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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Un’intera giornata dedicata alla scuola, con un workshop sul modello della formazione che ha contribuito a fare dell’Emilia-Romagna una food valley famosa nel mondo. Le eccellenze educative nel settore agroalimentare, enogastronomico e turistico. In Piazzetta animazioni e laboratori del gusto condotti da 180 allievi di 20 istituti tecnici e professionali. L’incontro con 200 studenti e la musica fatta dai giovani. Bianchi: “Qui ad Expo abbiamo presentato la nostra esperienza e abbiamo voluto confrontarci con i più rilevanti esempi internazionali, perché crediamo che la crescita sia nel confronto e nello scambio”

Un sistema formativo di eccellenza, capace di competere con le più rilevanti case-history internazionali e che ha contribuito ad identificare l’Emilia-Romagna nel mondo come una inimitabile ‘food valley’. Nella settimana di protagonismo della Regione Emilia-Romagna ad Expo, la seconda giornata è dedicata alla scuola, con un workshop nell’auditorium di Palazzo Italia sul modello emiliano di filiera formativa integrata in ambito enogastronomico e agroalimentare, e con le dimostrazioni pratiche in Piazzetta di 180 allievi di 20 istituti tecnici e professionali che hanno si sono alternati tutto il giorno presentando i progetti didattici più innovativi.
“In Emilia-Romagna abbiamo sviluppato un sistema formativo integrato, che unisce scuole agrarie, scuole alberghiere e di ristorazione e scuole turistiche – ha spiegato l’assessore regionale alla Scuola e Formazione Patrizio Bianchi – Le nostre scuole fanno formazione ad altissimo livello, attività di ricerca sui prodotti e le materie prime, stanno riscoprendo frutti e grani antichi in uno straordinario recupero di biodiversità e di tradizione, che diventa allo stesso tempo capacità di fare innovazione, con gli chef più importanti della regione che diventano tutor dei ragazzi in queste scuole. Qui ad Expo abbiamo presentato la nostra esperienza e abbiamo voluto confrontarci con i più rilevanti esempi internazionali, perché crediamo che la crescita sia nel confronto e nello scambio”.
Coordinati dal giornalista Giuseppe De Biasi, hanno preso parte al workshop relatori di caratura internazionale come Annie Fèolde, prima donna in Italia a fregiarsi delle 3 Stelle Michelin e titolare dell’Enoteca Pinchiorri a Firenze, e Paul Bortolotta, imprenditore di successo e per ben due volte miglior chef statunitense secondo il prestigioso James Beard Foundation Award, dopo il precoce apprendistato al bistellato ristorante San Domenico di Imola. Ma anche personaggi come Igles Corelli, geniale innovatore e riconosciuto maestro di tanti giovani leoni della cucina italiana oltre che presidente dell’Unione italiana ristoratori, e Massimo Spigaroli, re del culatello e della gastronomia italiana all’Antica Corte Pallavicina nonché presidente dell’Associazione “Chef to Chef Emilia-Romagna Cuochi”, partner strategico della Regione Emilia-Romagna nel costante aggiornamento formativo degli addetti del settore enogastronomico.
Dal punto di vista della formazione hanno portato la propria esperienza Michel Mouisel, responsabile relazioni internazionali di una delle più famose scuole di cucina francese, la parigina Ferrandi; Giuseppe Schipano, rappresentante italiano di Eurhdip e direttore del più quotato ristorante didattico italiano “La scuola di Serra” a Serramazzoni, sull’Appennino modenese; Andrea Grignaffini, giornalista e gastronomo, membro del Comitato scientifico di Alma e titolare della cattedra di Metodologia di Degustazione critica presso l’Università di Parma; Mirco Dondi, vicepresidente di Coop Estense e referente del progetto “Tipici di gusto”, esperimento di valorizzazione delle tipicità gastronomiche ed agroalimentari che ha visto come protagonisti attivi gli studenti delle scuole superiori di diverse regioni italiane tra cui l’Emilia-Romagna; Stefano Versari direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale. Un focus è stato inoltre affidato ad Andrea Segrè, già direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna e ideatore del progetto Fico (Fabbrica Italiana Contadina).

Le scuole protagoniste
Come veri chef professionisti, benché in erba, della cucine davanti a migliaia di visitatori di Expo hanno esibito la propria abilità culinaria. Mentre gli studenti di agraria hanno dato dimostrazioni pratiche e presentanto i loro progetti didattici più innovativi. Protagonisti della giornata in Piazzetta sono stati soprattutto gli studenti, 180 allievi di 20 Istituti superiori tecnici e professionali a indirizzo agrario ed enogastronomico, che si sono alternati tutto il giorno coinvolgendo il pubblico in animazioni e laboratori alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche della Emilia-Romagna. I visitatori hanno visto, ad esempio, come si fa la sfoglia, hanno potuto assistere alla macinazione della farina con un vecchio mulino e alla preparazione e degustazione di piatti tipici.
Hanno inoltre incantato il pubblico di Expo il gruppo Rulli Frulli (formatosi su iniziativa dell’Associazione Scuole di musica dell’Emilia-Romagna) tenendo due performance sotto l’Albero della Vita e a grande richiesta anche un bis. Questi musicisti “da percussione” – 50 bambini e ragazzi tra i 6 e i 30 anni, tutti della zona di Mirandola (in provincia di Modena), una delle aree più colpite dal terremoto del 2012 – non suonano i classici strumenti musicali ma oggetti da cucina e di recupero come pentole, piatti, padelle, tubi di ferro e piastrelle.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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