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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Giornata dedicata ai giovani emiliano romagnoli impegnati nel servizio civile regionale e nello svolgimento delle attività di volontariato del progetto “Giovani protagonisti” della YoungERcard. Il presidente Bonaccini: “Nel volontariato incontriamo tutti i giorni ragazzi che dedicano parte del loro tempo gratuitamente in favore del prossimo. Chi partecipa a una esperienza come questa lo fa per gli altri e arricchisce anche se stesso”

“Metti l’ accento su di te” è lo slogan della prima edizione del “Celebration day,” la giornata organizzata dalla Regione e dedicata ai giovani dell’Emilia-Romagna, che si sono messi in gioco grazie a un’esperienza di solidarietà, partecipazione e aiuto verso gli altri. Giovani impegnati nel servizio civile regionale e nello svolgimento delle attività di volontariato del progetto “Giovani protagonisti” della YoungERcard.
Un’occasione per festeggiare e ringraziare, nella cornice istituzionale dell’ Aula dell’Assemblea legislativa, i 2.743 giovani e ragazzi che nel 2015 hanno svolto il servizio civile nella nostra regione e i circa 2.200 giovani volontari iscritti ai progetti di cittadinanza attiva previsti dalla “YoungERcard”. A rappresentarli, 100 giovani del servizio civile regionale e una ventina dei 550 ragazzi che, ad oggi hanno già completato l’intero percorso di 80 ore di volontariato.
Ad accogliere i 160 giovani che oggi hanno occupato i banchi dell’aula, il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha sottolineato che «crediamo molto in questo progetto e lo finanziamo con risorse importanti perché abbiamo la certezza che chi partecipa a una esperienza come questa lo per gli altri e fa molto anche per se stesso. L’idea che i ragazzi sono tutti “fannulloni” è sbagliata e lo dimostrano le tante esperienze belle che vediamo anche in questa Regione». Inoltre «anche nel campo del volontariato incontriamo tutti i giorni ragazzi che, come voi, dedicano parte del loro tempo gratuitamente in favore degli altri. Quello che avete fatto – ha concluso il presidente Bonaccini rivolgendosi alla platea dei giovani volontari – è soprattutto merito vostro, ed è stato anche possibile grazie alla Regione che crede nei propri giovani».
Sono state poi le voci di alcuni di loro, ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 e i 29 anni, italiani e stranieri, a testimoniare le molte esperienze svolte nel campo della protezione civile e ambientale, dell’aiuto agli anziani e ai non auto-sufficienti, dell’accoglienza dei migranti, dello sport e, più in generale, del vasto insieme di attività di pubblico interesse.
L’assessore alla Cultura, giovani e legalità, Massimo Mezzetti, ha voluto ribadire il valore della celebrazione dell’11 dicembre spiegando: «come l’assessorato alle Politiche giovanili promuova la partecipazione attiva e responsabile dei giovani. Questo, ad esempio tramite la legge regionale 14/2008 con cui quest’anno abbiamo finanziato, con un contributo di 400 mila euro, numerosi progetti presentati dagli Enti Locali e con lo strumento della YoungERcard che ha oltre 250 progetti attivi in Emilia-Romagna, e che in questi anni ha visto crescere la sua diffusione tra i giovani. Si tratta di un segnale positivo che va in controtendenza con l’immagine che spesso viene data di una generazione distaccata dalle istituzioni e sempre più chiusa in se stessa. Altre azioni di sostegno e promozione del protagonismo giovanile le stiamo portando avanti anche con la legge regionale 3/2011 per la diffusione di una cultura della legalità. Vogliamo far crescere dei cittadini consapevoli e attenti ai bisogni di tutta la comunità, pronti ad impegnarsi per gli altri e a condividere conoscenze, esperienze, energie per costruire una società coesa e solidale. In questo modo investiamo nel futuro di tutti».
L’evento si è concluso con l’intervento di Elisabetta Gualmini vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al Welfare che ha evidenziato come «l’esperienza positiva di questi ultimi anni, anche in seguito a eventi drammatici quali il terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012, ha reso esplicito come il servizio civile possa concretamente offrire un campo infinito di occasioni per entrare in contatto con bisogni e situazioni che non dovrebbero mancare nel bagaglio di cultura civica di nessun cittadino e che possono lasciare un segno positivo nello sviluppo sia dell’individuo che della comunità. Con la stesura del primo Piano triennale del servizio civile – ha proseguito la vicepresidente – auspichiamo di riuscire a concepire e organizzare nella nostra Regione il servizio civile come un potente antidoto al disinteresse per il bene comune. Nella stesura del Programma del prossimo triennio – ha aggiunto Elisabetta Gualmini – siamo stati guidati dalla consapevolezza che lo spirito civico e la coesione sociale siano nello stesso tempo il punto di partenza base e il risultato finale del successo del servizio civile nella nostra regione, da sempre caratterizzata, per tradizione e cultura, dai valori della partecipazione attiva e dell’impegno volontario. Dedicare un periodo della propria vita – conclude Gualmini – dentro alla realtà delle istituzioni e delle associazioni sociali, nella fase incerta del passaggio dagli studi al lavoro, è il modo migliore per acquisire una maggiore consapevolezza di sé e dei propri progetti futuri».

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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