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da: Ufficio Stampa SuperNews

Su Facebook il campionato tra le pagine ufficiali delle squadre di basket in A2

La Fortitudo Bologna si preannuncia essere tra le protagoniste di questa Social Basket Cup 2015/2016, il campionato tra le pagine Facebook delle squadre di basket in A2.
Dopo il grande successo dello scorso anno, torna il campionato cestistico più social della rete e le tifoserie italiane ricominciano a sfidarsi in un’avvincente gara di voti.
Puoi trovare l’app del gioco su Facebook, digitando le parole chiave Social Basket Cup! Il regolamento è disponibile al link http://news.superscommesse.it/iniziative/social-basket-cup-2015-2016.html
Per i sedicesimi di finale la squadra sta affrontando a viso aperto la Briosa Barcellona e grazie all’affetto dei numerosi tifosi ha ottenuto finora il vantaggio con un punteggio di 14 a 51. L’Eternedile quest’anno può davvero conquistare la parte alta della classifica.
Il campionato è del tutto innovativo perché per la prima volta i tifosi ne sono i veri protagonisti: sono infatti loro a stabilire chi vincerà i match votando le pagine Facebook in sfida.
Giocare è divertente e gratuito. Dopo aver visitato la pagina Facebook di ogni compagine, i tifosi possono votare assegnando a ciascuna un punteggio che va da 0 a 5 stelline. Il club che ottiene il punteggio più alto accede al turno successivo, l’altro abbandona la gara.
Il campionato è suddiviso in 5 giornate di gioco, dai sedicesimi alla finalissima. Per ogni turno, i tifosi sono chiamati a valutare un aspetto diverso delle pagine ufficiali delle squadre, fino ad arrivare alla grande finale che decreterà la squadra Campione d’Italia di Social Basket Cup.
Di seguito i punteggi parziali di tutte le sfide in corso:
Verona-Mantova 200-98; Siena-Ferrara 51-37; Imola-Brescia 12-10; Omegna-Agropoli 25-13; Barcellona-Bologna 14-51; Chieti-Casalpusterlengo 26-13; Latina-Scafati 28-6; Recanati-Biella 22-8; Monferrato-Ferentino 59-85; Rieti-Roma 67-27; Ravenna-Tortona 8-30; Trieste-Treviso 89-8; Legnano-Jesi 15-6; Reggio Calabria-Matera 29-10; Trapani-Roseto 24-3; Treviglio-Agrigento 12-8

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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