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da: Ferrara che Accoglie

I posti disponibili erano 50 e sono andati esauriti in pochi giorni.
Altri cittadini avrebbero voluto aderire, ma si sono felicemente
rassegnati a partecipare alle prossime date di Cucina che Accoglie, la
serie di cene multietniche inaugurata giovedì 14 luglio 2016 alla casa
di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati Jerry Masslo, gestita
dalla cooperativa Camelot in via Vallelunga.

I venti ospiti della struttura, la prima aperta a Ferrara nel 2006,
nell’ambito del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e
Rifugiati, hanno cucinato piatti della tradizione dei loro paesi di
provenienza: Gambia, Afghanistan, Pakistan, Sudan, Iran, Nigeria e
Mali, e li hanno offerti ai tanti cittadini che hanno voluto
trascorrere assieme a loro una serata nel giardino della ex scuola di
proprietà del Comune, addobbata a festa per l’occasione.

Per tutti è stato un momento speciale di incontro e conoscenza
attraverso il cibo, ma anche la musica, che, dopo la degustazione, ha
unito tutti in canti e balli.

Tra i tanti piatti proposti, è stato molto apprezzato il Qorma, piatto
a base di stufato di carne con verdure e spezie, preparato da Ali,
ragazzo afghano che, in fuga dal suo paese, ha trovato rifugio nella
nostra città ed ora ha appena concluso un corso di formazione come
meccanico e sta cercando un lavoro.

Grande successo hanno riscosso anche lo stufato di arachidi Domoda e
il riso rosso Benachin, ricette tradizionali del Gambia preparate da
Lamin, che divide il suo tempo tra lo studio dell’italiano e il
tirocinio di Garanzia Giovani in un supermercato, per imparare un
lavoro che lo possa rendere autonomo una volta che uscirà dal progetto
di accoglienza, come è successo a Balagi, suo connazionale, che dallo
scorso anno si mantiene lavorando come manovale, e per l’occasione è
tornato a trovare i suoi amici.

La curiosità per gli ingredienti inusuali come lo yam, o igname, un
tubero che Abraham ha usato per il suo piatto con carne, riso e uova,
ha coinvolto i presenti in una chiacchierata con il giovane nigeriano
sul progetto che sta portando avanti con grande dedizione: terminare
il corso di laurea magistrale in Economia e Management della Salute
che sta frequentando, grazie ad un accordo con l’Alma Mater di
Bologna, in virtù della laurea in contabilità conseguita nel suo paese
prima di dover scappare perché perseguitato.

“Non credevo che avrei mangiato così bene, mi sono fatta dare le
ricette dai ragazzi”, “E’ stato un piacere, voglio partecipare anche
alle prossime cene di Cucina che Accoglie”, “Ho mangiato tutto, anche
le cose più piccanti, e mi hanno anche insegnato dei passi di ballo”,
“Sono emozionata, mi hanno parlato di loro, di cosa gli è successo,
sono felice di essere qui, tutto ha assunto una dimensione più reale e
io mi sono sentita più utile anche solo ad ascoltarli e a star loro
vicino”, “Ferrara non è solo intolleranza, ma anche accoglienza, e
questa sera lo abbiamo dimostrato!”.

Sono solo alcune delle testimonianze dei cittadini che hanno partecipato.

“In questa serata dedicata alla conoscenza reciproca e
all’integrazione, abbiamo voluto dedicare un pensiero commosso al
giovane rifugiato gambiano Muhammed Jatta, che dopo aver affrontato il
mare per arrivare qui, proprio nel mare, il 12 luglio al Lido di
Spina, ha perso la vita per una tragica fatalità, proprio ora che a
Ferrara aveva trovato un posto sicuro dove vivere. Lascia tutti nel
dolore, i familiari, i compagni che vivevano con lui e che hanno
condiviso i suoi ultimi istanti, gli operatori dell’accoglienza, i
soccorritori e le autorità che avevano reso possibile la sua
permanenza qui”, ha detto Chiara Sapigni, assessore a Sanità, Servizi
alla Persona, Politiche Familiari, a nome di Comune di Bologna, Comune
di Ferrara, Asp Città di Bologna, Asp Ferrara, Istituto Don Calabria,
Cooperativa Camelot, Cooperativa Csapsa, Cooperativa Dolce,
Cooperativa Open Group, Gruppo CEIS.

L’iniziativa è stata organizzata dal coordinamento del tavolo “Ferrara
che Accoglie”, nato nel settembre scorso a seguito della Marcia delle
donne e degli uomini scalzi, con l’obiettivo di riunire cittadini,
associazioni, cooperative e il Comune di Ferrara, per promuovere e
supportare la partecipazione attiva della comunità e l’integrazione
sul territorio di persone costrette ad abbandonare i paesi di
provenienza a causa di guerre e persecuzioni.

In questa occasione la serata è stata resa possibile grazie alla
sinergia tra cooperativa Camelot, Comune di Ferrara e CGIL,che
attraverso la voce di Miriam Cariani ha ribadito l’importanza della
legalità sia nel sistema degli ingressi degli stranieri che sul fronte
lavoro, del rispetto della dignità e dell’identità di tutte le
persone, nonché l’esigenza di una maggiore mobilità degli stranieri in
Europa, al pari di altri cittadini, necessaria per favorire la ricerca
di un lavoro, per poter studiare, o ancora per ricongiungersi con i
propri amici o familiari.

I prossimi incontri di “Cucina che Accoglie”, saranno il 28 luglio
all’agriturismo La Spagnolina e il 4 agosto alla mensa
dell’Associazione Viale K alla Rivana.

La partecipazione è gratuita e tutta la cittadinanza, le associazioni,
le istituzioni e coloro che hanno a cuore i temi dell’accoglienza,
sono invitati a questo momento di condivisione del cibo e delle
reciproche esperienze di vita. E’ gradita la prenotazione alla mail
cenetniche@gmail.com.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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