Giovedì 16 marzo primo giorno del seminario “Donne ed economia”
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Da Istituto di Storia Contemporanea, Ferrara
Un doppio seminario per sondare tensioni e contraddizioni del sistema attuale
L’Istituto di Storia Contemporanea, il Centro Documentazione Donna e il Comune di Ferrara, organizzano, con la supervisione di Antonella Cagnolati e Sandra Rossetti, un seminario intitolato “Donne ed economia: tra assenza, subalternità e nuove soggettività”, dedicato a sondare il rapporto che esiste tra le donne e il sistema economico attuale. Un rapporto caratterizzato da tensioni e contraddizioni (il lavoro assente o mal pagato, la difficile conciliazione tra il lavoro e le attività di cura, ecc.), ma anche da punti di forza che consentono oggi alle donne di vivere nuovi ruoli e nuove forme di soggettività economica. Il seminario si svolgerà in due appuntamenti, il 16 e il 20 marzo.
La prima giornata avrà luogo giovedì prossimo, dalle 14.30 alle 18.30, al Centro Documentazione Donna (in via Terranuova, 12/b) e proporrà una riflessione su alcuni degli snodi teorici che hanno riguardato e riguardano il rapporto tra le donne, il femminismo e l’economia. Il pomeriggio, che sarà introdotto dall’assessore Caterina Ferri nonché moderato da Anna Quarzi e Luciana Tufani, prevede gli interventi di Lidia Menapace (Economia politica della differenza sessuale); Stefania Tarantino (Equilibriste e funambole. Il lavoro delle donne tra vita materiale e libertà); Silvia Borelli (Il valore del lavoro e la segregazione di genere); Genevieve Vaughan (L’economia del dono); Antonella Picchio (Una prospettiva femminista su teorie e politiche economiche); Sandra Rossetti (Il marxismo e la lotta per la liberazione di genere). Il manifesto dell’iniziativa è stato elaborato dall’Istituto “Luigi Einaudi”, che ha partecipato attraverso un bando di concorso rivolto ai propri studenti, con cui è stata selezionata l’immagine più efficace.
Riceviamo e pubblichiamo
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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