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da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Una sala gremita ha fatto da cornice al lancio della campagna associativa 2014 della Federazione Nazionale Associazione Agenti e Rappresentanti di Commercio (FNAARC) di Ferrara che stamani (12 aprile) ha ospitato i vertici nazionali – presso la sede Ascom in città – rispettivamente con il presidente nazionale Adalberto Corsi ed il suo vice presidente vicario Antonio Franceschi. “E’ importantissimo oggi questo appuntamento qui a Ferrara – così il presidente della FNAARC Corsi ha salutato gli associati – con la FNAARC e Confcommercio otterremmo insieme su questo territorio grandi risultati e mi riferisco al fatto che FNAARC è in grado di offrire una corretta ed adeguata assistenza in tema di consulenza, servizi oltre che di rappresentatività sindacale”.
Un appuntamento – moderato dal direttore generale Ascom Ferrara Davide Urban e che ha visto la presenza del segretario FNAARC nazionale Pietro Coletti – che ha affrontato un tema certamente di grande attualità come il ruolo dell’agente di commercio ed i temi previdenziali trattati dal direttore generale ENASARCO, Carlo Bravi che ha anticipato la svolta del suo ente previdenziale: “Siamo impegnati a tenere il passo con i cambiamenti legislativi e con le nuove esigenze degli agenti di commercio: come ENASARCO siamo al fianco della categoria non solo negli aspetti più strettamente previdenziali anche nell’accensione di nuovi quanto vantaggiosi mutui (a tasso fisso) per l’acquisto del casa (od ufficio) per l’agente od i suoi familiari con importi elevati fino a 200mila €uro e comode rateizzazioni spalmate fino a 25 anni”
La mattina ha visto il saluto di benvenuto del presidente Ascom della provincia di Ferrara Giulio Felloni che ha sottolineato: “Confcommercio a Ferrara amplia ulteriormente la sua copertura su tutte le categorie professionali: un sistema associativo il nostro in grado di fornire un autentico valore aggiunto alle imprese associate nel lavoro quotidiano. Esprimo grande soddisfazione per la presenza di FNAARC qui a Ferrara nella sua casa naturale in Ascom Confcommercio e questo consentirà una maggiore tutela sindacale agli associati”.
La densa scaletta della mattinata – dopo l’intervento di Simonetta Maffizzoli, componente di giunta FNAARC e vicepresidente di Eurocommerce, su “L’agente di commercio nel contesto europeo” – ha visto la
presentazione un articolato pacchetto di convenzioni (una sessantina) con scontistiche specifiche vero strumento a supporto del lavoro quotidiano: tra queste le facilitazioni presentate direttamente da Trenitalia e riservate appunto a Confcommercio ed ai suoi associati: “La nostra convenzione – ha illustrato Serena Mischiati per conto delle Ferrovie dello Stato Italiane – si contraddistinguono in termini di risparmio fino al 30%, in ottimizzazione dei tempi di gestione del viaggio ed anche nella estrema facilità d’uso”. Era presente anche Francesco Montagnese (FAI – Conftrasporto) con il quale è in via di costruzione una vantaggiosa convenzione sul tema carburanti.
“Il nostro obiettivo principale – ha concluso Andrea Fantoni presidente della FNAARC di Ferrara – è infatti quello di supportare tutti i nostri associati attraverso la formazione e l’aggiornamento, per aumentare il nostro valore aggiunto in un mercato che richiede sempre più professionalità e quindi preparare agenti di commercio qualificati e professionali, che possano fare la differenza in un sistema sempre più competitivo. In una parola ascoltare le richieste dei nostri associati e tradurlo in opportunità per la categoria, grazie al supporto di Confcommercio”.

Nella foto da sx Fantoni, Bravi, Maffizzoli, Corsi, Felloni, Franceschi, Urban e Coletti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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