Skip to main content

da: Associazione Zone K

Domenica 10 Aprile al Circolo Arci Zone K arriva un incredibile artista americano, Grayson Capps in concerto con il fido J.Sintoni, in collaborazione con l’inossidabile Roots Music Club.
Nato nell’Aprile del 1967 in Alabama da un pastore battista e una studentessa universitaria, Grayson Capps iniziò a interessarsi di arte già in tenera età, finendo addirittura per studiare recitazione in piena adolescenza alla Tulane University a New Orleans.
Ma più del suo amore per il teatro, crebbe incessantemente la sua passione per la musica. Diventò il chitarrista degli House Levellers, una folk band di derivazione – a detta loro – “trash”. Dopo un contratto con la Tipitina’s Records e un tour di buon successo, Grayson Capps lasciò la band restando comunque ancorato alla vita musicale e artistica di New Orleans. Formò gli Stavin’ Chain, band con cui ebbe un contratto discografico nel 1998 con la Ruf Records, label tedesca che pubblico l’anno dopo il loro unico cd, dal titolo omonimo. Nel loro curriculum anche alcuni opening act di grande rilevanza, come quelli per Keith Richards e Paul Westerberg.
Lo scioglimento degli Stavin’ Chain lasciò Grayson con un mucchio di canzoni mai pubblicate e con l’idea di proseguire per una strada solista, e la sua fortuna fu quella di incontrare la documentarista Shianee Gabel, a cui propose la lettura di un romanzo del padre mai pubblicato, intitolato “Off Magazine Street”. Il risultato della lettura fu entusiasmante, e la Gabel di suo pugno scrisse la sceneggiatura di quello che sarebbe poi diventato il film “A Love Song for Bobby Long”, interpretato da John Travolta e Scarlett Johansson.
3 brani di Capps fecero parte della colonna sonora, “Lorraine’s Song”, “Washboard Lisa” e la “A Love Song for Bobby Long” che dà il titolo al film. I brani verranno poi pubblicati anche sul disco d’esordio solista di Capps, quel “If I Knew My Mind” che ebbe critiche entusiaste all’unanimità.
La vita di Grayson Capps però ebbe una svolta nella tarda estate del 2005, quando l’uragano Katryna devastò New Orleans, e lo costrinse a traferirsi per un po’ di tempo nella vicina Nashville. Il suo secondo disco uscì subito nel 2006 (“Wail & Ride”, sempre per Hyena Records), mentre l’anno dopo la Ruf Records ristampò “Stavin’ Chain”. Tornato a Fairhope in Alabama, dove ha passato gran parte della sua giovinezza, Grayson Capps formò gli Stompknockers, bands di taglio rock-blues, con cui incise il cd “Rott & Roll”, pubblicato, sempre da Hyena Records, nel 2008.
Una nuova band prese vita un paio di anni dopo, i Lost Cause Minstrels, e grazie anche all’apporto della moglie di Capps, quella Trina Shoemaker apprezzata produttrice discografica di Sheryl Crow, Queens of the Stone Age e Josh Ritter, nacque il disco “The Lost Cause Minstrels” uscito nel 2011 per Royal Potato Family.
Fu nel 2013 che iniziò il fruttuoso e appassionato rapporto di Grayson Capps con l’Italia, dove viene in tour quasi ogni anno, accompagnato dall’amico chitarrista romagnolo Emanuele “J” Sintoni, che da vent’anni sulla scena dei circuiti live ha suonato e collaborato con tantissimi artisti e vanta partecipazioni ad importanti festivals italiani ed europei tra i quali “Pistoia Blues Festival”, “Chianti Blues Festival”, “Piacenza Blues Festival”, “Voodoo chile Blues Fest”,“Castel SanPietro in Blues”,”Blues&Jazz Fest”,”Blues au Chateau”.
”The Red Suit”, disco interamente scritto e prodotto dallo stesso J.Sintoni è entrato anche nella Top50 USA della Roots Music Reports.
Al suo quarto tour in 3 anni, Grayson Capps ha anche inciso un cd, dal titolo spiritoso in tutti i sensi, “Love Songs, Mermaids & Grappa”, pubblicato dalla label italiana Appaloosa Records, e pubblicato in un sapido packaging con 8 brani tra inediti, cover e rivisitazioni in semi-acustico con J Sintoni, e un cd aggiuntivo con 17 brani selezionati tra i migliori della discografia di Capps.
Occasione imperdibile per vedere ed ascoltare un concerto assolutamente prestigioso ed esclusivo.
L’ingresso al Circolo di Malborghetto Di Boara è riservato ai Soci Arci. L’apertura è prevista per le ore 19 l’inizio del concerto per le ore 22 circa.
Per informazioni e prenotazione dei biglietti e dei posti la mail è prenotazionizonek@gmail.com o il numero da chiamare è 346 0876998 .

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it