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Da: Ufficio Stampa Europa Verde ER

 

Europa Verde a fianco dei lavoratori della sanità privata che chiedono il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da quattordici anni.

Silvia Zamboni, Vice Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e capogruppo di Europa Verde e Paolo Galletti, co-portavoce regionale dei Verdi/Europa Verde Emilia-Romagna: “Inaccettabile il mancato rinnovo del contratto nella sanità privata tanto più se convenzionata con il sistema sanitario pubblico regionale. Chiediamo alla Regione di intervenire a sostegno dei lavoratori”.

  In questi giorni i sindacati dei lavoratori della sanità privata sono impegnati in presidi davanti a Villa Erbosa a Bologna e a Villa Maria Cecilia Hospital a Cotignola – due espressioni della sanità privata convenzionata con il pubblico – per sollecitare il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti da quattordici anni.

“Risulta politicamente e socialmente inaccettabile che la sanità privata convenzionata, che riceve dal pubblico gran parte delle sue risorse, non abbia, da ben quattordici anni, rinnovato i contratti di lavoro. Questo in una Regione che nel suo programma mette la sanità pubblica al primo posto ma per una parte di prestazioni fornite ai cittadini ricorre al privato convenzionato, che anche come tale non può  sottrarsi al rispetto dei diritti sindacali dei dipendenti.
Per non parlare del riconoscimento di Istituto di ricerca, ricovero e cura di carattere scientifico (IRCSS) al gruppo Villa Maria Cecilia Hospital, proposto dalla Regione e fortunatamente non ancora concesso dal Ministro competente. Un riconoscimento da sempre osteggiato dai Verdi/Europa Verde Emilia-Romagna perché sottrarrebbe alla sanità pubblica fondi da destinare alla ricerca di un gruppo privato che ovviamente tra i propri obiettivi ha anche il perseguimento del profitto.
E’ indispensabile che nelle convenzioni con la sanità privata sia previsto il rispetto dei diritti sindacali dei lavoratori, il primo dei quali attiene al rinnovo periodico dei contratti di lavoro. Chiediamo quindi all’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini e al presidente della Regione Stefano Bonaccini di intervenire con urgenza per porre fine a questa inaccettabile situazione, certi che anche a loro il mancato rinnovo dei contratti scaduti da ben 14 anni appaia insostenibile”, affermano Silvia Zamboni Vice Presidente Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna e capogruppo di Europa Verde e Paolo Galletti co-portavoce Verdi/Europa Verde Emilia-Romagna.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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