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Giorno: 30 Giugno 2020

Coronavirus, l’aggiornamento: 20 nuovi positivi, di cui 16 asintomatici individuati attraverso gli screening regionali

Da: Regione Emilia Romagna

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 28.492 casi di positività, 20 in più rispetto a ieri, di cui 16 persone asintomatiche individuate attraverso l’attività di screening regionale.

I nuovi tamponi effettuati sono 6.093, che raggiungono così complessivamente quota 495.544, a cui si aggiungono altri 1.406 test sierologici, fatti sempre da ieri.

Le nuove guarigioni sono 37 per un totale di 23.222, l’81,5% dei contagiati da inizio crisi. Scendono i casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono 1.010 (22 in meno rispetto a ieri).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

La situazione in provincia di Bologna

Per quanto riguarda il focolaio individuato presso l’azienda di logistica Bartolini, i casi di positività ad oggi individuati dalle autorità sanitarie – tra lavoratori del gruppo e loro familiari o conoscenti – sono 113, di cui 87 asintomatici.

Sono invece 10 gli ospiti del centro di via Mattei, sempre nel Bolognese, risultati positivi a SARS-Cov2. Si tratta di persone tutte asintomatiche in isolamento presso strutture residenziali dedicate, mentre 27 – individuate come contatti stretti – sono in isolamento presso la stessa struttura.

Infine, dopo che un’educatrice del centro estivo dell’Istituto Collegio San Luigi di via D’Azeglio, è risultata positiva al virus, il Dipartimento di sanità pubblica, a seguito dell’indagine epidemiologica, ha disposto l’isolamento dei contatti stretti. L’Istituto ha deciso, in via precauzionale, di sospendere temporaneamente l’attività e lo stesso gestore del centro ha avviato l’esecuzione del tampone offrendolo volontariamente a tutti gli operatori.

L’88% dei malati in isolamento a casa

Tornando alla situazione sul territorio regionale, le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 890, 19 in meno rispetto a ieri, l’88% di quelle malate. I pazienti in terapia intensiva sono 12, come ieri, quelli ricoverati negli altri reparti Covid sono 108 (-3).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 23.222 (+37): 243 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 22.979 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 5 nuovi decessi: due uomini e tre donne. In particolare si tratta di 1 decesso nella provincia di Piacenza, 2 in quella di Bologna, 1 in quella di Ravenna e 1 in quella di Rimini. Complessivamente, in Emilia-Romagna i decessi sono arrivati a quota 4.260.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.656 a Parma (+3, tutti asintomatici), 5.003 a Reggio Emilia (+1, asintomatico), 3.950 a Modena (+2, di cui 1 asintomatico), 4.905 a Bologna (+6, di cui 4 asintomatici), 1.025 a Ferrara (+3 tutti asintomatici). I casi di positività in Romagna sono 5.003 (+5). Di questi 1050 a Ravenna (+1),799 a Cesena (+3, asintomatici) e 2.195 a Rimini (+1, asintomatico).

Invariati i casi di positività a Piacenza: 4.546; a Imola: 404; a Forlì: 959.

EMILIA ROMAGNA: SERVIZIO CIVILE REGIONALE
Pubblicato il Bando 2020, scadenza 24 luglio ore 23,59

Da: Comunità Papa Giovanni XXIII

E’ stato pubblicato il bando di SERVIZIO CIVILE REGIONALE (SCR) per selezionare ragazze e ragazzi che intendono svolgere attività di solidarietà, tutela dei diritti sociali, servizi alla persona ed educazione su tutto il territorio Emiliano Romagnolo. C’è tempo fino a sabato 25 luglio per candidarsi. Possono partecipare i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni, senza distinzione di cittadinanza.

Con la Comunità Papa Giovanni XXIII sono disponibili 4 posti in provincia di Bologna nell’ambito dell’assistenza a persone con disabilità; 4 posti in provincia di Ferrara nell’ambito dell’assistenza a persone con disabilità e vittime di dipendenze; 1 posto in provincia di Modena nell’ambito dell’assistenza a minori nel territorio comunale di Mirandola, riservato a giovani con bassa scolarizzazione; 3 posti a Rimini in supporto a minori migranti e persone senza fissa dimora, di cui 1 posto riservato a giovani con bassa scolarizzazione.
La durata dei progetti è di 11 mesi nelle province di Bologna, Ferrara e Rimini, mentre è di 10 mesi per il progetto in Provincia di Modena. Informazioni sui progetti e sulle modalità di candidatura: [Vedi qui] 

Testo completo del Bando per la selezione di 1.451 volontari da impiegare in progetti di servizio civile nazionale nella Regione Emilia Romagna [Qui]

Poggio Renatico: mercoledì 1° luglio possibili cali di pressione fino al pomeriggio

Da: Relazioni con i media, area Ferrara-Modena

Dalle 8 di mercoledì 1° luglio, per provvedere alla riparazione di un guasto sulla rete idrica avvenuto nel territorio bolognese, Hera dovrà effettuare alcune manovre che potrebbero provocare cali di pressione nel territorio comunale di Poggio Renatico e alle località San Martino, Montalbano e San Bartolomeo in Bosco.

In alcuni casi potrebbe anche verificarsi un temporaneo intorbidimento dell’acqua, che tuttavia non ne pregiudicherà la potabilità.

Il ritorno alla normalità del servizio avverrà ad ultimazione della riparazione, prevista per le 16 dello stesso giorno.

