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Da: CAI Ferrara

Club Alpino Italiano – Sezione di Ferrara

Ferrate Roda di Vael e Masare’
Domani sera, martedì 2 luglio, presso la sede CAI in Viale Cavour 116, i direttori di gita Claudio Neri, Stefano Bonetti e Daniele Guzzinati apriranno le iscrizioni per le ferrate Roda di Vael e Masare’, prevista per il 20-21 luglio.
Due giorni nel cuore delle Dolomiti fassane, nel gruppo del Catinaccio: la comitiva partira’ dal passo Costalunga e con modesta pendenza arrivera’ al rifugio Paolina; da qui un facile sentiero, passando dal monumento a Christomannos, portera’ al rifugio Roda di Vael, dove si trascorrera’ la notte.
Il giorno seguente dal rifugio si salira’ al passo del Vaiolon da cui ha inizio la facile ferrata che porta alla cima della Roda di Vael. Il percorso di ritorno avverra’ attraverso la forcella delle Rode e, dopo aver costeggiato la Torre finestra, la ferrata Masarè, un continuo saliscendi tra guglie e canalini esposti, che porterà a toccare la cima omonima. Terminato quest’ultimo tratto attrezzato inizierà la discesa verso il passo Costalunga, transitando nuovamente dal rifugio Paolina.
La partenza in pullman e’ prevista sabato alle 6 dal piazzale Dante Alighieri e il rientro la domenica attorno alle 22.

Da Fedare alla cima del Nuvolau
Domani sera, martedì 2 luglio, presso la sede CAI in Viale Cavour 116, il direttore di gita Gabriele Villa aprira’ le iscrizioni per l’escursione del gruppo Seniores al passo Giau, prevista per giovedì 18 luglio.
Il Nuvolau fu raggiunto dal gruppo Seniores già nel 2015 non senza qualche difficoltà a causa di una giornata fredda e nebbiosa che aveva reso scivolosa la fascia di roccette che consente di accedere al piano inclinato che adduce alla cima. Questa volta si salirà direttamente dal rifugetto Fedare, si passerà per Forcella Averau (con la possibilità di interrompere la salita sostando al rifugio Averau) e si arrivera’ ai 2.575 metri della vetta e al caratteristico rifugio, tra i più antichi costruiti sulle Dolomiti.
La discesa avverrà per lo stesso percorso con possibilità di usare la seggiovia ed evitare 400 metri di dislivello. Punti di appoggio a metà percorso e sulla cima, oltre che alla partenza e all’arrivo.  
La partenza in pullman e’ prevista sabato alle 6 dal piazzale Dante Alighieri e il rientro attorno alle 22.

Da: CAI Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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