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da: Circolo Arci Zone K

Domenica 6 Dicembre 2015 il Circolo Arci Zone K di Malborghetto proporrà al pubblico ferrarese un concerto davvero prestigioso, saranno infatti di scena, per la rassegna “Collateral” ed in collaborazione con Arci Ferrara e DNA Concerti, Adriano Viterbini e Stefano Pilia, musicisti tra i più interessanti nel panorama chitarristico italiano odierno.
Dopo il fortunato esordio solista Goldfoil, il 23 ottobre Adriano Viterbini, già chitarra e voce dei Bud Spencer Blues Explosion, ha dato alla luce per Bomba Dischi/Goodfellas il suo secondo lavoro intitolato Film O Sound. L’album è anticipato dal singolo Tubi Innocenti.
In questo percorso Viterbini non è stato solo, ma ha avuto accanto per ogni tappa degli incredibili compagni. Marco Fasolo dei Jennifer Gentle, prezioso alla produzione artistica, Fabio Rondanini (Calibro 35, Afterhours), Stefano Tavernese, Enzo Pietropaoli, Bombino, Jose Ramon Caraballo Armas (Daniele Silvestri Ufficiale, Bandabardò) e Alberto Ferrari (Verdena), special guest nel classico di Sam Cooke “Bring it on home “, unico brano cantato del disco. Film O Sound, già anticipato dal classico “Sleepwalk”, svela un nuovo brano inedito: si tratta di “Tubi Innocenti” in cui Adriano duetta con Fabio Rondanini in vorticosi ritmi dalle tinte tuareg.
Il titolo del disco è il frutto di un’intuizione stessa di Adriano. Il Filmosoud era un proiettore a bobine della Bell & Howell, creato negli anni 40, compatto e portatile con audio integrato, utilizzato sopratutto per conferenze nelle aule universitarie. La sezione audio valvolare e lo chassis con cono da 8 pollici del Filmosound ha di fatto una resa ottima se utilizzato come amplificatore per chitarra elettrica. Ed è proprio con questa sezione audio che Adriano ha registrato l’album assecondando una visione complessiva oltre che un instancabile desiderio di ricerca sonora. Film O Sound diventa così un evocativo gioco di parole, un disco da immaginare oltre che da ascoltare. Un “album globetrotter”, crocevia tra i suoni del nord e del sud del mondo, un viaggio attraverso l’Africa, il Sud America e gli States, in undici tracce di vera e propria antropologia musicale.
Stefano Pilia è bassista, chitarrista e compositore elettroacustico nato a Genova nel 1978. Il suo lavoro si è avvicinato sempre più all’indagine della dimensione scultorea e spaziale del suono sia attraverso la pratica esecutiva strumentale sia attorno alla ricerca dei processi di registrazione e produzione sonora. E’ tra i fondatori del gruppo 3/4HadBeenEliminated, sintesi tra improvvisazione, composizione elettroacustica e sensibilità avant-rock. Suona dal vivo principalmente in solo, con In Zaire. Dal 2008 è parte dei Massimo Volume, dal 2012 chitarrista dell’artista maliana Rokia Traoré e dal 2015 chitarrista negli Afterhours. Collabora stabilmente con David Grubbs e Andrea Belfi nel BGP trio e nel “Sogno del Marinaio” con MIke Watt al basso e Belfi alla batteria. Ha collaborato frequentemente alla realizzazione del suono (sia liveche su supporto) per produzioni teatrali, reading, film, installazioni e video arte (Gianluigi Toocafondo, Zimmerfrei, NIco Vascellari, Homemovies, Wuming2, Emidio Clementi ). Ha collaborato con artisti e musicisti come, Rokia Traoré e John Parish, Phill Niblock, Marina Rosenfeld, David Tibet e ZU, Giuseppe Ielasi, Z’ev, Black Forest Black Sea, Rhys Chatam, David Maranha, Manuel Mota…ha pubblicato lavori discografici con numerose etichette italiane ed estere (Die-Schachtel, Presto?!, Bluechopstick, Hapna, LastVisibleDog, Sedimental, Soleilmoon, 8mm, La Tempesta).
Occasione unica quindi per vedere questo fantastico duo, nell’atmosfera intima e suggestiva del Circolo.
Il Circolo Arci Zone K aprirà con il solito aperitivo alle ore 19. Il concerto avrà inizio intorno alle 22. L’ingresso sarà gratuito e riservato ai Soci Arci. Per informazioni chiamare il 346.0876998.

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Riceviamo e pubblichiamo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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