L’azienda si scusa con i clienti per i disagi eventualmente arrecati e assicura il massimo impegno nel contenere al minimo i tempi dei lavori, ricordando che in caso di urgenza (segnalazione guasti, rotture, emergenze varie) è gratuito e attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette il numero di pronto intervento 800.713.900 per i servizi acqua, fognature e depurazione.

LA BORSA TOP SECRET
Scuola o fantascienza?

A Roma Termini mi sono imbattuto in una borsa in pelle, gonfia, sicuramente persa o dimenticata.
L’ho aperta per cercare qualcosa che mi consentisse di risalire al suo possessore. Solo carte, tante carte scritte a computer, tra le quali un invito a firma della ministra Azzolina a partecip re alla task force per l’avvio del prossimo anno scolastico.
Qualcuno che conta dunque, ma la solita formula “…La signoria vostra è invitata,,,”, senza altra indicazione, non mi ha permesso di risalire al proprietario. Così, prima di consegnare la borsa all’ufficio oggetti smarriti della stazione, mi sono tolto la curiosità di dare una scorsa a quei fogli. Dal loro contenuto avevano tutta l’aria di progetti top secret, confezionati in qualche stanza ministeriale e al momento lasciati decantare.

Ne riporto alcuni stralci a mio parere molto interessanti.

“Chi ha mai detto che tutti gli insegnanti debbano appartenere al genere umano o anche soltanto essere animati?
È necessario che il governo investa nella produzione di satelliti sempre più numerosi e sofisticati di quelli che abbiamo messo finora in orbita nello spazio. In modo da poter sostituire le onde radio con un sistema di comunicazione assai più capace come il raggio laser a luce visibile. Questo consentirebbe di creare spazio per molte migliaia di canali separati per la voce e per le immagini, così da assegnare ad ogni membro del paese una particolare lunghezza d’onda televisiva.
Ciascuna persona (bambino, adulto, o anziano) dovrà essere dotata della sua propria presa personale, alla quale inserire la sua personale macchina istruttrice. Una macchina assai più versatile e interattiva di quelle finora conosciute, immensamente lontana dalle preistoriche pratiche della DAD, della didattica a distanza, di cui gli eventi eccezionali hanno dimostrato l’importanza. Ma dall’eccezionalità è ora necessario passare all’ordinarietà per non farsi più cogliere impreparati
La prossima generazione sarà partecipe del travolgente impatto del laser nell’area dell’insegnamento. Attualmente il paese si sforza di istruire il più gran numero di studenti possibile. Ma il limitato numero degli insegnanti ha prodotto la scuola di massa, che si è rivelata diseconomica, poco efficace e inefficiente. In tutta la nazione vengono insegnate le stesse cose, nello stesso tempo e più o meno alla stessa maniera. Ma poiché ogni alunno ha interessi e metodi di apprendimento propri, l’esperienza dell’istruzione di massa risulta sgradevole, con il risultato che molti adulti si oppongono all’idea di studiare nella vita postscolastica perché ne hanno avuto abbastanza.
L’apprendimento, invece, potrebbe essere piacevole, persino affascinante e avvincente, se ognuno potesse studiare in maniera specifica qualcosa che lo interessa individualmente, nel momento da lui scelto e alla sua maniera.
I tecnostudenti di domani avranno a disposizione un mezzo bell’e pronto per saziare la loro curiosità. Sapranno già in tenera età come ordinare alla macchina istruttrice di fornire loro elenchi di materiali di ricerca. A mano a mano che il loro interesse verrà destato impareranno di più in meno tempo, e troveranno nuove strade da battere.

L’insegnamento a distanza avrà in aggiunta una forte componente di autoincentivo. La capacità di seguire una propria via personale incoraggerà il tecnostudente ad associare l’apprendimento al piacere e a crescere fino a diventare un tecnoadulto attivo: curioso e pronto ad ampliare il proprio ambiente mentale.
Possiamo ragionevolmente pensare ad una macchina istruttrice abbastanza complessa e flessibile, da essere in grado di modificare il proprio programma sulla base degli input dello studente. In altre parole, lo studente farà domande, risponderà a domande, farà asserzioni, offrirà opinioni, e da tutto questo la macchina sarà in grado di valutare lo studente, in modo tale da poter regolare la velocità e l’intensità del proprio corso d’insegnamento e, cosa ancora più importante, di andare incontro agli interessi mostrati dallo studente.
Per rendere possibile le macchine istruttrici, si deve procedere alla creazione di biblioteche centrali completamente computerizzate. Occorre poi giungere ad accordi con l’Europa e gli altri paesi del mondo per fare in modo che queste biblioteche siano tutte interconnesse, fino a formare una singola biblioteca planetaria. Questo permetterebbe alle nostre macchine istruttrici di essere collegate all’unica biblioteca planetaria, evitando la concorrenza tra macchine istruttrici di paesi diversi.

Naturalmente gli insegnanti umani non verrebbero completamente eliminati. In alcune materie l’interazione umana è essenziale: la ginnastica, la recitazione, le lezioni pubbliche, e così via.
Saranno gli studenti ad essere gli insegnanti delle macchine istruttrici. Uno studente che si applica a settori o attività che lo interessano, finisce inevitabilmente per pensare, fare congetture, osservare, sperimentare e, di tanto in tanto, escogitare qualcosa di proprio che potrebbe non essere noto. Ritrasmetterebbe questa conoscenza alle macchine, che a loro volta la registrerebbero alla biblioteca planetaria, rendendola così disponibile ad altre macchine istruttrici. L’informazione verrebbe reimmessa nel serbatoio centrale, per fungere da nuovo e più elevato punto di partenza per gli altri. Così le macchine istruttrici renderebbero possibile per il nostro paese e per la specie umana la corsa in avanti verso vette e in direzioni che adesso è impossibile prevedere.”

