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Da ufficio stampa Ella Studio

Vacanze Natura e Cultura

Alla Fiera F.re.e di Monaco, la presentazione del nuovo progetto di promozione turistica del territorio ferrarese ad una platea internazionale di operatori turistici e giornalisti.

Il territorio ferrarese si presenta ancora più competitivo ed attraente nel contesto del turismo internazionale. Ieri mattina (22 febbraio 2018) nello stand Italia/ENIT della Fiera F.re.e (Fair for Leisure and Travel) di Monaco – la fiera dedicata al turismo e al tempo libero che si protrarrà fino al 25 febbraio – si è tenuta una conferenza stampa, alla presenza di diversi operatori turistici e giornalisti, per presentare l’area vasta che ruota attorno al Grande Delta del Po, nell’ambito del progetto pubblico-privato “Vacanze Natura e Cultura”, che coinvolge i comuni di Comacchio (capofila), Ferrara, Codigoro, Mesola e Goro, con il coordinamento del Consorzio Visit Ferrara.

Arte, mare e natura sono i punti di forza della provincia ferrarese, sui quali è stata avviata da anni un’importante attività di promozione e commercializzazione. Al centro ci sono le splendide città d’arte di Ferrara, capitale del Rinascimento e Patrimonio dell’Umanità UNESCO con le Delizie Estensi e il Parco del Delta del Po, e Comacchio, immersa nel parco e sospesa tra terra e acqua con la sua riviera e le sue lagune millenarie, meta di turismo balneare. Due poli rilevanti all’interno della destinazione turistica Romagna, a cui si uniscono le meraviglie naturalistiche del Parco del Delta del Po, che nel 2015 ha ottenuto anche il riconoscimento ufficiale MAB Unesco – Man and Biosphere (MAB), divenendo così la decima Riserva della Biosfera italiana. Un territorio che vanta di essere tra Venezia, Ferrara e Ravenna, tre città straordinarie. E che essendo interamente pianeggiante, è particolarmente adatto al turismo slow e al cicloturismo. Nella competizione turistica internazionale, molto spazio sarà dato ai tour esperienziali e all’integrazione tra i prodotti e il valore immateriale che il territorio esprime, come indicato dalla riforma dell’ordinamento turistico regionale. Il progetto Vacanze Natura e Cultura si integra anche con i recenti ed importanti investimenti che hanno visto l’apertura del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano (MEIS) a Ferrara e del Museo Archeologico Delta Antico a Comacchio. La conferenza stampa, che ha visto l’intervento dell’Assessore al Turismo del Comune di Comacchio Riccardo Pattuelli, è stata seguita da un momento di degustazione a base di prodotti enogastronomici del territorio gestita dai ragazzi delll’Istituto scolastico superiore “Remo Brindisi” di Lido degli Estensi.

Riccardo Pattuelli – Assessore al Turismo di Comacchio:

«Dopo la fiera archeologica di Paestum e TourismA a Firenze, Monaco è una tappa fondamentale per presentare e valorizzare il nostro territorio. Quest’anno in affiancamento ad Enit ed Apt, e sempre con l’ausilio dell’Istituto Remo Brindisi, abbiamo valorizzato l’intera provincia ferrarese in un’offerta a tre dimensioni: mare, natura e cultura, in un’integrazione che ci arricchisce sempre di più come meta turistica»

Massimo Maisto – Assessore alla Cultura e al Turismo di Ferrara:

«Ferrara e Comacchio non sono mai state così vicine. Questo progetto, grazie al contributo del comparto pubblico ed alle preziosissime risorse messe in campo dagli operatori privati si configura come il primo grande progetto di unità territoriale promosso e governato da una partnership pubblico-privata e permetterà di fare un ulteriore salto di qualità in termini di innovazione e specializzazione di prodotti turistici che sono un tratto identitario del nostro territorio. In modo coerente ed integrato con le scelte strategiche della Destinazione Turistica Romagna».

Alice Zanardi – Sindaco di Codigoro (in rappresentanza anche dei Comuni di Mesola e Goro):

«La città di Ferrara e il suo Delta costituiscono un territorio ad alta vocazione turistica, che gode di due importanti riconoscimenti Unesco e dunque meritano di avere la giusta visibilità per poter entrare nei circuiti turistici internazionali, dando valore a bellezze come quella della millenaria Abbazia di Pomposa, dove sono state inventate le note musicali. La Stazione 1 del Parco Volano-Mesola-Goro, inoltre, è un vero e proprio unicum e rappresenta parte integrante del Grande Delta

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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