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Da: Regione Emilia Romagna

Dal 8 ottobre appuntamenti a Bologna, Forlì, Reggio Emilia, Modena e Ferrara. Lunedì nell’Aula absidale bolognese di Santa Lucia, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini aprirà “Accendere la cultura spegne le paure”

Bologna- Il ruolo della cultura, come attivarla e promuoverla, la sua funzione in ambito sociale ed economico e la valorizzazione del patrimonio culturale, l’”orange economy”, la rigenerazione urbana: EnERgie Diffuse, la Settimana della Cultura in Emilia-Romagna dal 7 al 14 ottobre sarà anche occasione di discussione e confronto, elaborazione teorica e momento di riflessione in quattro convegni, articolati in più giorni e più città.
I convegni
Il convegno Attivare la cultura. Il senso e il valore, tra i momenti di riflessione più rilevanti della Settimana della Cultura, si terrà l’8 e 9 ottobre nell’Aula absidale di Santa Lucia a Bologna, articolato in tre sessioni: la prima nella mattina, “Accendere la cultura spegne le paure”, aperta dall’intervento del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (ore 9,30). Interverranno Massimo Mezzetti, assessore regionale alla Cultura e ospiti nazionali ed europei, sul ruolo della cultura nel rapporto tra i popoli, nella costruzione dell’identita europea e come grande mediatrice a livello internazionale. Il secondo focus, “Processi di attivazione per una cultura più vicina, più partecipata, più forte” propone un confronto fra alcuni dei protagonisti dei piu efficaci processi di attivazione culturale del XXI secolo. Nel pomeriggio (ore 15), con “L’Europa muove la musica” dove verrà fatto il quadro delle azioni europee in corso, in particolare del progetto Music Moves Europe che la Commissione Europea ha lanciato nel 2018 nell’ambito del programma Europa Creativa. Previsti gli Interventi dell’assessore Mezzetti, sulla nuova legge regionale a supporto del settore, e di Matteo Lepore, assessore alla Cultura del Comune di Bologna, Citta Unesco della Musica. Conclude la giornata una tavola rotonda sui cambiamenti in atto nella musica dal vivo, sulle tendenze del panorama discografico con diversi interventi.
La terza sessione, la mattina del 9 ottobre, è dedicata al “Patrimonio culturale: percorsi per attivare un bene comune”, propone strategie per conoscere, promuovere e sviluppare il senso e il valore del patrimonio culturale. Sara messo a fuoco in particolare il ruolo crescente svolto dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale nei processi di attivazione culturale. Organizzata dall’Istituto Beni artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna (Ibacn) e coordinata dal giornalista e saggista Luca De Biase, vedrà tra gli altri l’intervento di Roberto Balzani, presidente Ibacn. Tra gli esempi più innovativi sul patrimonio che verranno presentati: Tourer.it e gli Archivi della moda. Spazio poi agli interventi sulle possibilita che l’intelligenza artificiale offre ai progetti di attivazione dei beni culturali, con importanti protagonisti del settore.
Il 13 ottobre a Forlì è il momento degli Stati generali della creatività, una giornata dedicata alla creatività giovanile, all’impresa culturale e alla scoperta della “orange economy”. Saranno presenti docenti universitari, rappresentanti della Regione Emilia-Romagna, l’Associazione Ga/ER, l’Agenzia di Sviluppo territoriale Ervet, per la presentazione dell’aggiornamento della ricerca “Economia arancione in Emilia-Romagna”, realizzata da Ervet, con le città emiliano romagnole e le realtà che si sono distinte nella realizzazione di progetti pilota sui temi delle professioni e imprese culturale creative. Flaviano Celaschi, presidente del Clust-ER Industrie Culturali e Creative, illustrerà gli obiettivi e le finalità di questa comunità.
Dal 10 al 12 ottobre, a Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Bologna, si svolge “Giovani Rigenerazioni creative. Remixing Cities III”, momento di riflessione su progetti nazionali e regionali di rigenerazione urbana ed anche terza tappa del progetto Remixing Cities. In particolare a Reggio Emilia, mercoledì 10 ottobre, si indagherà il contesto territoriale dei percorsi di rigenerazione urbana; a Modena, giovedì 11 ottobre, si focalizzerà l’attenzione sulla sostenibilità a medio e lungo termine di questi percorsi, mentre a Ferrara, venerdì 12 ottobre, si affronterà il tema del dualismo tra percorsi di rigenerazione urbana e norme e procedure. Il pomeriggio di venerdì 12 ottobre, a Bologna, sarà inaugurato lo spazio MACbo, recuperato grazie a un finanziamento erogato dall’Anci nel 2016 e destinato ad ospitare giovani artisti e creativi.
In quest’ambito anche l’11 ottobre, a Modena, aprirà La Torre del Centro Musica di Modena, che sarà sede per l’attività di giovani del territorio che operano nell’ambito musicale, teatrale e delle arti visive. Il convegno “è organizzato da Anci, Regione Emilia-Romagna, Ga/ER, Gai (Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani) e i Comuni di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia.
Informazioni sui singoli convegni sul portale www.emiliaromagnacreativa.it

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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