Ora, devo ammettere, mi sorge un dubbio, perché in quella borsa c’erano anche due libri di Isaac Asimov, Future Fantastic e The New Teachers. Non vorrei aver fatto confusione nella lettura delle pagine, sarà per via di questo anomalo anno scolastico.

Scuola, Rancan (Lega ER): “In Emilia-Romagna 82mila studenti rischiano di non trovare posto in aula: regione si attivi”

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

“Da settembre quasi 82mila studenti emiliano-romagnoli non troveranno spazio nelle aule, per i limiti imposti dal governo. Si tratta di una prospettiva inconcepibile e inaccettabile, contro la quale chiediamo alla Giunta regionale un impegno immediato, anche per il tramite della Conferenza Stato-Regioni, affinché sul nostro territorio possano essere utilizzati per gli insegnamenti anche gli spazi non utilizzati dalle scuole paritarie”. Così il capogruppo regionale della Lega E-R, Matteo Rancan, in un’interrogazione alla Giunta nella quale ribadisce come “un paese nasce nelle aule di scuola e un cittadino si crea sui banchi, mentre siede a fianco del suo compagno, e impara fin da piccolo non solo il sapere della scuola, non solo una lingua comune, ma soprattutto impara a convivere in una società civile. La scuola è lo strumento principale che la nostra democrazia si è data per garantire la vera uguaglianza di diritti e di possibilità di tutti i cittadini. Distruggerla significa distruggere le basi della nostra civiltà” conclude il capogruppo del Carroccio.

Sanità, Pelloni (Lega ER): risoluzione unanime accoglie le nostre indicazioni per maggiori borse di studio a favore dei medici specializzandi

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia Romagna

Verso un unico criterio nazionale per l’accesso alle scuole specialistiche e collaborazione le Università della Regione e gli Ordini Professionali per aumentare le borse di studio e il finanziamento per riportare il rapporto tra laureato e borsa di specializzazione in parità, così che ogni medico specializzato possa poi operare nella regione in cui ha studiato. “Salutiamo con favore -ha detto il consigliere regionale della Lega Simone Pelloni – la risoluzione approvata in Commissione salute a cui abbiamo dato il nostro contributo per evitare di disperdere la professionalità di medici neo laureati impossibilitati ad accedere poi alle scuole di specializzazione e a lavorare nelle strutture del territorio”. Il consigliere del Carroccio ricorda che già in sede di presentazione delle linee di mandato del presidente Bonaccini la Lega aveva chiesto un impegno ad aumentare le borse di studio per far fronte alla carenza di personale medico specializzato. “La risoluzione approvata, che porta la prima firma della consigliera Pigoni – ha aggiunto Pelloni – ha accolto lo spirito dei nostri emendamenti che puntavano a indicare il criterio della residenzialità per salvaguardare i medici che studiano sul territorio della nostra Regione per accedere poi alle nostre scuole di specializzazione. Con la mediazione dell’assessore Donini si è trovata l’intesa sul punto di indicare nei tanti anni di studio un analogo periodo di tempo in cui i medici specializzati dovranno lavorare poi nelle strutture del territorio in cui si sono formati. Sul tema della residenzialità – ha concluso il leghista Pelloni – è stato mandato al presidente della Regione, che è anche presidente della Conferenza Stato Regioni – di arrivare a definire un unico criterio di accesso nazionale alle scuole specialistiche”. L’emergenza Covid 19 ha portato all’esasperazione il problema della mancanza di medici specializzati con conseguenze anche sul sistema sanitario regionale. Nel breve periodo territorio mancheranno più di 35mila medici specialisti a cui si aggiunge ogni anno circa 1.500 medici che emigrano dal nostro Paese sia per proseguire la propria formazione, sia per le migliori opportunità lavorative.

Cultura. La Regione investe nella promozione culturale 3,5 milioni di euro per 203 progetti e 9 convenzioni triennali di enti pubblici e privati

Da: Regione Emilia Romagna

Una ricca e variegata serie di proposte di musica dal vivo, dal pop al jazz, dalla classica alla lirica, appuntamenti internazionali e iniziative per valorizzare i piccoli borghi dell’Appennino e i centri di pianura nella stagione estiva. E poi mostre d’arte, promozione della scrittura narrativa e della poetica, progetti di valorizzazione dei piccoli teatri, iniziative per promuovere la legalità e la cittadinanza consapevole.

La Giunta regionale ha varato il piano 2020 a sostegno di progetti e iniziative di promozione culturale (legge 37/94), che assegna circa 3,5 milioni di euro: 2.975.000 euro a sostegno di 203 progetti di promozione culturale di soggetti pubblici e privati del territorio, e 525 mila euro ai soggetti convenzionati (pubblici e privati).

La presentazione dei progetti è avvenuta in piena emergenza Covid-19. Ciò nonostante, complessivamente sono arrivate in Regione 316 domande tra quelle di associazioni ed enti locali. Di queste, sono state ammesse a contributo 147 domande presentate da Associazioni e Istituzioni, che hanno ottenuto un contributo di 1.829.500 euro e 56 presentate da Comuni e Unioni comunali, per 1.145.500 euro.

