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da: S.I.PRO. Agenzia Provinciale per lo Sviluppo SpA

Quale contributo può fornire l’attuazione dell’agenda digitale per aumentare l’attrattività e la competitività del territorio ferrarese?
Se ne è discusso ieri, nel corso dell’iniziativa organizzata da SIPRO, nell’ambito del suo quarantennale, con le testimonianze di Lepida e del Comune di Ferrara.
La Regione ha messo a disposizione 26 milioni di Euro sul POR FESR per l’infrastrutturazione in banda ultra larga per 180 aree produttive, e altri 49 milioni di Euro per l’infrastrutturazione nelle aree rurali, con l’obiettivo di aumentare del 20% la popolazione con certezza di uso della rete.
Queste risorse possono contribuire all’attuazione dell’agenda digitale: ripensando integralmente l’organizzazione della PA, per ridurne i costi ma ancor più per trasformarla da freno all’economia a strumento di promozione dello sviluppo.
Contestualmente, fare agenda digitale significa anche spingere le imprese e i cittadini ad adottare in modo convinto gli strumenti dell’innovazione digitale, oltre a favorire la nascita di nuove imprese incentrate sulle opportunità delle nuove tecnologie.
Per potere attuare al meglio queste azioni servono massima compartecipazione territoriale, massima attenzione normativa, massima semplificazione, massimo riuso.
Il territorio ferrarese si sta già organizzando per rispondere a queste sfide.
SIPRO, nell’ambito dell’accordo sottoscritto con Lepida, è l’interlocutore per il territorio provinciale per la raccolta dei dati necessari alla rilevazione dei fabbisogni dei territori e delle imprese in termini di connessione, e per individuare gli strumenti di finanziamento per le azioni di infrastrutturazione e di investimenti delle imprese.
Il Comune di Ferrara, con l’Agenda digitale locale ed il tavolo Smart city, attivati con la nuova legislatura, ha avviato una serie di azioni per la città e per l’innovazione della macchina comunale, coinvolgendo anche i privati.
L’Assessore Serra, che ha portato i saluti dell’amministrazione del capoluogo, auspica “il massimo coordinamento territoriale per aumentare l’efficacia delle azioni da realizzare, favorendo la massima integrazione dell’utilizzo dei fondi europei, nazionali e regionali”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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