ed anche Hera, per cercare di snellire le procedure incredibilmente lente di riattivazione del servizio. Intanto, Alan Fabbri ha recapitato alla Giunta Bonaccini un’interrogazione, come si accennava, intenzionato a capire cosa stia succedendo, ma soprattutto «per fare in modo che la Regione si attivi presso Hera, allo scopo di eseguire immediatamente i lavori programmati nello stabile in questione, evitando in tutti i modi che casi simili possano ripetersi. Visto che la ricostruzione procede – conclude il capogruppo leghista – ma la burocrazia non può scavalcare le regole del buon senso».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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