“Con questo atto della Giunta- commenta l’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori- eroghiamo complessivamente 3 milioni e mezzo di euro per la promozione culturale nel 2020. In particolare, il contributo di 2.975.000 relativo all’ultimo bando va a progetti che mobiliteranno complessivamente 11 milioni e 700 mila euro. Un sostegno doppiamente importante, quello della Regione, in considerazione del periodo drammatico da cui stiamo uscendo. Tanto più perché, in applicazione del principio di sussidiarietà, larga parte va ad associazioni di base e in ogni caso a istituti indipendenti”.

La ripartizione delle risorse rispecchia in modo proporzionale il numero dei progetti pervenuti. Alla città di Bologna e provincia sono stati assegnati complessivamente 780 mila euro per 52 progetti, 500 mila a soggetti privati per 40 progetti e 280 mila ad Enti locali per 12 iniziative.

Tra i progetti finanziati a Bologna e provincia troviamo il festival internazionale del fumetto BilBOlBul, alla XIV edizione; il “Robot” festival di musica elettronica e arti visuali; la rassegna “Jazz @camera“; “Pianofortissimo” all’VIII edizione; gli incontri “I martedì” di San Domenico, “Tamino-la musica cultura terapia 2020” e il XXIV Festival internazionale di musica da Camera del Castello di Bentivoglio.

Il bando aveva l’obiettivo di favorire il recupero e la valorizzazione sia della cultura popolare, della storia e delle tradizioni locali, sia di altre culture, oltre a sostenere la realizzazione di progetti per promuovere l’arte contemporanea, la creatività giovanile e i nuovi talenti. Rilevante anche il sostegno alla diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile. Vengono inoltre incentivati progetti integrati, favorendo l’aggregazione fra i vari soggetti.

I progetti per provincia

In provincia Forlì-Cesena i contributi regionali ammontano a 380mila euro per 26 progetti, di cui 144mila a soggetti privati per 15 progetti e 236mila ad Enti locali per 11 iniziative.

A Ferrara e provincia sono stati assegnati complessivamente 215mila euro per 13 progetti, di cui 184mila a soggetti privati per 11 progetti e 31mila ad Enti locali per 2 iniziative.

A Modena e provincia sono andati 395.500 euro per 25 progetti, di cui 271.500 a soggetti privati per 18 progetti e 124mila a Enti locali per 7 iniziative.

A Parma a provincia i contributi ammontano a 243mila euro per 19 progetti: di cui 150mila a soggetti privati per 14 progetti e 93mila ad Enti locali per 5 iniziative.

A Piacenza e provincia sono stati assegnati 188.500 euro per 17 progetti, di cui 126mila a soggetti privati per 13 progetti e 62.500 ad Enti locali per 4 iniziative.

A Ravenna e provincia sono andati complessivamente 213mila euro per 15 progetti di cui 181mila ai soggetti privati per 13 progetti e 32mila ad Enti locali per 2 iniziative.

A Reggio e provincia sono stati assegnati 359mila euro per 24 progetti, di cui 208mila ai soggetti privati per 16 progetti e 151.000 ad 8 iniziative di Enti locali

A Rimini e provincia i contributi ammontano a 201mila euro per 12 progetti, di cui 65mila ai soggetti privati per 7 progetti e 136mila euro ad Enti locali per 5 iniziative.

Le convenzioni triennali (2019-21)

A questi contributi regionali si aggiunge la quota annua ai soggetti pubblici e privati in convenzione. Nel 2020, a seguito dell’emergenza Covid-19 e delle sue gravi ripercussioni sul settore culturale, sono stati riconfermati i contributi assegnati nel 2019 in presenza di programmi di attività articolati e consolidati promossi da 4 organizzazioni e associazioni culturali di dimensione regionale (Arci E-R, Endas E-R, Acli Arte e Spettacolo regionale, Aics comitato regionale), 2 istituzioni ( Fondazione Mic.-Museo delle Ceramiche di Faenza Onlus e Fondazione Massimo e Sonia Cirulli -Bo) e 3 Unioni di Comuni (Reno Galliera -Bo, Frignano- Mo, Romagna faentina- Ra), per un impegno finanziario complessivo da parte della Regione di 525 mila euro.

La Giunta dell’Emilia-Romagna promuova un Patto per il giusto compenso al lavoro agricolo coinvolgendo le forze economiche e sociali della filiera

Da: Europa Verde

A seguito dell’accertamento da parte della Magistratura e dell’Ispettorato del lavoro di un nuovo caso di caporalato nelle campagne dell’Emilia-Romagna, il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa regionale ha depositato oggi una risoluzione che contiene varie proposte per contrastare questo fenomeno, che anche nel nostro territorio condanna braccianti italiani e stranieri a guadagnare pochi euro al giorno e a vivere in condizioni disumane.
“La recente decisione del Governo di regolarizzare i braccianti immigrati potrà contribuire a contrastare il rischio dello sfruttamento e dell’intermediazione criminale di manodopera precaria, ma non è sufficiente per risolvere il problema alla radice – dichiara Silvia Zamboni, Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e Consigliera regionale di Europa Verde – Per questo la risoluzione di Europa Verde pone in evidenza l’importanza di intervenire anche su un secondo piano, ossia garantire il giusto compenso ad imprenditori agricoli e braccianti lungo tutta la catena del valore, per sottrarre gli stagionali al lavoro nero e al caporalato, entrambi funzionali a ridurre i costi della manodopera in una situazione in cui il datore di lavoro agricolo sia a sua volta sotto-remunerato, dagli acquirenti, rispetto ai suoi costi di produzione”.
Anche la direttiva 633/2019 del Parlamento europeo, citata nella risoluzione, sottolinea che “Nella filiera agricola e alimentare sono comuni squilibri considerevoli nel potere contrattuale tra fornitori e acquirenti di prodotti agricoli e alimentari. È probabile che tali squilibri di potere contrattuale comportino pratiche commerciali sleali nel momento in cui partner commerciali più grandi e potenti cerchino di imporre determinate pratiche o accordi contrattuali a proprio vantaggio relativamente a una operazione di vendita”.
“In questo contesto, non aiuta il fatto che, dopo l’approvazione da parte della Camera dei Deputati, sia ancora ferma al Senato la proposta di legge che vieta le aste al doppio ribasso nell’acquisto di prodotti alimentari dai produttori all’origine” – osserva l’esponente di Europa Verde.

