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Da ufficio stampa Uisp Ferrara

Dalle ore 14.30 di sabato 25 febbraio, presso il Palazzetto dello Sport di Ferrara, è andata in scena l’edizione ferrarese di Giocagin 2017, la storica manifestazione di danza e spettacolo targata Uisp che si svolge in 47 città italiane. Giocagin ha portato in scena atleti di tutte le età che hanno dato vita a esibizioni di ginnastica, danza, pattinaggio, arti marziali e molto altro ancora. Tutta la manifestazione è stata presentata dal fedelissimo speaker Maurizio Olivari, la voce che da oltre vent’anni accompagna il Giocagin Ferrara.
Ben 500 gli atleti partecipanti alla manifestazione pomeridiana, provenienti da 15 società sportive.
In continuità con le passate edizioni, terminata la manifestazione di esibizioni a tema libero, nella serata è andata in scena la ‘Rassegna di Coreografia 2017’ uno spettacolo di danza con assegnazione di oscar coreografici cui hanno partecipato 450 atleti e 17 società sportive. L’oscar più ambito, quello alla Migliore Coreografia, è andato al Dock Sport Village, società che sarà invitata alla RassegnaNazionale Uisp di Coreografia.
Oltre a “divertimento”, l’altra parola chiave di Giocagin è “solidarietà”: alla manifestazione è infatti correlata una raccolta fondi a favore di progetti di sport e cooperazione, volti soprattutto a migliorare le condizioni di vita di bambini in aree disagiate.

Riportiamo tutti gli oscar assegnati e alleghiamo le fotografie delle premiazioni unitamente a quella dell’apertura del Giocagin.

Oscar alla Multiculturalità – Jazz Studio Dance
Oscar alla Coreografia Briosa – Cocoon
Oscar alla Miglior Corporeità – Vigarano Danza
Oscar Moderno – Quadrifoglio
Oscar Attrezzo Originale – Twirl Art
Oscar alla Precisione dei Movimenti – Drew Dance
Oscar alla Originalità – Pieve di Cento
Oscar Esercizio di Stile – ASD Progetto Danza
Oscar al Migliore Ritmo – Gym and Tonic
Oscar Coreutico – Dock Sport Village
Oscar alla Migliore Espressione di Carattere – Skate Roller
Oscar alla Sincronia – Pol. Doro
Oscar per la Migliore Fantasia d’Infanzia – Pattinatori Estensi
Oscar Iracondo – Uisp S. Nicolò
Oscar alla Coreografia Seducente – Corazon Latino
Oscar al Mini Musical – Bottega degli Artisti
Premio Speciale – Ju Jitsu Italia Sezione Ferrara
Oscar dei Social – Pol. Doro
Oscar alla Migliore Coreografia – Dock Sport Village

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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