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da: organizzatori

È iniziata alla grande la rassegna AUTORI A CORTE ideata da Vincenzo Iannuzzo e Federico Felloni che dopo la presentazione del nuovo libro del mago Casanova ha proposto mercoledì 13 luglio nella bellissima cornice del Giardino delle Duchesse tre novità letterarie abbinando la scrittura alla musica. La serata è iniziata con il libro edito da “La Carmelina” di Lucio Scardino e Simonetta Savino, “I Magrini: quattro Artisti Ferraresi tra Otto e Novecento”, presentato insieme agli autori dalla presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea Anna Quarzi. A seguire Togliatti Blocks. Frammenti di una sconfitta di Daniele Vecchi. La presentazione, moderata dal direttore di Marco Zavagli, direttore di estense.com è stata introdotta da una esibizione musicale dello stesso autore, Daniele Vecchi (molti lo ricorderanno nelle file degli Strike), e del cantante della band “Vallanzasca “, Davide Romagnoni. È stata poi la volta del nuovo libro di Gianluca Morozzi e del cantautore Leonardo Veronesi che ha presentato brani del nuovo l’album “Non hai tenuto conto degli Zombie”, accompagnato dalla chitarra di Valentino Fuschini.
E mentre Morozzi parlava del suo libro ‘L’uomo Liscio’, chiacchierando con il moderatore e giornalista de La Nuova Ferrara Samuele Govoni, alternandosi a Veronesi, uno zombie imperversava tra il pubblico e sul palcoscenico creando momenti di grande ilarità. Leonardo Veronesi fin dall’inizio del suo tour sta cercando di presentare i suoi brani in modo teatrale e con formazioni sempre diverse a seconda dei vari contesti. E ci sta riuscendo benissimo perché in ogni occasione pubblica si creano momenti di spettacolo molto coinvolgenti abbinati a buona musica. Il filo conduttore tra il libro e l’album è L’IMPREVISTO . Il protagonista de “L’uomo liscio” Larry Lancia è un noto fumettista amante delle donne, ha una fidanzata che tradisce spesso e volentieri, un’amante irraggiungibile ma che è anche il suo grande amore, e innumerevoli fan che lo inseguono cercando di passare qualche notte con lui e che lui cerca di accontentare. Ma il suo mondo è sconvolto quando una mattina, in seguito a febbri terribili, si sveglia e scopre che il suo organo riproduttivo non c’è più. Un imprevisto devastante che lo obbliga a vedere la sua vita da un’altra ottica e proprio per questo ripercorrere episodi passati quando era ancora un uomo cosiddetto “normale”. Nell’album di Veronesi l’imprevisto sono appunto gli zombie che capitano all’improvviso e sovvertono ogni logica e ogni ordine naturale. Zombie come metafora di un certo tipo di essere umano ne morto ne vivo. Lo zombie dipende dai vivi ma i vivi che li hanno creati rischiano di essere distrutti dagli zombie stessi. Una continua lotta di resistenza umana per non essere zombie e non avere a che fare con gli zombie che possono rappresentare tantissimi significati. Morozzi ci ha promesso il seguito anche perché il libro si conclude con uno status aperto in cui Larry Lancia programma un futuro che aspettiamo con curiosità visto che lo scrittore intende scrivere una trilogia. Veronesi intanto continua a portare i suoi zombie tra la gente e far sentire i suoi testi originali e mai banali dove si parla di un quotidiano filtrato dalla grande sensibilità del cantautore doc. Una serata in cui la cultura e il divertimento si sono coniugati al meglio. Buona musica e belle parole in attesa della prossima presentazione in questa rassegna di grande spessore.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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