“Tra le azioni da intraprendere, il Programma di mandato 2020-2025 della Giunta Bonaccini ha giustamente incluso ‘Contrasto al caporalato e valorizzazione della rete di lavoro di qualità’ – sottolinea Zamboni – Con la risoluzione che ho depositato oggi, Europa Verde Emilia-Romagna esorta la Giunta a impegnarsi su più livelli al fine di concertare, nell’ambito della Consulta agricola regionale che si è già occupata del tema, una soluzione strutturale che porti a ristabilire il giusto equilibrio tra tutti gli attori della filiera agroalimentare e ad assicurare il giusto compenso per i lavoratori e per gli imprenditori del settore agricolo. In questo modo si potrà rendere il lavoro agricolo socialmente sostenibile e premiare i produttori onesti”.
A tal fine la risoluzione impegna la Giunta regionale a promuovere la costituzione delle sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità quali strumenti di prevenzione delle pratiche di caporalato; a coinvolgere nella Consulta agricola anche l’Ispettorato del Lavoro e le organizzazioni che rappresentano il mondo agricolo biologico; a rafforzare i meccanismi premiali da riconoscere alle imprese agricole aderenti a tale Rete e da inserire nei futuri bandi del Programma di Sviluppo Rurale per la concessione di contributi regionali; a favorire la sperimentazione di modalità efficienti di incontro tra domanda ed offerta di lavoro nel settore agricolo tramite i nuovi Centri per l’impiego; infine, a valutare l’opportunità di istituire un marchio di certificazione per i prodotti ‘liberi dal caporalato’.

Quasi il 70% delle richieste di finanziamento entro i 30 mila euro già distribuiti alle imprese del territorio

Da: Caricento Ufficio Relazioni Esterne

Procedono senza sosta le erogazioni dei finanziamenti agli imprenditori che hanno fatto richiesta di liquidità entro i 30 mila euro; parallelamente continuano anche le sospensioni fino a 12 mesi sui pagamenti delle rate dei mutui ipotecari e degli altri prestiti personali in fase di rimborso.

In seguito alla conversione in Legge n.40 del 5 giugno 2020 del D.L. n 23/20 che prevede l’ampliamento dei finanziamenti alle imprese da 25.000 a 30.000 euro con durata massima fino a 120 mesi, continuano a salire le erogazioni sulle imprese che, ad oggi, superano la soglia dei 13 milioni di euro di importi liquidati. Delle circa 1.000 pratiche pervenute ne sono già state gestite il 70%.

“ Stiamo facendo la nostra parte per far fronte alle conseguenze di questa emergenza, assicurando continuità alla catena produttiva delle imprese del nostro territorio e ponendo le basi per una sana ripresa dell’economia – ha dichiarato il Direttore Generale, Ivan Damiano – Sale anche il totale dei debiti residui che abbiamo congelato per venire incontro alle famiglie che si sono trovate in difficoltà a causa della pandemia ”

A fine giugno sono infatti 2.051 le richieste di moratoria arrivate a Caricento per un totale di crediti congelati che ammonta ad oltre 265 milioni di euro. Circa 570 domande sono arrivate da privati per un ammontare di 43,5 milioni.

Infine Caricento ha ricevuto un totale di 249 richieste di anticipo cassa integrazione, interamente prese in carico dal personale dedicato alla gestione delle pratiche. 178 i clienti che hanno già beneficiato della prima tranche di erogazioni.

Incontro con garante per i diritti dell’infanzia e adolescenza Bergamini (Lega ER): “Toccate con mano le questioni riguardanti i diritti dei minori”

Da: Ufficio Stampa Lega Fabio Bergamini

Il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, ha incontrato il Garante per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Clede Garavini, nella sede della Regione di viale Aldo Moro. Un incontro giudicato “utile e proficuo” dal consigliere che è anche segretario dell’Ufficio di Presidenza. A metà luglio, l’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna inizierà ad esaminare le relazioni dei vari organi di garanzia, compreso quello deputato ad occuparsi di una categoria difficile come quella dei minori. “Ho avuto modo di apprezzare il prezioso lavoro svolto dal Garante Garavini e dal suo staff, che stanno seguendo con grande attenzione la formazione dei tutori sui vari territori. Ci sono vari aspetti sui quali è possibile collaborare ed in tal senso l’intenzione è quella di incontrare periodicamente tutti gli organi di garanzia della Regione, per un confronto continuo e propositivo”.

DONNE, FORME E COLORI
Mostra a Palazzo Bellini: 4 luglio – 1 agosto 2020

Da: Organizzatori

La consueta esposizione artistica “Donne, forme e colori” curata dall’Unione Donne Italiane in occasione della Festa internazionale della Donna, quest’anno si apre all’estate proponendo il linguaggio artistico femminile nella mostra allestita nelle sale della Galleria d’Arte di Palazzo Bellini.

Le misure cautelative previste nella fase post emergenziale hanno dettato tempi e modi di apertura: le porte della sale saranno aperte sabato 4 luglio con un’inaugurazione simbolica ritmata sul filo del distanziamento, tuttavia l’esposizione sarà fruibile fino al 1° agosto 2020 nelle giornate di martedì e giovedì (dalle ore 10 alle 12 e nel pomeriggio dalle ore  16 alle 18) e il sabato (dalle ore 10 alle 12), sempre nel rispetto delle condizioni previste dai regolamenti anti Covid 19.

La sorveglianza e l’accesso ai visitatori verrà garantita dalle volontarie dell’Associazione UDI in stretta collaborazione con l’Amministrazione Comunale.

L’esposizione presenterà le opere di Sonia Avellino, la quale attraverso i suoi segni, quasi ossessivi, compone immagini complesse in assenza, quasi, di gravità.

E poi, le numerose artiste del territorio che, ognuna con il proprio linguaggio, esprimono le diverse declinazioni dell’arte.

L’UDI, nata dall’esperienza della seconda guerra mondiale, sostiene i diritti per una piena cittadinanza delle donne: per questo all’interno delle sale espositive verranno esposte le “Sagome Parlanti” prodotte dal laboratorio inclusivo finanziato dal progetto regionale “Opportunità condivise alla pari 2.0” e dall’Amministrazione Comunale, condotto da Isabella Guerra e Sonia Avellino.

Un progetto che per il secondo anno ha visto il coinvolgimento delle donne straniere residenti nel Comune di Comacchio, creando un’occasione di solidarietà, confronto e scambio tra donne.

LA GENTILEZZA CI SALVERÀ?
Primo, parziale, contraddittorio bilancio del dopo covid

Sono stato alquanto indeciso se scrivere le poche righe che seguono. Poi nell’apprendere i risultati di uno studio di un sociobiologo e di una epidemiologa, descritti nel libro Biologia della gentilezza, che, ribaltando la teoria di Darwin, sostengono che “a sopravvivere saranno le persone che si comporteranno con gentilezza nei confronti degli altri”, mi sono convinto.
Molti lo hanno scritto o dichiarato, durante la fase più restrittiva e drammatica del confinamento causato dall’epidemia da covid-19, che il ‘dopo’ ci avrebbe visti migliori, che il virus ci avrebbe fatto scoprire le nostre qualità in termini di solidarietà, condivisione, attenzione agli altri. Non so dire se siamo già in quel dopo.
Certo, a livello globale le grandi istituzioni, dall‘ONU alla Comunità Europea, agli Stati, a tanti governi, hanno fatto a gara nel dichiarare cambi di rotta delle politiche, sui temi dell’ambiente, nella lotta al cambiamento climatico, contro le disuguaglianze, e così via. Ma nel nostro microcosmo, nel proprio vissuto quotidiano, come è questo ‘dopo’? Ci ha cambiati, in meglio o in peggio?

Porto una recente esperienza personale. Era domenica e, percorrendo in bici Corso Porta Mare, a fianco della farmacia, un’auto parcheggiata per la quasi totalità sul marciapiede come non si vedeva da settimane, vuoi per la scarsità del traffico che per la presenza quasi costante di persone in fila che attendevano il proprio turno per entrare in farmacia, mi ha fatto pensare al ritorno a quella ‘normalità’ che tanti hanno auspicato durante le restrizioni e la lontananza dal mondo ‘reale’. Passando di fianco all’auto mentre il guidatore stava salendo, più a gesti che a parole, ho fatto presente che avrebbe potuto utilizzare il parcheggio che, a pochi metri, presentava molti spazi vuoti. Allontanandomi ho chiaramente udito gli epiteti che venivano inviati nei miei confronti.
In quel momento ho pensato che sì, eravamo tornati alla ‘normalità’, ma peggiorati! Poi, dopo qualche giorno, nel leggere in quel volume che “vive meglio e più a lungo chi evita i conflitti, è premuroso con gli altri, aiuta e condivide”, una flebile speranza ha fatto breccia in me.

“Music Performer”: il corso gratuito organizzato da Auxing prosegue durante l’estate

Da: Comune di Bondeno

Il corso per “Performer di Musical” era iniziato con tante attese, in quanto novità assoluta del panorama di iniziative organizzate da Auxing APS, l’associazione che ha attualmente in gestione la “Casa della Musica” di Via Vittorio Veneto. Poi, come è noto, è arrivato il COVID-19 a spezzare il percorso, chiudendo di fatto da marzo le iniziative per i futuri “Performer di Musical”, che erano in corso di svolgimento nel Centro Polifunzionale di Via Autieri.

Una apposita Delibera appena approvata dalla Giunta darà la possibilità di continuare per tutto il mese di Luglio il corso a suo tempo interrotto, per dare la possibilità di concludere un’esperienza artistica-formativa senza precedenti.

“Abbiamo deciso di approvare la richiesta avanzata da Auxing APS per poter concludere un percorso di otto serate, comprese tra il mese di Giugno e tutto Luglio, per le valenze promozionali e ricreative del corso”. – dice il Sindaco facente funzioni Simone Saletti – “Il quale rientra tra le iniziative meritevoli che il Comune sostiene da sempre”. Nel caso specifico, gli organizzatori hanno ottenuto dal Comune anche il Patrocinio per l’iniziativa, che si svolge di Martedì sera in Via Autieri.

A Febbraio, aveva avuto luogo un “Open Day” a scopo introduttivo e di presentazione. Il percorso era articolato su di un primo livello per l’esplorazione di varie discipline: dalla recitazione al canto, fino alla danza. Tra le persone che hanno collaborato con la Direttrice di Auxing APS, Chiara Bolognesi: Lorenzo Guandalini (per la parte riguardante la recitazione), Sara Devecchi (campionessa di danza) e Pierluigi Andreotti per il canto.

PERMETTA ONOREVOLE
Se il presidente di Ferrara Arte dimostra di non conoscere la storia dell’arte

Come molti ho visto le recenti esibizioni dell’onorevole Vittorio Sgarbi, in Parlamento e non solo. Non posso non riconoscermi nel civile intervento, su questa testata, della dottoressa Paola Peruffo e, insieme a lei, ‘stigmatizzare’ e osservare come i ruoli ricoperti “mal si conciliano con gli incarichi istituzionali e l’ambito culturale di cui Ferrara è emblema”.
Mi sia consentito di dissentire dall’elenco delle presunte qualità che la dottoressa Peruffo attribuisce al politico ferrarese.
La ‘storia dell’arteè una disciplina accademicamente giovane, In Italia intorno alla metà del secolo scorso ha prevalso un modo di analisi che evitava ricostruzioni di contesto, ricerca di archivio, analisi dei materiali per porsi in diretto e descrittivo rapporto con l’opera. L’occhio del ‘conoscitore’ era lo strumento privilegiato. Ne sono stati esponenti importanti maestri, cito per tutti Roberto Longhi, e sono state ottenute acquisizioni significative.

Ogni cosa è degenerata in ‘maniera’ negli epigoni i quali si sono fatti divulgatori scaricando sul dipinto la propria capacità affabulatoria e la conoscenza del pubblico a cui si rivolgevano. Il risultato è una volgarizzazione priva di conoscenza specifica che diffonde luoghi comuni vecchi e con non documentata relazione con l’opera di cui si parla. In questa schiera, un tempo folta ma ormai sempre più rarefatta, rientra l’onorevole Sgarbi. Ogni volta che ha tentato di ottenere una cattedra universitaria le commissioni giudicatrici lo hanno considerato non idoneo. Fanno fede i verbali. Così la sua assenza dal citation index testimonia la sua non appartenenza alla comunità scientifica.
Non è una colpa, naturalmente, ma contraddice fortemente le sue autoattribuzioni.

È opportuno uscire da indicazioni generiche per temi specifici; ne propongo due ferraresi.Nella sua doppia qualità di presidente della Fondazione Canova’di Possagno e di Ferrara Arte, in una presentazione televisiva, ha spiegato che Canova era morto a Roma e che era grande amico dello scultore ferrarese Leopoldo Cicognara. Suo impegno di presidente sarebbe stato quello di promuovere una iniziativa espositiva che mettesse a confronto queste due personalità.
Non so che fine abbia fatto la proposta. Ricordo che Canova non è morto a Roma ma a Venezia e il luogo della sua morte è stato sottolineato, a partire dai contemporanei sino ad oggi, come emblematico del prevalere veneziano su ogni forma di arte. Tiziano e Canova i due punti di riferimento. Quanto a Leopoldo Cicognara, realmente amico di Canova, non fu scultore ma è autore di una storia della scultura.

Francesco del Cossa: ritratto di Leon Battista Alberti, Ferrara, palazzo Schifanoia

A Ferrara, giustamente, si è dato molto risalto alla riapertura del Museo di Schifanoia e alla possibilità di rivedere, dopo gli anni della chiusura, gli affreschi del Salone dei Mesi. Su un quotidiano nazionale, il 16 giugno 2020, il dottor Sgarbi ne illustra caratteristiche e qualità. Parla del ciclo come “concepito da Francesco del Cossa” e continua narrando la un po’ invecchiata favola dell’artista genio incompreso che si vede rifiutato ogni riconoscimento e che, di conseguenza, abbandona Ferrara per trasferirsi a Bologna.
Peccato non sia vero. Quella del Cossa è una bottega fra le altre; il duca rifiuta ogni regalia per applicare il compenso previsto dal contratto. Il pagamento avviene per metri eseguiti. Ciò significa che un progettista esterno fornisce gli elementi strutturali e i temi: le botteghe debbono eseguire. Lo testimoniano l’uso dei cartoni che tutte le botteghe utilizzano affinchè l’immagine del duca, a piedi o a cavallo, non subisca variazioni. Lo attesta l’uso nella sala della prospettiva albertiana alla quale tutti si adeguano ed è segnata dalle lesene. Scelta che viene confermata dal ritratto di Leon Battista Alberti presente nel mese di marzo, nella fascia superiore.
La citazione della figura di Ercole de’ Roberti non tiene conto del fatto che, per ragioni anagrafiche, molti studiosi lo danno assente da Schifanoia e comunque non in rapporto di discepolanza con il Cossa.

Viene naturalmente ignorata l’ampia bibliografia che, in questi ultimi anni, ha indagato il ciclo e ne ha reso con compiutezza la affascinante consistenza.
Ricordo, affastello un poco di nomi, gli studi di Luciano Cheles, Stefania Macioce, Manuela Incerti, Marco Bertozzi, Charles Rosenberg, Vincenzo Farinelli, Aby Warburg, Massimo Cacciari, Eugenio Battisti, Kristen Lippincott, Luisa Ciammitti, Claudia Cieri Via, Ebherard Ruhmer, Hannemarie Ragn Jensen, Marco Folin, Jadranka Bentini, Janie Anderson, Werner Gundersheimer, Lionello Boccia, Eliana Carrara, Marcello Toffanello. Qualche nome mi è certamente sfuggito.

Un articolo di quotidiano non è la sede per un apparato di note e per completezza di bibliografia, ma si può pretendere che vengano esposti i risultati e le acquisizioni critiche, le ipotesi che si sono nel tempo confrontate: i temi che consentono conoscenza e consapevolezza.
Bisognava ricordare che la cultura della corte è francofona. Lo dimostra la biblioteca, composta in prevalenza da romanzi cavallereschi, ripetutamente ceduti in prestito. La sala è costruita come quella magica, senza porte né finestre, in cui si ritrova rinchiuso Lancillotto. Lo testimoniano i portelloni lignei, dipinti, esistenti ancora nell’ottocento, che chiudevano ogni apertura. I portelloni trasferivano all’esterno, in facciata del palazzo, le immagini degli affreschi circondati dalla decorazione geometrica del prospetto.

Ferrara, Palazzo Schifanoia, Ciclo dei Mesi: ricostruzione prospettica

Il ciclo è dedicato al buon governo, è in diretto collegamento con la adiacente sala delle Virtù. La Giustizia sovrintende all’ingresso di Borso che da quella sala viene e che è sempre, in qualunque momento, al fianco dei presenti. L’immagine viene ripetuta attraverso i cartoni. Molti dei cortigiani sono stati identificati. Riconosciuta la struttura prospettica è stato possibile ricostruire gli spostamenti necessari per vedere gli affreschi. Lo spettatore è obbligato a un percorso e a movimenti che lo devono rendere partecipe di quell’età dell’oro realizzata sotto il governo di Borso.

Le citazioni dalla mitologia sono continue, ma non mancano accenni alla religiosità cristiana. I tappeti sono stati riconosciuti. La moda e i costumi delle dame derivano da quelli della corte imperiale. Molto altro si potrebbe dire ma non ve ne è traccia nello scritto del dottor Sgarbi.

Cossa non ha alcun ruolo nel progetto, nel programma, nella organizzazione dello spazio.

Aggiungo una considerazione sulla “illuminazione emozionante e progressiva”. Non so, al di là del giudizio encomiastico, quale sia la parte sostenuta dall’onorevole Sgarbi.
Tutto il progetto non tiene conto dell’unitarietà del complesso, della costruzione albertiana e privilegia aneddoti e momenti separati e irrelati fra loro. Un esempio paradigmatico di come si altera la comprensione di un’opera.
Cosa può proporre una classe politica che si lascia affascinare da semicultura, approssimazione e luoghi comuni?

FOGLI ERRANTI
SCAMPOLI DI LOCKDOWN (4)
Tana libera vecchio

di Giovanna De Simone

All’inizio lo feci per mio padre.
Poi sì, mi rinchiuse in casa Conte e me lo impose la polizia.
Ma furono le madri, i nonni, le vicine di casa ottantenni che ci fecero rispettare le misure.
Per salvarli.
Mi affaccio alla finestra di casa in questo soleggiato pomeriggio primaverile. Da oggi, per colmo, grazie all’ora legale abbiamo anche un’ora di luce in più.
Comunque sia, mi piazzo con la sedia sul balcone del mio piano attico e guardo il mondo deserto che mi si stende sotto.
Per salvarli.
Ma… cosa ci fanno quelle due anziane alla fermata del bus con il carrellino? Una avrà almeno cento anni. Ecco che adesso ne passa un altro, dagli abiti si direbbe novantenne, che arranca su una bicicletta arrugginita tirata fuori da chissà quale soffitta.
Stamattina, mentre sono andata a buttare la spazzatura, ho persino visto il mio vicino di casa centenario che si faceva un giro sulla carrozzina.
Ora che ci penso, la vecchia zitella del secondo piano, che normalmente vive murata in casa, la vedo a qualsiasi ora del giorno a portare fuori il suo decrepito cane. Passettino dopo passettino, è capace di passarsi la mattina fuori.
Ma cosa succede? Li hanno sdoganati tutti adesso gli anziani?
Chissà, penso mentre continuo ad osservare il lento via vai dei vecchi di questa città. Forse ci sono sempre stati e noi, presi dalle nostre frette, dal lavoro e dalle scadenze, non li abbiamo mai notati, perché correvano ad un ritmo diverso dal nostro, fatto di lente camminate e lunghe pause.
Eccone che passa un altro, appoggiato al bastone, con il giornale sotto braccio.
Ma cos’è? Si sono ringalluzziti solo ora? Dopo vite passate davanti a Barbara D’Urso, hanno scoperto solo ora che esiste un mondo là fuori?!?
Già, forse è proprio così. Probabilmente prima di questa pandemia, con tutto quel casino di moto, auto, scooter, monopattini, a loro gli faceva paura uscire. Ti potevano investire se non attraversavi in fretta sulle strisce pedonali, farti cadere in mezzo alla folla solo urtandoti con un gomito. Cose così.
Eh no, si sentivano troppo fragili nel mondo là fuori.
Solo ora che noi, pavidi di fronte alla morte, ci siamo rinchiusi in casa, loro hanno preso nuovamente possesso della città, delle strade, dei supermercati.
Mio padre, uno dei motivi della mia quarantena, tutte le mattine va a passeggiare lungo gli argini del Po. Poi va a comprare un panino al panificio sotto casa e al pomeriggio va al campo sportivo, di cui è il custode, a fare piccoli lavoretti. Quando ha finito, prende una busta con alcune derrate alimentari dentro, e fa finta di andare al supermercato.
Adesso io non so, forse è il delirio che causa l’isolamento, ma a me a tratti sembra che questa pandemia l’abbiano architettata a tavolino i vecchi, per liberarsi di noi almeno per un po’.